©2020 Immagine di Orazio Nullo diritti riservati
lunedì 30 giugno 2025
Un omaggio per il giorno dei santi Pietro e Paolo...
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domenica 1 giugno 2025
Pro memoria da "FUORI TEMPO MASSIMO" di Claudio Montini (Independently published - 2024)
Una
bibita fresca
Stava bene lì,
finalmente in equilibrio, con la confusione e le voci che si
sovrapponevano ai grilli e alle cicale che, alla faccia dello smog e
dei semafori e del traffico, ripetevano senza sosta il loro concerto
dedicato a madre natura con le coreografie dei piccioni e dei passeri
e delle rondini.
Aironi, ibis e cavalieri
d'Italia preferivano il mare a quadretti: dei nidi umani e dei loro
inquilini non sapevano che farsene e non si fidavano affatto.
Per darsi un contegno e togliersi dall'imbarazzo di uno sguardo profondo in cui, per un istante interminabile, le loro anime si erano scambiate di posto e avevano scorrazzato dietro le loro maschere pubbliche, Massimo aprì la Moleskine e gli consegnò tutte le parole di questo pensiero mentre Chiara intratteneva le pettegole di quartiere con cenni e saluti, secondo un codice segreto e ben collaudato, non senza richiamare all'ordine il pargolo fischiando come un arbitro di basket cavilloso ad ogni sua eccessiva esuberanza.
Infilava indice e pollice ai lati della bocca, il pieno ai polmoni e via: Andrea l'avrebbe riconosciuto tra mille e altrettanti si sarebbero voltati per vedere chi fosse il detentore di quel perentorio richiamo; per alcune delle presenti non era una cosa elegante, non era da donne ma da pastori, per altre era una alternativa all'urlo a gola strozzata che terrorizza anche la Cina, per tutti era una tecnica difficile o impossibile da replicare, ivi compresa la successione di gesti con cui comunicava a distanza la sua inappellabile volontà.
Riposta l'agendina, la tasca opposta vibrò e suonò: il telefono cellulare lo avvisava dell'appuntamento con la dottoressa, il medico che aggiusta i cervelli sfasati.
Meno male! Capita a fagiolo! Non sapevo proprio cosa dire per rompere il silenzio senza scadere nei soliti cliché, i migliori anni della nostra vita, che lavoro fai, come ti trovi, chi ti apre lo sportello, cosa fai stasera o domani o nel fine settimana...
Scrutò lo schermo fingendosi accigliato e sorpreso; poi la guardò per scusarsi, inclinando la testa da un lato, assumendo una buffa espressione e ricorrere a una frase di circostanza.
Chiara sorrise maliziosa quanto mai e lo prese in contropiede.
«Il dovere chiama! L'ora d'aria è finita, il timeout è scaduto...»
«Come dici? Oh, questo? No, no...
Non è come pensi, no...
Del resto, io sono un'uomo libero, te l'ho detto quest'estate e l'inverno, poi, fa di me un uomo vegetale...
Forse è per questo che sto bene qui, al parco: anzi, oggi sono stato meglio di tante altre volte...»
«Le suore dell'asilo sostenevano che stare al sole fa bene al calcio delle ossa, specie nei bambini, ma il sole di primavera fa bene ad ogni cosa: perchè risveglia la vita, i colori...»
… Gli ardori mai sopiti degli amori inconfessati, senza fortuna e senz'altra consolazione che la fantasia, l'immaginazione.
Eppure oggi siamo stati più vicini che mai: mi accontento di questa piccola fiammella, questa tremula illusione.
«Se lo dicevano già loro, deve esserci del vero: vorrà dire che, da oggi in poi, ci verrò più spesso per correre ancora il rischio di incontrare così tanta bella gente.»
A un orecchio distratto poteva sembrare una frase da romanzo d'appendice, invece lui si rese subito conto d'essere stato tanto sincero quanto non lo era stato mai: si alzò, salutò da lontano il bimbo e strinse la mano di lei con un impercettibile inchino che non mancò di turbarla piacevolmente; l'affettazione da primo novecento italiano era di gran lunga la sua favorita rispetto alla grettezza gratuita contemporanea, specialmente quando veniva scambiata per trasgressione o, peggio, per naturale evoluzione dei costumi.
Non era una vergine di ferro, non era più da un pezzo, non c'era alcun aspetto dell'intimità e dell'umanità che fosse ignoto, se non altro per sentito dire: tuttavia, c'è modo e modo per gestirli, per vivere le pulsazioni naturali.
Cioè, anche alla zia piacerebbe provare di nuovo...
Se è vero, come è vero, che nulla accade per caso...
Stiamo a vedere: domani è un altro giorno!
Anche a me... Anzi, di più...
«Se ti può consolare, però, ha detto che è stato bene qui, sulla nostra panchina.
Ha visto tanta bella gente e tornerà ancora.»
«Ah sì? Bene! Allora potremmo venirci anche noi più spesso, no, cioè, io volevo dire che ci puoi venire anche quando sono via, dai nonni, così voi due potete parlare liberamente...
Così potete dirvi tutte quelle cose che i bambini, come me, non dovrebbero ascoltare o imparare dai grandi.»
Era serio e placidamente consapevole delle parole uscita dalla sua bocca, il piccoletto, tanto che incassò lievemente la testa nelle spalle e allargò le mani coi palmi all'insù tenendo stretti i gomiti ai fianchi, per sottolineare la ragionevole ovvietà del suo pensiero e strappando un sorriso cordiale alla zia.
Davvero questo “angioletto” ha soltanto cinque anni?
Alla sua età, per me, il mondo degli adulti era un pianeta fuori dal sistema solare...
E nemmeno sapevo cosa fosse un pianeta!
«Grazie per il suggerimento, Andrea: ti prometto che ci penserò sopra. A me è venuta una gran sete: andiamo a vedere se Oreste ha già tirato fuori la macchina della menta e del tamarindo?»
«Zia... Ma tu sai leggere anche nel pensiero!! Sei la più bella zia del mondo, dai andiamo, andiamo che ho sete anche io!»
Magari mi lasciasse anche prendere un sacchetto di patatine...
Quelle con la sorpresa dentro...
Quelle che nonna non vuole perché dice che mi rovinano l'appetito e i denti e sono troppo unte e...
Uffa!
Ma adesso dovrebbe essere ora di merenda, no?
Ecco: le offro anche a lei così ne prende due sacchetti...
«Invece tu sei proprio una piccola volpe!
Mi fai leggere solo quello che ti fa comodo, caro il mio bel bricconcello!
Coraggio: dammi la manina e, un piede dopo l'altro in men che non si dica, saremo al cospetto dell'omino della caffettiera.»
Con due folti baffi nerissimi, il viso dai lineamenti regolari e vagamente orientali, retaggio di antenati della Magna Grecia, il cappello e la camicia candidi, la cravatta corta sulla pancia con una caffettiera stilizzata ben in vista, un sorriso sempre aperto e pronto, il gestore del punto ristoro pareva essere uscito dagli schermi della televisione della terzultima parte del ventesimo secolo, al termine di un filmato pubblicitario con protagonista la celeberrima moka piemontese.
Chiara aveva sempre avuto quell'idea e Andrea l'aveva sposata così come si accettano le regole della casa che ti ospita: dopo un po' di tempo, le si danno per scontate.
Era andata così anche per il manovale siciliano che non era più tornato oltre lo stretto di Messina, dopo aver regalato quindici mesi di gioventù con le stellette allo stato.
Il sabato e la domenica, comprese le feste comandate, appariva con un motocarro attrezzato persino con una ghiacciaia, oltre a un variegato assortimento di dolciumi e noccioline e bibite; il resto della settimana si dava da fare con calce e mattoni.
Qualcuno cominciò a domandargli di provvedere al pranzo dei colleghi di cantiere e finì per lasciare secchio e cazzuola: la cosa non gli dispiacque affatto e gli parve di aver trovato la sua strada per il successo.
Però, i cantieri si fecero sempre più rari e qualcun altro gli suggerì di piazzarsi ogni giorno in quel parco, accontentandosi di soddisfare le piccole e grandi golosità dei frequentatori: alle carte e alla sicurezza avrebbe provveduto qualcun altro ancora.
Oreste si adattò, non domandò ma aiutò chiunque si affacciasse alla soglia del chiosco con la benedizione dei “santi in paradiso” che, per qualche ragione a lui tuttora ignota, si erano messi in capo di tutelarlo: quella era e doveva rimanere una zona franca, un'oasi nel deserto d'asfalto e sampietrini, un momento di respiro nella lotta per intascare uno spicciolo in più del proprio vicino.
«La vita è stata generosa con me: ho fatto sempre ciò che mi è piaciuto senza mai annegare nel guano; perchè dovrei essere avaro io con gli altri che stanno messi peggio di me?
Hai sete? Hai fame? Non hai un soldo in tasca per pagare?
Fa niente: però dimmelo prima, dimmelo subito, non fare il furbo, non ci provare nemmeno, non ne approfittare.
Una guerra tra poveri può solamente finire male, senza vinti né vincitori e tutti più straccioni di prima.
Il modo per saldare i debiti si manifesterà da sé ma, con buona probabilità, mi sarò dimenticato persino d'averti aiutato.
Giù, da me, dalle mie parti, si dice che bisogna fare il bene e poi scordarselo.»
Per quanto ne sapeva Chiara, che curava da anni la sua contabilità, i crediti generati a quel modo erano rientrati fino al centesimo, ciascuno coi propri tempi: ma aveva saputo anche che l'intero ammontare, arrotondato per difetto, veniva girato alla parrocchia dirimpettaia per le opere di carità ogni mese con una puntualità svizzera.
©2024 Immagine di Orazio Nullo
domenica 25 maggio 2025
Da "Cose che capitano ai vivi" (Gemini Grafica Editore - 2023)...
Imitare l'amore e andare incontro alla vita senza domandarsi quando sarà finita: queste, in fondo, sono le cose che capitano ai vivi e sono anche quelle che lasciano ai poeti e ai narratori il compito di indorare e addolcire pillole e bocconi amari da ingoiare, lungo tutto il transito nella valle di lacrime.
sabato 26 aprile 2025
Frammenti di sogno bussano alla mia finestra - Notturno, seconda stagione: puntata n. 22
di Claudio Montini
©2015 Immagine di Augusta Belloni condivisa su Facebook
lunedì 14 aprile 2025
Pillole per sognare: estratto integrale da LA TOVAGLIA A QUADRI (2024) di Claudio Montini
siamo ostaggi di fantasmi di ieri.
La cattiva memoria è un'arma,
è distrazione di massa e di forma:
un bel tacer non fu mai scritto
chiudi gli occhi e la bocca,
respira la notte lentamente,
nelle sfumature del buio:
non ti serve altro che aspettare.
Se lo vorranno davvero,
saranno loro a venire da te:
porteranno ombre e nuvole,
giorni di sole e sorrisi e risate,
volti sconosciuti o amati o perduti.
Sono già al lavoro per te,
sono già pronti ad agire,
sono attenti ai dettagli,
sono informati dei fatti:
sono desideri e timori che covi.
Spegni la luce adesso,
chiudi gli occhi e la bocca,
respira la notte lentamente,
nelle sfumature del buio:
non ti serve altro che aspettare.
Sulle dita di una mano
si contano gli amici per la vita
sui palmi solo i calli e i solchi
scavati dal bulino del destino:
chi ci vede altro è un ciarlatano!
La sabbia scivola senza sosta
e si svuota l'ampolla superiore,
inesorabilmente e senza appello
la clessidra fa il suo mestiere:
non ci resta altro che sognare.
Spegni la luce adesso,
chiudi gli occhi e la bocca,
respira la notte lentamente,
nelle sfumature del buio:
non ti serve altro che aspettare.
©2024 Immagine di Orazio Nullo
sabato 5 aprile 2025
Quando non so cosa dire, scrivo poesie: abbiate pazienza...
IL RIFLESSO DI UN ESSERE UMANO
Ai rumori che vengono da fuori,
non prestare attenzione particolare:
sono solo la fiacca colonna sonora
dei giorni ricopiati, ripetuti e ricalcati.
La polvere alzata dalle parole,
le mie o le tue poco importa,
ricade sempre uguale e casuale
sulle scatole piene o vuote o rotte,
mentre un altro giro di lancette
consuma una manciata di cellule
lasciando intatta l'entropia del sistema,
già prigioniero di realtà ed utopia.
Presto o tardi, verrà il giorno del giudizio
e non ci troverà pronti alla resa dei conti
perché avremo ignorato i segni dei tempi,
ubriachi di superbia e di tecnologia.
L'universo cambierà pelle e verso
non per tornare ad essere sé stesso
ma per divenire tutt'altro, idea o cosa,
inimmaginabile e indescrivibile a priori:
come un sogno mai sognato eppure vivo,
come un punto trafitto da infinite rette,
come uno spazio senza origine o confine
in cui luce, materia, gravità e tempo
intrecceranno e ordiranno nuove trame.
Questa è la sola libertà che abbiamo
per vedere, in un pezzo di specchio,
il riflesso di un essere umano.
©2025 testo di Claudio Montini
giovedì 20 marzo 2025
Pavia non è una citta invisibile ma è d'arte contemporanea
Belle suggestioni in riva al Ticino
Chi guarda Genova sappia che essa
si vede solo dal mare (secondo Ivano Fossati):ma chi guarda Pavia
cosa si dovrebbe aspettare di là dal Ponte Coperto o dalla rotonda
dei Re Longobardi, con la creazione di Ettore Mo, oppure dal suo
fiume che azzurro forse non lo è stato mai del tutto?
Un ragionamento, un'idea, un concetto messo per iscritto o disegnato o tirato su dalla pianura, pietra su pietra e mattone su mattone, con ciottoli di fiume e ingegnose trovate di ghisa e di legno o d'acciaio, oppure illustrato e composto coi colori e con le voci e i volti audaci ma non troppo, veri più del vero e tenaci come macchine per cucire o per guarire, soffici come torte e pietanze povere, popolari ma ricche al punto da ricordare il paradiso e rifocillare anche re sconfitti e prigionieri?
Dal 21 marzo 2025 al 31 Marzo 2025, dunque, FINCHE' OGNI FORMA NON AVRA' TROVATO LA SUA CITTA', NUOVE CITTA' CONTINUERANNO A NASCERE - Un omaggio a Italo Calvino sarà fruibile e visibile insieme a PAVIA IN POLAROID - Visioni uniche nelle sedi che troverete elencate di seguito. Gli artisti sono stati invitati a leggere le pagine di Calvino (che nel 1972 pubblicò appunto LE CITTA' INVISIBILI) e poi a realizzare opere espressione della rispettiva peculiare sensibilità artistica, o poetica che dir si voglia, utilizzando tecniche produttive che vanno dalla pittura alla scultura, dall'incisione alla fotografia, nell'ambito del tema dei racconti di Calvino contenuti in quel libro.
Si comincia con un vernissage presso la Chiesa di Santa Maria Gualtieri, già spazio espositivo in Pavia, venerdì 21 Marzo alle 18:30.
Una buona idea per un'aperitivo diverso dal solito, no? Si prosegue anche nel fine settimana successivo, in cui viene aperta la rassegna PAVIA IN POLAROID: atro vernissage e altro regalo.
Ah, dimenticavo: per gli "smanettoni", c'è anche un'apposito siti internet istituzionale in cui andare alla caccia di tutte quelle cose che mi sono dimenticato di scrivere. Buona lettura e buona visione, tanto della città di Pavia quanto (e soprattutto) delle opere degli artisti.
SEDI e ORARI
Chiesa di Santa Maria Gualtieri
orari di apertura:
lun-ven 15:30-20:00 | sab-dom 10:00-13:30 e 15:30-20:00
VERNISSAGE: venerdì 21 marzo, ore 18:30
Palazzo Broletto - Spazio SID
mostra Pavia in Polaroid - Visioni uniche
orari di apertura:
sabato 29 e domenica 30 marzo 10:00-13:30 e 15:30-20:00
VERNISSAGE: venerdì 28 marzo, ore 18:30
Libreria Il Delfino piazza Cavagneria 2/4
visitabile negli orari di apertura del negozio
Libreria Cardano via Cardano 48/52
visitabile negli orari di apertura del negozio
Sartoria di Elda Papa via dei Liguri 25
visitabile negli orari di apertura del negozio
https://www.comune.pavia.it/.../finche-ogni-forma-non...
©2025 testo di Claudio Montini (fonte profilo Facebook Comune di Pavia)
©2025 immagine condivisa dal profilo Facebook del Comune di Pavia
Girasoli (2025) di Rosalba Conte (Per gentile concessione dell'autrice) |
giovedì 13 marzo 2025
Mi porto avanti con il lavoro - Notturno, seconda stagione: puntata n. 21
Epitaffio per quando sarà il mio turno
una mano non stretta,
una voce cui non ho dato retta.
Ecco, loro peseranno tutto:
quel poco che ho costruito
con il troppo che ho distrutto,
quando avrò finito
di offender Dio
sbagliando a modo mio.
Niente lacrime né singhiozzi
per chi cerca lune nuove nei pozzi,
invece di cavalcare bolidi e razzi.
Ho intrecciato nuvole e fili d'erba,
ho lasciato in pace la frutta acerba,
ho fatto sempre la cosa meno furba.
Mi rammarico poco ma non mi pento
d'aver soffocato ogni dolore o lamento
in una risata o una poesia a tradimento.
©2025 Testo di Claudio Montini
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domenica 9 marzo 2025
I preti sono dispari - Matteo Melzi (2025)
mercoledì 5 marzo 2025
Evviva: non sono solo parole, Giorgio Corona!
JRM BOOK FUSION - 2025
Anni fa mi appuntai un proverbio cinese ascoltato o visto scritto, per caso, durante un documentario trasmesso in televisione: “Un libro è come un giardino magico da portare in tasca”.
©2025 Testo di Claudio Montini - immagine dal profilo Facebook di Giorgio Corona
giovedì 27 febbraio 2025
Sì! Non ho detto "noia" ma "gioia": basta crederci un pochino di più
Tutto il resto può diventare gioia
di Claudio Montini
Ho ancora tanto da imparare,
una montagna da scalare,
una spiaggia dove approdare
per gridare ai venti e al mare,
alle stelle e al mondo intero,
che d'ora in poi sarò sincero.
Hai ancora voglia di me,
dopo tutti questi anni
vissuti e spesi insieme?
Poche gioie e troppi affanni,
se finisse qui la nostra festa,
sarebbero tutto ciò che resta.
Perché un uomo che s'innamora
per cinque minuti o mezz'ora,
se non capisce quand'è finita,
si perde tutto il bello della vita.
Una donna ama e odia mattina e sera,
non dimentica e aspetta primavera,
per tirare le somme e cantare vittoria,
facendo sì che nulla esca dalla memoria.
Sì, io non posso più fare a meno
di sapere che sei nel mio mondo,
col tuo respiro forte come un treno
quando dormi o ami fino in fondo,
con la tua voce o coi tuoi passi,
uno dopo l'altro sulla sabbia o i sassi.
Ho accettato questo mio ruolo
non per calcolo ma per istinto:
lo stesso che ci vuole nel volo
per superare un limite o un recinto,
planando leggeri sulle ali del vento
incoscienti e fieri senza pentimento.
Siamo arrivati da strade diverse
evitando curve e insidie sommerse,
fino al porto dove ci siamo imbarcati
carichi di sogni quasi mai consumati,
tracciando loro sempre nuove rotte,
prima che l'alba stracciasse la notte.
Navighiamo per destinazione ignota,
sospesi tra un bastone e una carota.
Lasciamo l'errore altrui là dove si trova,
affrontiamo insieme ogni ardua prova,
ridiamo senza paura dei nostri guai:
nemmeno la morte ci separerà mai.
Abbiamo ancora tanto da imparare,
una montagna tosta e irta da scalare,
oceani di lacrime da attraversare
fino a una spiaggia dove riposare
le ossa rotte e le membra sfatte,
cullati da parole dolci, soavi e adatte.
©2025 Testo di Claudio Montini (27/02/2025)
lunedì 24 febbraio 2025
Si sta come sugli alberi le foglie (G. Ungaretti - 1918)
Sebbene tu non possa fartene alcunché, ti sono vicino col cuore e col pensiero e con le preghiere perché altro non posso fare, nazione ucraina.
Non si lamentano i morti,
ma urlano i loro cadaveri
Le tragedie si compiono in silenzio,
i misfatti e i soprusi al buio o alla luce,
ma lontano da ogni cosa umana, senza testimoni.
Si scrive Bucha ma si legge anche Katyn.
Si scrive Kurdistan ma si legge anche Armenia.
Si scrive Tibet ma si legge anche Hong Kong.
Si scrive col sangue e che l'Onnipotente ne abbia pietà.
L'ascesa al calvario del terzo millennio
è appena iniziata: chi non fugge, muore danzando
ubriaco di sciocchezze e bugie e alta tecnologia
Sorgeranno tre funghi intelligenti dietro Capitol Hill
altrettanti risplenderanno sulle acque della Moscova,
il vento radioattivo spazzerà le piazze d'Europa.
Si scrive Bucha ma si legge anche Katyn.
Si scrive Kurdistan ma si legge anche Armenia.
Si scrive Tibet ma si legge anche Hong Kong.
Si scrive col sangue e che l'Onnipotente ne abbia pietà.
Nessuno si potrà più lamentare,
Nessuno avrà più occhi per vedere,
Nessuno dovrà più fingere di essere felice.
Nemmeno gli eventuali superstiti: la fine è nota.
©2022 Testo di Claudio Montini
©2022 Immagine di Orazio Nullo "War song" - Atelier Des Pixels gallery
giovedì 30 gennaio 2025
Lomello (PV -Italy): appuntamenti culturali in febbraio 2025
|
mercoledì 29 gennaio 2025
L'uomo che sogna (2025) di Matteo Melzi
martedì 21 gennaio 2025
Good bye, mister Biden, good bye...
Come se, presto e bene, con la sola imposizione di una firma su un dossier con un pennarello indelebile e l'imposizione delle mani, il nuovo re d'America e la sua corte dei miracoli riuscisse persino a batter il primato di resurrezioni dai morti stabilito dal falegname di Nazareth, ebreo osservante sebbene latore di una nuova alleanza e di una nuova buona novella per tutti gli uomini di buona volontà.
domenica 19 gennaio 2025
sabato 4 gennaio 2025
Tra Capodanno e l' Epifania...
L'amaro in bocca
di quest'anno rotondo
che ha chiuso il suo cerchio
fatto di spigoli nascosti,
spine impreviste e amare sorprese.
Si chiude di nuovo il sipario,
Si stende un altro sudario,
guardando al calendario
con occhio non più temerario
ma carico e colmo di attese,
giorno per giorno, mese dopo mese,
per la scienza che ripari le offese
affinché risorgano sprechi e spese.
Tira la riga e fa il conto
di quest'anno rotondo
che ha chiuso il suo cerchio
fatto di spigoli nascosti,
spine impreviste e amare sorprese.
C'è ancora chi ce la mette tutta,
c'è chi rimane a bocca asciutta,
c'è chi non la racconta giusta,
c'è chi se ne va e s'arrangi chi resta,
c'è chi crede che sia sempre festa.
Ma la commedia è davvero finita,
la maschera finalmente è caduta
la fortuna, ora, vuole essere pagata.
Tira la riga e fai il conto
di quest'anno rotondo.
Spogliati di medaglie e paramenti,
sai che non puoi fare altrimenti
per uscir vivo da simili accidenti.
©2021 testo di Claudio Montini -
inedito- diritti riservati all'autore
©2024 Immagine di Orazio Nullo "Not in my name" - Atelier Des Pixels gallery