di Claudio Montini
(2024)
Pubblicazione indipendente in elettroni e carta disponibile anche su amazon.com
©2024 Immagine di Orazio Nullo
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Fai come credi, fai ciò che è meglio per te: al prossimo tuo non importa altro che vivere un giorno in più di tutti gli altri suoi simili, te compreso.
Anzi, pur di riuscirci, non esiterebbe a sacrificarti e a lasciarti indietro senza rallentare per aspettarti e, meno che mai, a tornare a riprenderti.
Credi all'amore, se vuoi, tutte le volte che ti andrà a genio di sognare ma non ti illudere che possa durare: certi incendi sono fiammelle di candela o fuochi fatui, altri invece divampano come falò di paglia e sterpaglie utili soltanto a disinfettare la boscaglia e le colonie infestanti di erbacce e insetti.
Una manciata di faville disperse nel fumo e ceneri carbonizzate e maleodoranti, se piove.
L'acqua del mare è salata come le lacrime spese a vuoto, senza scopo e senza risultato: non lenisce il dolore, non pulisce le ferite, non restituisce il tempo perduto.
Del resto, nemmeno alla pioggia riesce tanto e lo sa benissimo e si guarda bene dal provarci a farlo: cade dalle nuvole senza bersaglio, asciutto o bagnato che sia.
Allora, evita i calci nei denti o nel sedere, se ci riesci: sebbene lascino più segni dentro che fuori, non ti salveranno dagli schiaffi morali, dall'ironia cattiva e gratuita, da tutte le beffe e gli scherzi del destino che se ne infischia dei meriti e delle circostanze e della giustizia.
La vita non è una corsa ad ostacoli né una gara a chi la consuma più in fretta: sarà sufficiente arrivare puntuali, a tempo debito, nel momento giusto per saltare sopra un benedetto o maledetto treno che, tuttavia, passa una e una sola volta soltanto così come, al contrario, si dovranno avere occhi e orecchi bene aperti per saltare giù dal medesimo convoglio prima che deragli o finisca la sua corsa sul binario morto.
Certo, ci vuole coraggio per fare tutte queste cose ma anche spalle larghe più di un sorriso e scarpe dalle suole buone e dure, da battere a terra coi piedi dentro affinché non resti loro attaccata nemmeno la polvere di un posto che non ti ama e non ti vuole.
Ti diranno che la testa serve soltanto a portare il cappello: annuisci, ringrazia e poi fa come ti pare dal momento che, chi non ha testa, è bene che abbia gambe se vuole cavarsi d'impaccio.
In ogni caso, tanto per i vincitori che per i vinti, tranne che per i morti, domani è un altro giorno e si vedrà quale o quante croci porterà.
Io, intanto e comunque...
L'effervescente Biblioteca Mirabello Scala di Pavia ospita, il 7 Novembre 2025 alle ore 18, una brillante narratrice dal multiforme ingegno, Marina Crescenti, per illustrare e dare conto e notizia della sua più recente produzione. Anche un giallo è un romanzo ed è un'opera letteraria che ha la medesima dignità di tutte le altre che l'hanno preceduta o che si occupano di altri temi: anzi, un poliziesco è meglio di un saggio sociologico, in primis, perchè è meno noioso e, in secundis, perchè consente una critica diretta e schietta alle storture e alle magagne della società moderna con un linguaggio affatto aulico, non omologato, non da specialisti ma più vicino ai veri destinatari di tutti i prodotti degli intellettuali, o presunti tali, che si candidano ad essere autorità morali e culturali: noi, il popolo comune, la maggioranza silenziosa (perchè impegnata, una volta tanto, a tenere lo sguardo sulle righe di una pagina invece che sulle piastrelle di silicio e terre rara e plastica). Anche se non potrò andarci, dico "EVVIVA!" e auguro buona lettura e buon divertimento a tutti. ©2025 testo di Claudio Montini - immagine condivisa dal profilo Facebook di Marina Crescenti
Il primo appuntamento
©2025 Testo di Claudio Montini
©2021 Immagine di Orazio Nullo "People in the street" - Atelier Des Pixels collection
di Claudio Montini
Finalmente c'è del bello
e del nuovo nell'asfittico e sovraffollato panorama letterario
italiano, ricco di titoli e parole e iperboli e altre stravaganze
spacciate per cultura del terzo millennio: tutta roba già vista o
sentita, rimasticata e di nuovo sputata malamente, riscaldata o
rivisitata con abbondanti dosi di presunzione, superbia e alterigia
culturale da professorini compunti, impomatati e incipriati ancora
convinti di portare la luce nei campi e alle masse operaie.
OMICIDIO ALLA
MARINA DEI CESARI -Il giallo dell'estate (Gemini
Grafica Editrice, 2025) di
Gabriele Prinelli è il piccolo gioiello che non può mancare alla
vostra biblioteca, l'eccezione che conferma la regola, la storia o la
fiction che stavate aspettando, il romanzo apparentemente leggero e
d'evasione che invece è ricco e gustoso dal punto di vista dello
stile e dei contenuti, poiché si legge senza fatica a tutti i
livelli d'istruzione e si “vede” come se si fosse di fronte a uno
sceneggiato televisivo che va in onda davanti ai vostri occhi parola
dopo parola, riga dopo riga, pagina dopo pagina senza perdersi in
voli pindarici, minuziose descrizioni ambientali o altri stravaganze
sintattiche o semantiche o linguistiche.
Infatti l'autore, milanese di nascita e lomellese d'adozione per
amore, della sintesi tipica dei poeti capaci di illustrare scenari
immensi e complessi anche con una sola frase, del ritmo serrato
proprio dei giornalisti e dei cronisti dei tempi andati (vale a dire
quelli in cui quella professione era ancora una cosa seria), della
cura e della precisione linguistica e grammaticale intesa come scelta
artistica di esprimersi nel miglior italiano possibile, riesce a fare
di tutto ciò i propri punti di forza e a suscitare fascino,
attenzione e interesse crescenti verso l'opera sua, pur maneggiando
temi ed elementi e “materie prime” tipiche e peculiari del
romanzo “noir” e dell'intera letteratura “gialla” presente,
passata e mondiale che, infine, risulta essere protagonista occulta o
“spalla” ispiratrice del personaggio principale.
C'è un omicidio, quello di una giovane donna rinvenuta cadavere a
bordo di natante di lusso alla fonda presso il porto di una cittadina
adriatica e marchigiana; lo yacht in questione appartiene a un
facoltoso industriale e uomo d'affari, a sua volta, amicissimo di un
esponente politico nazionale già catapultato dal proprio partito in
quella regione e da quel collegio elettorale “miracolosamente”
approdato al parlamento della Repubblica Italiana.
C'è la presunta quiete della provincia italiana che viene, dunque,
messa seriamente in discussione e l'avvio delle inchieste,
giudiziarie e giornalistiche, interessate più al ripristino del
quieto vivere o alla condanna morale preventiva tanto di vittima
quanto dell'ignoto carnefice che alla ricerca di una qualche verità,
legale o fattuale.
Quest'ultima, per altro, come tessere di un mosaico divelte e portate
a spasso dalle correnti del Mare Adriatico, si muove alla deriva
lambendo altri territori d'indagine e di scandalo rispetto all'evento
delittuoso accaduto alla Marina dei Cesari di Fano (PU), per farvi
ritorno grazie a un disinteressato ma attento osservatore, un
“umarell” da cantiere squisitamente letterario, poiché già
bibliotecario ma ora in pensione, il quale, forte delle sue letture e
degli insegnamenti che ha ricavato da esse oltre a una serie di
capoversi notevoli che si è appuntato mentalmente e fisicamente,
unisce i puntini del disegno cifrato e risolve il rebus mettendo in
fila dati, eventi ed ipotesi.
Come
Agatha Christie docet nel finale di Dieci Piccoli
Indiani,
egli affida la dimostrazione della propria tesi sulla dinamica del
delitto a una lettera anonima, che il direttore de Il
Resto del Carlino
non leggerà mai ma che aiuterà le forze dell'ordine a risolvere il
caso, limitando i danni collaterali per i sopravvissuti e una sorta
di giustizia tardiva per la vittima.
Insomma, tutti guadagneranno più di quel che rischiavano di perdere
e il quieto vivere stabilmente tornerà a dominare la Marina dei
Cesari in Fano (PU).
Dunque,
in OMICIDIO ALLA MARINA DEI CESARI -Il giallo
dell'estate (Gemini
Grafica Editrice, 2025) di
Gabriele Prinelli, gli ingredienti per un buon giallo leggibile e
godibile in tutte le stagioni ci sono tutti: ciò che lo rende una
meravigliosa, piacevole e divertente novità è la sua scorrevolezza
narrativa schietta, misurata, elegante e chiarissima, mai banale né
scontata e neppure stravagante a titolo gratuito, che non distrae il
lettore ma lo invoglia a non staccarsi dalle pagine.
Inoltre è notevole e deliziosa la precisione chirurgica con cui
mette in mostra l'ipocrisia manichea, la superficialità, il cinismo
imbarazzante congeniti nella società italiana, a partire soprattutto
dai livelli intermedi e andando a salire a quelli dirigenti, cui non
si oppone ma si adegua il mondo dell'informazione ormai troppo più
attento al contenitore che ai contenuti e, di conseguenza, meno che
mai alla verità nella ricostruzione delle dinamiche dei fatti.
Vale a dire che le domande da porsi sono evidenti e qualcuno ci prova
a interrogarsi e interrogare ma, per evitare di calpestare calli
importanti o avventurarsi in un campo minato senza mappa o per altri
interessi o tornaconti personali, non si sforza di aspettare risposte
o di andarle a cercare come invece insegnano, a modo loro, tutti i
capolavori della letteratura del passato e i loro personaggi di punta
che Prinelli, lettore a sua volta, adopera con garbo e maestria per
spalleggiare i ragionamenti del suo antieroe e solutore più che
abile di enigmi.
Il lavoro che l'autore ha fatto sull'idea, prima, sulla
sceneggiatura, poi, sul testo, infine, è opera di cesello da orafo
geniale alla Benvenuto Cellini, di sottrazione e condensazione e
distillazione di essenza rara da raffinato e abile profumiere d'altri
tempi: esso dona ritmo serrato e corpo e spessore di tipo teatrale a
tutto l'impianto narrativo e ai personaggi, minori e maggiori, senza
stravaganze né espedienti retorici o eccessi descrittivi.
In ultima analisi, OMICIDIO ALLA MARINA DEI CESARI -Il giallo
dell'estate (Gemini Grafica Editrice, 2025) è un
romanzo che si legge con piacevole agilità e si “vede” nella
mente con netta immediatezza sin dalle prime battute grazie alle
parole scelte con cura dall'autore, Gabriele Prinelli, per sentirsi
accanto a lui dietro la macchina da presa o presso una quinta del
palcoscenico sul quale ha allestito questo giallo dell'estate, buono
da leggere e gustare in tutte le stagioni dell'anno poiché capace,
come pochi ultimamente, di materializzarsi nel lettore senza ansia e
senza sforzo e senza altre noie ad ogni volgere di pagina lasciando
soddisfatti e sazi come solo le belle storie sanno fare.
©2025 Testo e immagine di Claudio Montini
Contro l'oblio dell'età
Eternamente irraggiungibile...
Stava bene lì,
finalmente in equilibrio, con la confusione e le voci che si
sovrapponevano ai grilli e alle cicale che, alla faccia dello smog e
dei semafori e del traffico, ripetevano senza sosta il loro concerto
dedicato a madre natura con le coreografie dei piccioni e dei passeri
e delle rondini.
Aironi, ibis e cavalieri
d'Italia preferivano il mare a quadretti: dei nidi umani e dei loro
inquilini non sapevano che farsene e non si fidavano affatto.