venerdì 31 luglio 2020

Buonanotte ai suonatori

Occhio alla penna...
di Claudio Montini

La bellezza non è solo negli occhi di chi guarda: ma anche negli occhi di chi è guardato, scrutato, osservato, studiato, considerato, più spesso per trovare un neo o un appunto o un dettaglio fuori posto, quasi mai per godere della energia immateriale che emana dagli occhi del soggetto stesso. Essi sono la porta d'ingresso e la spioncino da cui si vedono le correnti dell'anima, i suoi moti ondosi e la placida soddisfazione di essere giunti nel posto giusto, con la persona giusta al proprio fianco (e non solo a letto), per fare tutto quello che è giusto e bello e grandioso per sé e per gli altri che calpestano la crosta di questo pianeta. I nomi di battesimo non sono mai scelti a caso e portano con loro una traccia di quello che sarà il nostro cammino in questa valle di lacrime: gli altri elementi della mappa per la strada verso la felicità sono dentro di noi e nelle nostre mani, dipendono da noi e da quanto sappiamo amarci, da quanto siamo disposti a difendere la libertà della nostra anima e del nostro pensiero, indipendentemente dal fatto che si sia maschi o femmine.
Vale anche per le parole che i poeti e gli scrittori maneggiano con cura e delicatezza, che i politici e gli agitatori sociali brandiscono come clave o come armi bianche, che i poveri risparmiano perchè hanno imparato anche a risparmiare il fiato (tanto nessuno li ascolta), che in troppo danno e in troppo pochi hanno il coraggio di rispettare: il vento è pieno anche di tutte loro e di tutte ne fa coriandoli che sparge tra smog e fumo di stupefacenti e polvere da sparo esplosa.
Godiamo di ogni attimo poichè, come scrisse quel sovrano, del doman non v'è certezza: sebbene tra cielo e terra vi siano più cose di quante non ne immagini tutta la nostra filosofia, argutamente ebbe a ribattere il Bardo Inglese.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2019 Immagine di Orazio Nullo "Sleeping hours" 

lunedì 27 luglio 2020

La parabola dell'estate

Il principio della discesa
di Claudio Montini

Arrivando al fondo di Luglio, sin da ragazzino, mi pare sempre che l'estate cominci una lunga parabola discendente sebbene si sia a ridosso di Agosto che, per le latitudini italiche prima del Covid-19, rappresenta il mese del "Chiuso per Ferie" e della villeggiatura. Persino la televisione e la radio non si facevano scrupolo di chiudere programmi "storici", ingolfandosi di repliche e rassegne degli episodi più significativi del già messo in onda. Nel subconscio dei programmatori e della gente comune, scattava un interruttore o una molla o un convincimento di qualsivoglia natura per cui era naturale riversarsi su aie e piazze e balere, più o meno improvvisate, a volteggiare in balli antichi da fare rigorosamente in coppia e, complici abbondanti libagioni e abbuffate di pietanze desuete ma ancora radicate nella memoria collettiva, senza badare troppo alla morfologia del partner: l'imperativo era divertirsi e dimenticare i pensieri, collezionando imprese da ingigantire raccontandole al bar o nei ripari dalla nebbia o dalla neve o dalla pioggia durante la brutta stagione in cui sole e zanzare latitano.
La "Spagnola" del terzo millennio fa paura, altro che: la televisione, mezzo di disinformazione di massa, ha un bel da fare a mostrarci spiagge e piazze e stazioni con tanta gente e poche mascherine, a indignarsi per gli assembramenti e a celebrare interventi sporadici delle forze dell'ordine per fare rispettare le ordinanze restrittive (leggi: nuovi strumenti per fare cassa sulla pelle della gente, avendo sospeso per forza di cose, tasse e mutui e altri balzelli), a promuovere località neglette e sconosciute per una vacanza autoctona e autarchica come nemmeno durante il peggior Ventennio che lo Stivale Italico Moderno ricordi, quello "democrattico e fassista". Essa ha fatto come il bambino della favola, quello che, gridando che il re era nudo, ha aperto gli occhi a tutti quanti: in soldoni, ha dimostrato quanto peggio della Grecia fossimo ridotti, con gente che campava di espedienti, di lavoro nero e coatto e sottopagato, occasionale e intermittente tanto da rendere tale pure l'alimentazione e il sostentamento; di quanto si campasse di piccole pensioni e di grandi rinunce, di quanti debiti si contraessero con le persone sbagliate e si finisse strozzati, di quanta fatica si facesse a sopportare che una piccola minoranza ignorasse tutto ciò avendo fin troppo di più del necessario, senza aver fatto nulla per meritarselo o guadagnarselo, deridendo chi non faceva come loro o rimbambendo il prossimo con promesse sgonfiabili solo chiedendo esempi concreti. Già, esempi concreti: questi sconosciuti e altrettanto temuti dai capipopolo nostrani che gonfiano il petto e i pochi muscoli solo davanti a folle inebriate dalle loro vuote parole, ma che non sono mai scesi sulla terra dove si deve campare la vita giorno per giorno, senza mezzi né soddisfazioni; loro camminano tra la gente solo quando le telecamere sono accese e sono vestiti della festa: ma non li ho mai visti in un ospedale, seduti accanto a un malato terminale, infetto, da cambiare, da esaminare... Non li ho mai visti nelle baracche degli sfrattati che lavano le scale o le case dei signori, che consegnano cibo in bicicletta a sfaccendati e smidollati, non li ho mai visti spingere una sedia a rotelle per un marciapiede o salire gradini e scale per farsi una carta d'identità o dimostrare di essere invalidi e purtroppo ancora in vita.
Se li vedete, avvisatemi: potrei gridare al miracolo.
Per il momento, preferisco togliere l'audio al televisore quando vedo che aprono bocca e tace la voce fuori campo del giornalista: non potendo prenderli a calci nel sedere o per un'orecchio onde mostrare loro cosa ci tocca di sopportare per la loro insipienza, preferisco il bel tacer che non fu mai scritto.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2016 Immagine di Orazio Nullo "Electoral promises" Atelier Des Pixels Collection

sabato 25 luglio 2020

Notturno - Episodio 11: avvenire o locomotiva?

Pedala, scioccone!

di Claudio Montini

Una corsa contro il tempo non finisce mai bene: vince lui, per sfinimento degli altri concorrenti. Eppure lo sapevi, te lo avevano detto, non ci hai creduto, eri convinto di essere più forte, di avere la fortuna dalla tua e tutte le potenzialità: stramazza pure felice nella polvere, eroe inutile e ignoto. Hanno la memoria corta quelli che inneggiavano alla tua potenza, alla tua abilità, alla tua arte: un nuovo idolo ha conquistato la loro mente vuota come un guscio di cioccolato senza sorpresa. Guardarsi dentro o intorno non basta, non è più sufficiente o forse non lo è stato mai: ciò che ha consentito l'evoluzione degli umanoidi, per chi crede che le cose siano davvero andate così, è la capacità di immaginare quello che non c'è, crearlo e renderlo reale.
Ma le cose non vanno dritte seguendo la nostra strada, seguono una rotta disegnata in posto che non conosciamo e, forse, non vedremo mai da questo lato della vita.
Un giorno mi dissero «Hai voluto la bicicletta? Bene, adesso pedala!»
Ho pedalato, pedalato, pedalato... 
In salita, in discesa, in pianura, col vento e con l'acqua, col sole e con la luna... 
Ho dato e preso e ricevuto ingoiando sudore e lacrime, polvere e sangue e fango, sorrisi e baci e abbracci che mi hanno spinto su per la salita e mi hanno costretto ad alzarmi ancora, sebbene avessi le ginocchia e i gomiti sbucciati e sanguinanti.
Dicono che l'ho fatto perché sono stupido, dicono che l'ho fatto perché vedo cose che non esistono, dicono che l'ho fatto perché mi ostino a vedere una luce in fondo al tunnel: o è il sole dell'avvenire, di un nuovo giorno, oppure è il fanale di una locomotiva che viene avanti carica di carbone e di container di merce cinese.
Dicano quel che vogliono: io sono stanco di pedalare a vuoto, di non arrivare ad alcun traguardo, di non vincere alcunché. 
Vorrei riposare, ma non posso: qualcuno sopra di me ha deciso che non sarà adesso.


©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" Atelier des Pixels Collection

Gli episodi precedenti sono disponibili da Gennaio 2020: scorrete il menu a tendina e buona lettura!

martedì 21 luglio 2020

Per comandare bisogna saper fare

La lezione sbagliata dei cattivi maestri
di Claudio Montini

Si resta senza parole di fronte a certe affermazioni gratuite, forse sfuggite di bocca senza avere connesso il cervello. Il delirio di onnipotenza e di onniscienza che colpisce e ghermisce le anime di coloro che si trovano a gestire una briciola di potere, con soldi altrui e avendo cura di mettere bene al sicuro quelli che si ricevono a vario titolo, riesce a fare dimenticare il rispetto e l'amore che si deve al prossimo e alla sua fatica di vivere? Credevo che certi atteggiamenti appartenessero soltanto alle barzellette e alle riviste satiriche dell'ultimo ventennio del secolo scorso: purtroppo, devo constatare che l'educazione contemporanea ha fallito miseramente, abolendo gli strumenti coercitivi e fisici di repressione del comportamento scorretto, scurrile, incivile e volgare. Il ferro si forgia col martello e con l'incudine, non con le belle parole; i divieti non vanno annunciati e prontamente disattesi, ma messi in pratica e provati sulla propria pelle; quando servono due sonori schiaffoni vanno elargiti con energia ma senza cattiveria: basta il primo, perchè si impari ad annusarne l'arrivo fin dal moto del sopracciglio e dallo spostamento d'aria. A noi, quelli della mia generazione, quelli nati prima della rivoluzione culturale e sessuale che erroneamente facciamo partire dal 1968 dell'era cristiana, ma in Italia è arrivata con un decennio abbondante di ritardo, dopo la prima scaldata di pannolino, era più che sufficiente una particolare inflessione della voce o uno sguardo obliquo e tagliente per capire di averla fatta fuori dal vaso o per intuire fino a che punto si poteva tirare la corda. Col tempo, abbiamo imparato a farci furbi e a evitare le occasioni prossime di peccato, ovvero l'arte di dissimulare e depistare, riuscendo persino ad accettare le regole ma anche a ballarci dentro e, perchè no?, pure fuori. Ma costoro che sono classe dirigente, adesso, cui è stato concesso quasi tutto purchè stessero zitti o evitato tutto purchè rimanessero belli, lindi e impuniti per essere mostrati in pubblico come capolavori d'arte contemporanea e campioni dell'avvenire, blanditi con reprimende verbali e omaggi alla scaltrezza e allo sviluppo precoce, hanno imparato per bene a raggirare il prossimo e a campare sulla pelle dei poveracci demonizzando chiunque si mettesse sulla loro strada, sebbene animato dalle migliori intenzioni tra cui quella di fare loro aprire gli occhi sulle loro cattive abitudini. Si riconoscono facilmente: si muovono in branco ma questo gli serve soltanto per avere una accozzaglia di tifosi vocianti che diano un senso alla loro presenza; parlano all'infinito e al futuro e al cielo senza guardare nessuno negli occhi e gridano, non per farsi sentire, ma per coprire le domande semplici e per ciò insidiose oltre a impedire che si possa vedere dentro la pochezza del loro spirito; promettono, promettono, promettono pur sapendo che non saranno mai in grado di mantenere perchè ignorano tanto lo stato reale delle cose quanto il funzionamento delle stesse. Infatti non li troverete mai dove c'è da studiare, da sudare, da imparare e da mettere in pratica spendendo fatica e pazienza e tacendo dei calci nel sedere e degli scappellotti presi da chi ha più esperienza e si ostina a insegnarti come si fa. Infatti parlano, spesso e volentieri, di una cosa che non conoscono: il lavoro e la vita di tutti i giorni che Dio, o chi per lui, manda in terra.

©2020 testo di Claudio Montini
©2019 immagine di Orazio Nullo "Living Italy"

giovedì 9 luglio 2020

Genova di nuovo pugnalata alle spalle

Oltre al danno, la beffa
di Claudio Montini

Genova è stata tradita un'altra volta, colpita alle spalle e sbeffeggiata a filo di legge, nel silenzio più imbarazzante e totale che si potesse immaginare. Quanto sudore, quante lacrime, quanta fatica, quanta pena e quanto ingegno andati sprecati da pagliacci ignoranti che si sono ingozzati alla greppia dello Stato e si sono gonfiati il petto senza fare lo sforzo, minimo, di leggere le norme che già c'erano e saltare sulla sedia vedendo la clamorosa beffa che si andava stagliando all'orizzonte. Siete lesti a denunciare chi non la pensa come voi e lo manifesta, siete lesti a tagliare risorse a chi non si piega ai vostri beceri diktat da fascistelli in giacca e cravatta o tailleur, siete lesti a spartirvi la torta che ancora deve arrivare da Bruxelles (elargita solo per porre rimedio ai danni di cervellotiche e idiote riforme del servizio sanitario), siete lesti a dimenticarvi dei soldi indebitamente percepiti e che la Corte dei Conti vi ha imposto di restituire (pur concedendovi una rateizzazione che qualsiasi altro privato cittadino si potrebbe soltanto sognare), ma non avete avuto il coraggio di scrivere una legge di una sola riga, di un solo articolo di un solo comma che chiudesse l'esperienza infelice della cessione alla gestione privata di un bene pubblico, non solo, di una parte non piccola della nostra Patria. Gettate la maschera, una volta per tutte: non vi importa nulla di questo maledetto Paese di pecore e capre ignoranti, che muoiano soffocati nelle auto in coda o in una corsia d'ospedale per i polmoni bruciati dall'ossigeno puro che dovrebbe uccidere il virus o che vivano cercando di mettere insieme il pranzo con la cena (o almeno di non saltare l'una o l'altra o tutt'e due), che aspettino una visita o un'ambulanza bloccata nel traffico. Tanto per voi ci saranno auto blu e sbirri a spalancarvi la strada o, nell'ombra dei loro covi dorati, "mammasantissima" che faranno altrettanto foraggiandovi di denari di cui vi guarderete bene dall'indagarne la provenienza. Tanto a voi basterà avere una folla plaudente di asintomatici presunti e presunti immuni al virus del terzo millennio, con le pezze al culo e le scarpe rotte ma la bandiera nuova fiammante, a farvi sentire i nuovi messia inviati dal cielo a salvare gli eletti che rifaranno Roma e l'Italia "più bella e più grande che prìa" ("Bravo!" "Grazie!"... come il Nerone di Ettore Petrolini, nel 1937). Tanto per voi, anche per voi che leggete e ascoltate e state zitti convinti che tutto rimane sempre uguale, l'importante è andare a votare al più presto solo per riprendersi lo scranno perduto (e il relativo emolumento) e farvi beffe negli inutili salotti televisivi di chi ha perso così come di chi vi ha votato turandosi il naso, gli occhi, le orecchie e se lo ritrova di nuovo in quel posto dove non batte il sole (a meno che non si frequenti una spiaggia di nudisti). Nessuno degli schieramenti ha uno straccio di idea decente per uscire da questo mare di guano e il caso Genova dimostra che l'Italia Reale e l'Italia Legale non sono più avvicinabili nè collegabili da alcun ponte: nel mezzo, la malavita prospererà e la farà da padrone avendo imparato assai bene a destreggiarsi nei meandri del diritto e della burocrazia.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2019 Immagine di Orazio Nullo "Genoa stabbed in the back"   

martedì 7 luglio 2020

Una generazione fortunata

La bellezza di oltre cinquanta primavere
di Claudio Montini
La mia generazione, quella che ha cinquanta primavere dietro le spalle in questo primo ventennio di terzo millennio, è stata fortunata (fatte le debite tare e proporzioni) poichè ha potuto contare sulla fatica, sulla forza e sulla fantasia espresse e profuse e dispiegate dalla generazione immediatamente precedente. Un sacerdote, che non ho mai apprezzato e da cui in adolescenza ho preso le distanze (senza pentirmene nemmeno un po', sebbene abbia celebrato il mio matrimonio) un giorno disse che la nostra era la generazione che sarebbe stata in grado di godere ma non di costruire: egli sosteneva la teoria della ripetizione ciclica della Storia, tanto cara a Giovan Battista Vico, secondo la quale la prima generazione crea e costruisce e fa sorgere dal nulla il benessere di cui la seconda gode e (forse) riesce anche a mantenere, mentre la terza distrugge e fa a pezzi e raccoglie solo i cocci (ammesso e non concesso che riesca a sopravvivere). Questo accade, secondo tale teoria, perchè si perde la memoria delle origini, del sudore e delle lacrime e del sangue che hanno pagato il prezzo degli obbiettivi e delle comodità conquistate; questo accade perchè si perde la capacità di leggere i segni dei tempi; questo accade perchè trionfa l'egoismo, il liberismo, i lassismo dei costumi...e via così, con le solite litanie distillate da millenni di teologia morale largamente predicata ma, nell'ombra, spesso e volentieri dimenticata e messa da parte. Io non ero d'accordo allora e non lo sono tuttora, poichè ho sempre cercato di mantenere una autonomia di giudizio in ogni ambito della mia vita: del resto, chi è senza peccato scagli la prima pietra, disse il Falegname di Palestina. Avevo altri progetti per la mia esistenza, nell'ultimo ventennio del Ventesimo secolo, e una sola certezza nel primo del Ventunesimo: non ne ho realizzato nemmeno mezzo! Ho perso tempo rincorrendo modelli e sogni altrui, non adatti a quelle che erano le mie potenzialità, mi sono semplicemente adattato al contenitore come farebbe e fa l'acqua da millenni: sono colpevole di averle scoperte troppo tardi, quando non avevo altro da perdere, nonchè di non avere ancora il coraggio di rischiare e giocare tutte le mie carte fino in fondo. Per questo motivo, sostengo qui che la mia generazione ha goduto di tanta fortuna e di tanta bellezza che finirà con lei: la pandemia dovuta al COVID-19 è soltanto l'inizio.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2020 Immagine di Orazio Nullo "Nature revenge"