giovedì 26 marzo 2020

Letti & piaciuti : Enrico Pandiani "Ragione da vendere" 2019 Rizzoli



 LA FAMIGLIA, NONOSTANTE TUTTO...
di Claudio Montini

Il successo degli umanoidi sul resto degli animali che popolano questo singolare pianeta, orbitante intorno a una stella nana gialla, è dovuto in buona parte a fattori casuali e a caratteristiche peculiari tra le quali uno spiccato senso di appartenenza a una cerchia, a un gruppo, a un insieme di soggetti eterogenei eppure attratti e legati gli uni agli altri da funi (talvolta catene, ma più spesso prevalgono le prime) immateriali e invisibili e, tuttavia, in grado di fornire loro sostegno, energia, coraggio e salvezza nei momenti critici dell'esistenza. Il superamento della soglia della sopravvivenza implica l'elaborazione di un concetto nuovo: si passa dall'idea di branco a quella di famiglia, con tutte le articolazioni e le implicazioni e le priorità che si scambiano di posto nella scala che misura la vita. Eccola, la RAGIONE DA VENDERE che Enrico Pandiani infonde in questo romanzo, parola abusata quant'altre mai eppure altrettanto adeguata e pertinente, collocato nella collana Nero Rizzoli da Rizzoli Libri (con la benedizione di Mondadori S.p.A., nel 2019, detentrice della proprietà letteraria). Non si tratta più solamente di un nuovo episodio della fortunata saga de Les Italiens, che si imbattono casualmente in un traffico internazionale di reperti archeologici rubati, in cui l'equipe del commissario Mordenti risolve il caso con inseguimenti e proiettili a profusione e proditorie azioni da commando: la macchina da presa che lo scrittore torinese padroneggia con efficacia e sicurezza è puntata sui dettagli umani e personali di tutti gli interpreti di questa storia, dettagli che diventano l'ossatura e il sistema nervoso di questa affascinante e, apparentemente, leggiadra creatura. Una sparatoria sotto casa di Alain Servandoni mentre ha ospite a cena Pierre Mordenti apre la caccia ai malviventi e a un probabile reperto archeologico di alto valore; in principio, quel che i buoni hanno in mano è un furgone con il cadavere di un uomo britannico ma, via via, scoprono che una giovane donna è sparita senza dare spiegazioni, che ci sono cocci di un antico manufatto apparentemente vecchio di secoli, che ci sono molti denari in gioco e molti ce ne sarebbero per chi è disposto a chiudere gli occhi, che alcuni non hanno alcuno scrupolo a prendersela con donne e bambini pur di raggiungere i propri scopi. C'è un ventaglio di inclinazioni umane davvero notevoli declinate, composte e descritte in una narrazione che non lascia respiro ma diverte e affascina per la freschezza e il ritmo del linguaggio semplice, diretto, essenziale ma corretto nella coniugazione e, merce assai rara, nella punteggiatura: mentre lo si legge, RAGIONE DA VENDERE (Rizzoli “Nero” 2019) è un romanzo che si “vede” grazie alle scelte linguistiche e stilistiche di Enrico Pandiani che continua, sempre più decisamente, l'affrancamento da tutte le etichette che gli addetti ai lavori o i sostenitori, semplicisticamente, provano ad appiccicargli addosso scomodando i “mostri sacri” del genere poliziesco. Piaccia o no, questa è un'opera di letteratura italiana che si assume anche compiti pedagogici e sociologici, poiché veicola messaggi chiari e netti col pretesto di essere soltanto uno strumento di evasione ottimamente congegnato, scritto e prodotto. Volete un esempio? Eccolo.
“[...] In quell'edificio immenso, [...] a un tratto mi ero sentito piccolo e insignificante, del tutto inadeguato a ciò che mi veniva richiesto ogni giorno. Avevo capito, in quel momento, che senza le persone che avevo attorno, che lavoravano con me e mi volevano bene, tutto sarebbe stato più difficile. Restava l'amaro in bocca per quella vicenda che si era risolta con una sconfitta […]. Per questo, avevo solo voglia di tornare a casa, farmi una doccia, bere dell'alcol e togliermi di dosso tutto lo sporco che avevo accumulato in quei giorni […]. Sentivo pure il bisogno di ritrovare la normalità di quella stramba famiglia che mi si era creata attorno, con i suoi problemi, le tensioni, ma anche il benessere che mi dava e al quale ancora non mi ero del tutto abituato. Ero certo che potesse salvarmi o rigenerarmi o darmi qualcosa di concreto in cui credere e sperare. [...]”  (RAGIONE DA VENDERE di Enrico Pandiani per Rizzoli, 2019 pagina...ebbene scopritelo da soli!) 
Già lettore appassionato e attento ma anche uomo del suo tempo ben sintonizzato sulle onde lunghe e medie e corte della vita quotidiana, lo scrittore torinese riesce a vendere al lettore, non la sua ricetta per un mondo migliore, ma la sola universale ragione che muove il sole e le altre stelle ed è in grado di battere egoismo e ingordigia. Siamo di fronte a un romanzo d'amore, di guardie e ladri, di ingordi e di egoisti, di genitori e figli, di uomini e di donne tesi alla soddisfazione o al benessere o a un futuro più giusto e libero; siamo di fronte a un'opera letteraria che, forse, non vincerà mai rinomati premi di valenza nazionale ma, tuttavia, deve essere premiata con una lettura accorata e approfondita perchè riesce a presentare la vita degli esseri umani, che è semplice quanto complessa nello stesso tempo, insieme all'antidoto contro le sue tossine ovvero la fonte delle cellule staminali in grado di ripararla, ricostruirla, rinviare all'infinito la sua estinzione: la famiglia, nonostante tutto...

©2019 Testo di Claudio Montini
©2019 Immagine di copertina di Iacopo Bruno/theWorldofDOT art director Francesca Leoneschi

sabato 21 marzo 2020

Notturno - episodio 6 : Il ritratto della salute

Saggia riflessione

di Claudio Montini


Portami via da questo posto e da questo tempo: sento che la mia vita è altrove e qualcun'altro la sta vivendo.
Dove vorresti andare?
Altrove, non importa dove, mi basta che sia lontano... Persino oltre l'arcobaleno. Mi basterebbe che fosse in un tempo e in uno spazio in cui mancasse la paura che i sogni possano dare da mangiare, da bere e da dormire sotto un tetto che non sia fatto di stelle.
Carta, penna, parole e colori non sono più efficaci e sufficienti a costruirlo, a crearlo, ad averlo tutto per te qui e ora e ogni volta che ti nausea lo spettacolo della vita?
No! La carta brucia e si consuma, nella penna si secca l'inchiostro e i colori svaniscono con lo sgranarsi del rosario dei giorni: inoltre, le parole, se nessuno le scrive, si perdono nel soffio di ogni vento che solleva la cenere e la polvere che annichiliscono inchiostro e colori. Rimangono solo buio e silenzio rotto da frastuono volvente che si avvicina e, in breve, si allontana in cerca di un bar aperto che serva conforto e caffè, bibite e ristoro a chi attraversa la notte per incontrare il mattino o, almeno, per vincere una mano contro il destino.
Invece lo troverà chiuso come tutti gli altri, secondo la legge vigente, per evitare il diffondersi del contagio da virus sconosciuto. La notte, ora, è più calma e il giorno respira meglio.
Sì, lo so. L'ho sentito: l'hanno detto anche in televisione per farci stare calmi e convincerci che non tutti i mali vengono per nuocere. Intanto, però, le persone muoiono a mazzi e s'infettano a mucchi e cataste inimmaginabili, mentre i pochi guariti non saranno mai più come i sani.
Come tutti gli scampati, non saranno certo il ritratto della salute ma avranno ancora in mano altre carte da mettere sul tavolo e fare il proprio gioco: chi muore giace, chi resta si da pace.
Allora non ci sono grosse alternative: possiamo solo spingere la ruota che porta il domani davanti alla nostra finestra. Se c'è ancora una briciola di fortuna in una tasca, io avrò ancora te come specchio alla mia faccia insieme alle mani che frugano in quelle di questo vestito, di carne e di sogni, ogni giorno più vecchio e stropicciato che mai.
Altrimenti?
Saremmo là dove ancora non mi sai portare, nemmeno quando chiudo gli occhi.
Sai perfettamente che non dipende da me...
Rifletti un poco e arriverai dove le strade non hanno nome, dove il tempo non ha più lancette da fare girare, dove il colore è solo luce da contemplare insieme allo spirito di tutte le cose.
Sarebbe una fuga ciò che mi stai proponendo? Questa sarebbe la tua soluzione ultima? Sai bene che ti seguirei perchè sono prigioniero in questo vetro ed esisto solo se tu ti pari davanti a me, ma bada: chi scappa in cerca della vita che crede di meritare, quasi sempre, non la trova e spreca quella che già possiede.

© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night"

Gli episodi precedenti sono stati pubblicati il 16 e il 25 gennaio 2020, 1 e 10 febbraio 2020, 11 marzo 2020

giovedì 19 marzo 2020

Festa del papà 19 marzo 2020

Ciao Carletto!
di Claudio Montini
"Ogni cosa a suo tempo e ogni cosa ha il suo posto" avresti detto chiudendo uno di quei nostri colloqui senza parole, durante i quali avrei pagato tutto l'oro del mondo per assistere al turbine di pensieri che vorticavano dentro quel tuo enorme cuore. Lo so, lo so bene che c'era posto per tutti e che avevi una strada da indicare per ciascuno di noi: persino se fosse stata quella per quel paese a espletare bisogni fisiologici solidi sopra un tappeto di rigogliose e puntute ortiche, ti avremmo incontrato a metà strada appoggiato alla tua biciclcetta, con le maniche della camicia bianca arrotolate, la Marlboro fumigante all'angolo della bocca come Marlowe o John Wayne, pronto a spiegarci col palmo e la gnutticatura (come Camilleri farebbe dire a Montalbano) che la direzione giusta era un'altra fino a prenderci per la collottola come gattini e rimetterci sul giusto sentiero. Magari aggiungendo un poderoso "46" di collo pieno sulle natiche, come un rinvio di Giuliano Sarti per Mazzola, come incoraggiamento. Ma se cadevamo, eri subito pronto ad aiutarci nel rialzarci: se, poi, ci facevi la ramanzina, era solo per essere certo che avessimo imparato la lezione che la vita ci aveva dato. Mantenere il sangue freddo, ragionare e risolvere il problema, al limite, tamponare la situazione e mettersi al sicuro: dopo, ci sarebbe stato tutto il tempo per recriminare e cavillare e questionare (in questo eri un maestro, come nello sdrammatizzare!). Io ci ho provato e ci provo ancora ad essere così, anche se non ho avuto la possibilità (forse era destino che andasse così) di scattare una fotografia simile a questa di oltre cinquant'anni fa. Ciao Carletu, ciao papà! 

© 2020 Testo di Claudio Montini - foto 1968 Claudio e Carlo a Celle Ligure (SV)

mercoledì 18 marzo 2020

domenica 15 marzo 2020

Emergenza Covid-19: ce la faremo!

Riusciremo a caro prezzo
di Claudio Montini

La preoccupazione cresce e si va a sommare a tutte le altre che, quotidianamente, non lasciano la mente mai vuota. Diventa difficile, persino, scrivere per uno come me che ha fatto della composizione letteraria l'arma principale nella lotta alla paura e al panico: infatti si pongono solo due opzioni, per altro antitetiche, al pensiero che si sforzi di elevarsi provano a immaginare scenari e direzioni alternative o, quanto meno, ulteriori rispetto alla contingenza. Ciò che si deve fare per superare il momento critico attuale, aumentando le probabilità di scampare la disgrazia incombente, sono note e ossessivamente ripetute da ogni mezzo di comunicazione; latitano, invece colpevolmente a mio parere, suggerimenti e indicazioni chiare sul da farsi mentre si è impegnati nella difesa passiva, mentre cioè si è dietro la barricata e in trincea; ancora di più non si vedono né si sentono bozze di ragionamento su quali cambiamenti, miglioramenti, evoluzioni e trasformazioni sperimenteremo o subiranno usi e costumi e consuetudini una volta superata la pandemia virale, scelleratamente o fraudolentemente sottovalutata dall'intero villaggio globale. A dispetto di quanti si ostinano a dividere il terzo pianeta orbitante intorno a una nana gialla in settori, distretti, quadranti, stati, aree, regioni e feudi e contadi e califfati o emirati tracciando linee immaginarie o stendendo cortine di ferro e filo spinato, sparando ad altezza d'individuo e a tutto quel che si muove, a dispetto di tutti loro e di coloro che lucrano su questo dato di fatto e su quello dell'aspirazione di ogni essere vivente alla felicità, un essere vivente non senziente (almeno non nell'accezione che gli homo sapiens sapiens attribuiscono al termine) si è fatto beffe di gabbie e controllori e antagonisti vari viaggiando senza clamore alla conquista dei substrati ideali dove proliferare. Un virus, così mi hanno insegnato durante le lezioni di biologia in terza liceo (ma anche in quinta elementare e in terza media), è null'altro se non un involucro proteico complesso (poiché dotato di enzimi e recettori specializzati nella difesa e nella colonizzazione) posto a protezione di materiale genetico facilmente e rapidamente riproducibile (ovvero DNA e RNA pronto a prendere il controllo di cellule ospiti) nel caso in cui esso venga a contatto con "ambienti" o sostanze nutritive adatte. Non ha bisogno di ossigeno: solo di carbonio e di idrogeno e loro composti: esistono da prima delle piante, su questo pianeta, anzi, probabilmente a loro si deve la fecondazione degli oceani primordiali, quando sua la crosta ha iniziato a raffreddarsi. Con una platea di sette miliardi di individui a disposizione, sempre tesi alla frenetica ricerca del benessere e della felicità, scambiata spesso con l'appagamento dei bisogni primari e di quelli secondari ma voluttuari, quindi sempre in movimento lungo la crosta del pianeta, credevate davvero che bastasse chiudere cieli e frontiere o negozi o porte di casa o parchi o spiagge o punti di ristoro per fermare la sua cavalcata trionfale, lasciando morti e infettati sul prato del giardino altrui?  Stiamo pagando l'arroganza di crederci il vertice del creato così come l'ignoranza riguardo all'infinitamente piccolo e all'infinitamente grande: è una partita che siamo destinati a perdere perchè la tecnologia ci ha illusi di essere invincibili, infrangibili e insostituibili. Di più: la razionalità ha ucciso la compassione, la fantasia, la lealtà in nome del profitto. 

© 2020 testo di Claudio Montini 
© 2020 immagine " Biological Hazard" di Orazio Nullo

mercoledì 11 marzo 2020

Notturno - episodio 5: Dialogo allo specchio

La paga dell'occhio

di Claudio Montini


- Credi ancora che sia un sogno? O un incubo?
- Non penso, non sogno e non credo più da tempo… Da troppo tempo… Da molto prima che cominciassi a farlo tu.
- Se è così, che te ne fai del giorno? Cosa vai cercando nella notte?
- Lo lascio scorrere senza stare fermo, ingannandolo con un frenetico impegno, così: mi invento qualsiasi scusa e qualsiasi cosa per non farmi trovare inoperoso dall'istante successivo, sebbene io non sia in grado e capace di fare nulla in modo corretto o, quanto meno, soddisfacente. Eppure lo stratagemma ha successo, desta interesse positivo se non ammirazione: mi consente di ascoltare, annuire, assentire, talvolta persino approvare e poi seguitare a fare come mi pare, come mi piace e come mi è più comodo.
- Sì, va bene… So bene come sei fatto: ma non hai detto nulla della notte...
- Quella è una parentesi che apro e chiudo senza fare rumore per nascondermi alla vista della coscienza che mi viene a cercare, a interrogare, a rimproverare per ogni parola non detta o mancata.
Quando non sono davanti a te, bussa inutilmente alle palpebre chiuse: io sono già scappato nel buio di piombo del sonno, inseguito da altri accidenti che recitano copioni dalle trame incomprensibili e dalle battute a me sconosciute.
- Ora capisco perchè tu non riesca a guardarmi negli occhi che per pochi secondi: quando ti lavi le mani per ritornare alla finestra fatta di corrente elettrica, ripeti lo stesso gesto e la stessa intenzione di chi condannò a morte un innocente...
- Non sono Dio e nemmeno Ponzio Pilato! 
- Ma sei me! Non l'altra metà, il lato oscuro e nascosto, il retro della maschera: sei "me" in un altra dimensione, dove ti è concesso ingannarti e ubriacarti con la fantasia per pensarti migliore e differente da ciò che sei effettivamente.
- Mi arrendo: tu sei la paga dell'occhio che reclama il diritto di sancire e registrare ogni momento, che sia vittoria o fallimento, illusione o discernimento.

© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" Atelier Des Pixels collection

16 gennaio: episodio 1               10 febbraio: episodio 4
25 gennaio: episodio 2
01 febbraio: episodio 3

domenica 8 marzo 2020

Quando tutti intorno fanno rumore...

Minima immoralia
di Claudio Montini

Il messaggio che sta passando non è affatto edificante, ma almeno un risultato lo ha ottenuto: ha disintegrato la maschera ipocrita che in sette decenni ha nascosto la vera natura degli italiani. Siamo una manica di irresponsabili che è più facile sottomettere che educare e governare, pressappoco una mandria di bufali coi primi sintomi della mucca pazza. Non prendetevela a male così in fretta: per fortuna esistono delle eccezioni, dei campioni inascoltati di misura e buon senso, un discreto numero di idealisti e sognatori a oltranza. Purtroppo gli stronzi (si riconoscono perchè fumano in inverno e galleggiano in estate, oltre a pretendere di avere sempre l'ultima parola persino nelle chat rooms) sono la maggioranza, la stragrande maggioranza, ed esprimono l'intera classe dirigente e la totalità dell'arco costituzionale. Io sono contento che al Quirinale ci sia un Uomo e un Politico e un professore universitario del calibro e dello spessore umano, etico e professionale come l'onorevole dottor professor Sergio Mattarella così come lo sono del dottor professor Giuseppe Conte che, giorno dopo giorno, rivela doti da statista di razza e non da miope politicante come non se ne vedevano più dai tempi di Amintore Fanfani (Democrazia Cristiana) o Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana). Bettino Craxi, pace all'anima sua, non ha avuto la pazienza né la lungimiranza di tenere a freno l'orgoglio e calarsi per lasciare passare la piena, come recita un vecchio proverbio siciliano: ha scelto l'esilio dimenticando che la morte di Sansone e dei filistei non portato né pace né prosperità a Israele e alla Palestina cui, inspiegabilmente per me, teneva molto. Tutti e tre questi personaggi del passato recente della Repubblica Italiana, messi al posto dell'attuale inquilino di Palazzo Chigi, io, che sono nessuno e non ho competenze politiche o amministrative di alcun genere, son certo in maniera quasi assoluta che avrebbero agito nel medesimo modo in cui ha operato l'attuale Presidente del Consiglio, il capo della Protezione Civile Nazionale, il ministro della Salute, dei Trasporti (l'Italia è stata tra i primi a chiudere lo spazio aereo e gli scali ai voli da e per la Cina, suscitando anche l'irritazione dei diplomatici del gigante asiatico), le forze armate e di polizia. A molti miei concittadini, me compreso, certe raccomandazioni emanate dalle autorità sembrano emerite sciocchezze ma, rispettarle e modificare il mio stile di vita, non mi costa assolutamente niente né limita il mio senso di libertà: sul lungo periodo, immagino che addirittura esse possano migliorare lo stile di vita italiano purgandolo da sciocche e nefaste e assurde abitudini d'importazione. Sì: proprio quegli eccessi, sotto gli occhi di tutti noi anche nei paesi piccoli e piccolissimi come Sairano o Lomello, che abbiamo imputato alla globalizzazione o alla modernità o alla evoluzione dei costumi perchè non avevamo il coraggio di ammettere che avevamo sbagliato a dimenticarci della buona educazione, del rispetto reciproco, dell'onestà e della lealtà. Quanti morti dovremo contare ancora prima di aprire gli occhi e le orecchie parlando, poi, con una voce sola che venga dal cuore per asseverare l'unico vero comandamento, ama il prossimo tuo come te stesso?

©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "How deep is the sea?" Atelier Des Pixels collection 
 

Poeti e poesie di gran classe: Massimo Pistoja e Carolina Gonzalez "Il Ricordo di un Amore"

Vedere, ascoltare e meditare per credere!
https://youtu.be/fMsDBfypzBA
Anche chi traduce una poesia in un altro idioma è, giocoforza, poeta in sé stesso. Carolina Gonzalez ha incontrato la poesia di Massimo Pistoja in New York City e l'ha fatta sua perchè già in italiano le restituiva pace, serenità, positività; poi ha voluto vestirla con la sua voce per rendere manifeste le belle sensazioni che provava e la passione, con un atto del tutto naturale, l'ha portata a volgerle nella lingua madre (lo spagnolo) e in inglese (la lingua del lavoro e dell'America in cui vive) facendo risuonare e riverberare e rilanciare ancora meglio la bella energia che Massimo Pistoja sa infondere ai suoi versi, apparentemente semplici perchè cristallini, mai banali né scontati e meno che mai artefatti.
Claudio Montini


Testi di Massimo Pistoja e Carolina Gonzàlez diritti riservati agli autori - condiviso da YouTube.com

domenica 1 marzo 2020

Il giorno aggiunto dell'alieno di casa

Tre settimane a primavera
di Claudio Montini

Si chiude il mese di Febbraio, con molte meno certezze per il futuro e una paura in più: l'epidemia, a lungo negata e sottovalutata o brandita come una clava apocalittica, sta facendo più danni di quanti se ne potessero prevedere e mettendo a nudo inettitudini, carenze strutturali e mentali, meschinità quant'altre mai ne siano emerse nel secolo breve che ci siamo lasciati alle spalle da appena un ventennio e in quelli che lo hanno preceduto. Nei film della serie di James Bond, almeno in quelli in cui era ancora vivente Ian Fleming che tirava le orecchie a sceneggiatori troppo fantasiosi, c'era una organizzazione mondiale segreta dedita al malaffare la quale, per puro amore del profitto e del vil denaro, distribuiva morte e soprusi e distruzione con equanime perfidia in tutto il globo terracqueo; insomma, c'era un drago malefico e un San Giorgio britannico, ma di natali scozzesi, che lo atterrava e gli mozzava il capo restituendo pace in terra agli uomini di buona volontà, in una scala minore e laica rispetto al Divino Falegname di Nazareth che di sangue ha sparso solo il suo, vittima innocente di burocrati e ipocriti in un processo farsa e in un rimpallo di responsabilità. Fino alla fine del secondo millennio era indispensabile trovare un cattivo cui addossare tutte le colpe del mondo, non per risolvere o arginare il problema ma per morire serenamente con la coscienza tranquilla. Nel millennio nostro, quello della comunicazione in tempo reale e senza barriere di spazio e di tempo, quello dei videogiochi in cui si possono perdere anche due vite o tre e poi ricominciare facendo ingoiare alla macchina un'altra monetina, quello in cui si possono manipolare fotografie e parole e persino i ricordi piegandoli ai propri bisogni (compreso quello di dimenticare in fretta), quello del numero accettabile di morti per andare avanti a negoziare, quello del tanto erano vecchi e malati e anche inutili (meglio che se ne siano andati e abbiano smesso di pesare sulle nostre spalle e sulle nostre tasche), in questo terzo millennio appena iniziato e già tanto deteriorato non cerchiamo più di capire o di spiegare o di conoscere: cerchiamo vendetta e salvezza individuale, ridendo e saltando come scimmie impazzite mentre la foresta e la savana e la nostra stessa casa bruciano.
Il vertice dell'evoluzione animale, capace di lasciare la superficie del pianeta che lo ha pasciuto, ha intimamente sperato che la Cina arginasse da sé l'onda lunga dell'attacco di una forma di vita semplice, forse non senziente in senso stretto, ma altamente scaltra e abile a mutare se stessa per recuperare nuove risorse e territori in cui crescere e moltiplicarsi; in parole semplici, come mi insegnarono al terzo anno del liceo, un virus è un involucro composto da proteine ed enzimi che contiene catene di amminoacidi e molecole ansiose di replicarsi, affascinanti al punto tale di ingannare e spremere fino all'osso per questa loro missione tutti gli organismi più complessi che incrociano la loro rotta. Se l'avessimo rinvenuto nell'esplorazione di un esopianeta, avremmo gridato al miracolo e sbrodolato di gioia e di parole lasciando galoppare la fantasia verso improbabili incontri ravvicinati del terzo tipo esseri viventi alieni: invece l'alieno vive da milioni di anni in mezzo a noi, ha cambiato faccia e pelle ma non sistema e noi ci rendiamo conto della nostra impreparazione quando diventiamo il suo pasto o il suo terreno di coltura.
Abbiamo ancora tre settimane a separarci da primavera: allora vedremo quali rose avvelenate fioriranno; nel frattempo, seguitiamo a dormirci sopra o a scannarci tra di noi.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine Orazio Nullo "Boomerang" Atelier des Pixels collection