giovedì 31 agosto 2023

Ci sono molte cose tra cielo e terra... - GLI ATOMI volume 16 "Sessanta secondi sospesi" (2023)

Claudio Montini 

Sessanta secondi sospesi

GLI ATOMI micro-romanzi per chi va di fretta
Volume 16  (2023)

disponibile in e-book e cartaceo

kobo.com ISBN 1230006530594 (epub2)
amazon.com - amazon .it ASIN B0C7Y8WT2J (mobi)
amazon.com - amazon. it ISBN 9798398247640 (cartaceo)

In un teatro improbabile, va in scena una favola tragica con sei protagonisti impossibili, inesistenti e immaginari che recano in loro molti aspetti tipici del genere umano: ma lo spettacolo dovrebbe essere appannaggio del solo regista e organizzatore dell'universo, un'apertura di credito in misericordia per chi crede in Lui.

Nei secoli dei secoli, gli sono stati attribuiti molti nomi e poteri e tutto ciò lo ha molto divertito, anche se conosceva in anticipo ciascun finale di ciascuna storia. 
[...] Non ti sopravvivrò, almeno questo mi è stato risparmiato... 
Questa è la sola cosa di cui io possa menare vanto, se non si considera il fatto che io abbia vissuto sessanta secondi più di ogni altra creatura dell'universo.
Un minuto d'amore, alto come il cielo e profondo come il mare, insegna più di una vita a correre e cadere: tutto il resto è fatica sprecata e tempo perso. [...]
Eppure, cielo e terra si toccano nell'intersezione in cui nascono i sogni, anche dopo le peggiori disgrazie e il corollario di dubbi che il dolore amplifica e sottolinea, affinché si riaffermi la speranza in una vita migliore anche dopo quella spesa in questa valle di lacrime. 
Dopo tutto, questo è già un miracolo e chi vi ha assistito, chi lo ha vissuto, così come chi ve lo sta raccontando, non può fare altro che ringraziare la smisurata pazienza di Colui Che Lassù Risiede: un sogno non restituisce la vita ma aiuta a vederla e, forse, a viverla meglio tanto al di qua che al di là.

©2023 Testo di Claudio Montini
©2023 Immagine di Orazio Nullo


martedì 29 agosto 2023

A Lomello (PV), sua maestà torna sempre molto volentieri...

 

BENVENUTA TEODOLINDA!

di Claudio Montini

Bentornata in questo cuneo di terra, incomprensibile come il tassello che si fa all’anguria per capire se sia buona o ti abbiano rifilato una “saponetta” insipida: alla fine lo capisci solo al primo boccone della prima fetta.
E’ una terra strana, che tutti bramano ma nessuno ama; dove la Storia passa ed è passata ogni giorno, ma non si è mai fermata; è una terra senza memoria e senza cuore perché l’unico valore che non scade è aver pance e borse piene, il resto del mondo vada pure in malora.
Voi, regina Teodolinda, lo sapete bene, l’avevate già capito quando avete seppellito i vostri mariti; voi, costretta a scappare persino dalla capitale del regno, avete accettato un altro guerriero nel letto matrimoniale ancora tiepido affinché quel popolo, che era diventato il vostro amato popolo, non avesse a patire lutti e pene d’una guerra di successione: soltanto a Lomello non hanno mai smesso di ricordare le nozze col duca di Torino, momento unico in cui la Storia si è fermata a riposarsi in riva all’Agogna per ricominciare.
Bentornata in questa terra illusa e avvelenata dal commercio e dal progresso, dove non si semina più grano ma cemento armato, dove si strappano ghiaia e sabbie dal suo ventre per riempirlo di rifiuti e fanghi industriali, dove nessuno si vuole sporcare né le vesti né le mani: ci piace far fortuna senza muovere un dito, magari accodandoci ai furbi e ai vincenti, sicuramente invidiandoli a morte.
Pavia sapeva, faceva, ascoltava e curava: Pavia ha smesso anche di ricordare perché il passato è solo vecchio ciarpame da buttare.
I vecchi, inascoltati, si vendicano pretendendo silenzio anche da chi ha ancora tutta la vita da campare.
Benvenuta, Teodolinda signora di Pavia, di Lomello e di Longobardia. 
(©2011 testo Claudio Montini Selfpublisher)

Il programma completo della rievocazione delle nozze regali tra Teodolinda e Agilulfo, che va in onda da oltre un decennio (se la memoria non mi inganna...), lo potete reperire sul portale dedicato al turismo locale (quindi non solo per ciò che riguarda il secondo fine settimana di settembre, bensì per tutto l'anno in cui si può decidere di venire a visitare il borgo antico),  www.portamialomello.it mentre le prenotazioni si possono inoltrare all'indirizzo mail e al numero di telefono che vedete nella fotografia.
Sarete i benvenuti, come sua maestà...

©2023 Testo supplementare Claudio Montini  
©2023 Immagine c/o profilo Facebook di Pro Loco Lomello A.p.s.




domenica 20 agosto 2023

Letti & Piaciuti: LE SABBIE DI MARTE di Arthur C. Clarke (1951) - Oscar Mondadori (2015)

SULLE ALI DELLA FANTASIA
MA NON SOLO...

Le sabbie di Marte di Arthur Charles Clarke (1951)

Edizione speciale Oscar Mondadori 2015

di Claudio Montini

Raccontare una storia è come salire su un'astronave per viaggiare nel tempo e nello spazio: è lo strumento più inafferrabile, più inattaccabile, inossidabile di cui l'uomo di ogni epoca storica sia stato in grado di dotarsi. 
Il ragionamento è valido anche nella prospettiva degli ascoltatori o dei lettori, poichè consente loro di essere contemporaneamente in due distinti punti dell'universo, reale o virtuale che sia. 
Gli ingredienti, le strutture, gli schemi, al netto della lingua peculiare del narratore stesso, sono i medesimi dagli esordi o, se preferite, dall'invenzione della necessità di trasmettere alle generazioni successive la memoria o la testimonianza della propria esistenza: cambiano i contesti storici, forse gli scenari o i fondali contro cui recitano la loro parte i vari personaggi ma i temi rappresentati sono sempre uguali, pur risentendo del gusto o delle mode contingenti all'epoca in cui le storie mitiche e i poemi e i romanzi vengono prodotti. 
Anche LE SABBIE DI MARTE (1951, prima edizione UK "The sands of Mars"; 1952 prima edizione italiana per i tipi di Arnoldo Mondadori Editore in Milano, nella collana Urania) di Arthur Charles Clarke non sfugge a questo paradigma di massima sebbene sia stato il titolo che ha inaugurato una fortunatissima collana di romanzi di fantascienza, o meglio, di narrativa avventurosa con ambientazione scientifica e tecnologica, I romanzi di Urania, i quali hanno spesso e volentieri anticipato scenari e sviluppi determinatisi nei decenni successivi, usando la leva immaginifica e fantastica sulla mole di dati e scoperte e invenzioni che la corsa allo spazio e allo sfruttamento dell'energia atomica mettevano a disposizione di narratori brillanti e ben addestrati da una solida cultura letteraria classica. 
LE SABBIE DI MARTE non è soltanto un romanzo di fantascienza, tempietto per appassionati del genere e dell'inverosimile così come dell'eccezionale ma impossibile, da relegare a prodotto di serie "B" o a passatempo da ombrellone in spiaggia: è un romanzo nel senso più pieno del termine e figlio legittimo dei suoi tempi, con una vicenda sicuramente calata in un una realtà più lontana nel tempo e nello spazio (l'azione si svolge in un domani non specificato e addirittura sulla superficie di un'altro pianeta del sistema solare) che, tuttavia, si rivela specchio della natura umana così come lo sono stati i prodotti degli autori britannici e francesi e anche italiani pubblicati negli ottant'anni che hanno preceduto la sua uscita. 
Clarke, noto ai più per essere l'autore del racconto 2001: odissea nello spazio (divenuto romanzo solo alcuni anni dopo la realizzazione dell'omonimo lungometraggio diretto da Stanley Kubrick), pagina dopo pagina, si rivela come uno squisito autore britannico ottocentesco poco vittoriano, privo di sussiego e paludamenti retorici (merito anche della traduzione di Maria Gallone, per l'edizione speciale del 2014 nel catalogo degli Oscar Mondadori?), cioè ricco di agilità e freschezza e ritmo incalzante ovvero una scioltezza e scorrevolezza narrativa invidiabile anche dai narratori moderni e contemporanei, incapaci (a mio parere) di imitare il suo stile esatto come un'equazione di Maxwell (con cui aveva dimestichezza dati i suoi studi universitari compiuti grazie a una borsa di studio per meriti di guerra: per inciso, Arthur Clarke aveva servito nella RAF come addetto al radar e aveva anche contribuito al miglioramento dell'efficienza dello strumento stesso) miscelato alla immediata fruibilità o sagacia del miglior Dickens o del più ispirato Oscar Wilde. 
Infatti, l'occhio indagatore o di ripresa non è puntato sulla macchina o sullo spazio extraterrestre o sulla paura dell'una o dell'altra cosa, bensì sulla rinata curiosità dell'essere umano e sulla sua propensione a spostare in avanti il confine e in alto il limite delle proprie capacità, facendo sì che diventi casa e patria anche un mondo lontanissimo, totalmente diverso da quello natio, spesso ostile e ignoto e apparentemente vuoto rispetto ai canoni con cui si definiscono gli organismi viventi. 
In estrema sintesi, questo è anche il compito del protagonista, giornalista e scrittore di romanzi di fantascienza (quale ironia: non della sorte ma tipicamente e sottilmente britannica!), incaricato dai mezzi d'informazione terrestri di documentare i progressi della colonizzazione marziana e della qualità dei viaggi interplanetari di linea destinati a collegare stabilmente i due pianeti: infatti egli è imbarcato sull'astronave a propulsione atomica battezzata col nome greco del pianeta rosso, Ares. 
Viaggio e soggiorno saranno formativi e rivoluzionari per lo scrittore in questione, poiché riuscirà a fare pace col suo passato e a intravedere un nuovo futuro per sé proprio lì, lontano dalla Terra. 
Il messaggio di LE SABBIE DI MARTE è quanto mai esplicito, come si usava in molte opere del romanticismo inglese e del positivismo francese di fine XIX secolo: il progresso tecnologico e il radioso futuro che ci attende aiuteranno la specie umana a superare tutte le difficoltà e le brutture cui è andata incontro nel recente passato, compresa la II guerra mondiale e il difficile dopoguerra che ne è seguito sia sul piano economico che politico. 
Non si deve dimenticare che il libro esce a soli sei anni dalla fine degli eventi bellici più devastanti del secolo breve, i quali hanno stremato l'economia e la popolazione dell'Impero britannico, non solo quelli dei nemici sconfitti: c'è voglia di riscatto, di libertà, di benessere da ritrovare insieme a cose nuove da sognare, perchè no? 
Come tradizione anglosassone, per cui le opere letterarie degne di questa etichetta, devono avere una morale, devono insegnare qualcosa, devono indicare una via d'uscita lecita verso la felicità del genere umano: questo compito implicito, Arthur C. Clarke lo svolge egregiamente avvolgendo il lettore, tanto contemporaneo quanto posteriore a lui stesso, in un una trama avvincente ma anche sobria e agile al punto che anche il lettore più distratto, o discontinuo, ritroverà sempre il filo del discorso e inquadrerà la scena in atto, come se stesse assistendo a teatro a una rappresentazione dai tempi serrati e gli arredi e le scene essenziali ma funzionali agli sviluppi della vicenda narrata. 
Alla fine, si esce e si uscirà dal teatro e dalle pagine di LE SABBIE DI MARTE (1951) di Arthur Charles Clarke (1917-2008), con la netta sensazione di aver capito meglio qualcosa di noi stessi come elementi della civiltà degli esseri umani più che come semplici spettatori di una escursione oltre i confini della realtà, a bordo delle ali della fantasia.

©2023 Testo di Claudio Montini
©2023 Immagine di Orazio Nullo

venerdì 4 agosto 2023

La nostra fortuna - Notturno: seconda stagione - puntata numero 9

L'intelligenza è contagiosa...
di Claudio Montini

La nostra fortuna è quella di vivere in questo tempo ingrato, sbandato, trafelato: vogliono farci credere che la disgrazia e la tragedia siano dietro l'angolo, non so chi siano di preciso, ma stanno seminando paura e ribrezzo con crescente successo.
Eppure si balla e si va in vacanza, si fa l'amore e lo si immagina, si nasce e si muore, si mangia e si beve, si patisce e ci si ribella, si grida e si tace, si ride e si piange senza vergogna, senza pudore, senza rispetto per la memoria, per la dignità, per sé stessi.
Il mondo continua a girare come la ruota di un mulino, colpita e spinta dall'acqua del destino che corre al mare del futuro che a sua volta, diventa passato e non macina più: è un giro di valzer abbracciati a uno sconosciuto chiamato destino, per comodità di linguaggio più che per sapiente necessità.
Finchè saremo tutti, piccoli o grandi, belli o brutti, alti o bassi, magri o grassi, uno o centomila per colore, in grado di sognare, di inventare segni o suoni o parole o tutte queste cose insieme, di trasmettere e tramandare o anche soltanto di raccontare qualcosa a qualcuno, nulla ci farà più del male: nemmeno il rischio di morire, perchè sapremo farci ricordare tanto dagli amici che dagli sconosciuti.
A volte, sempre meno della stupidità, l'intelligenza è contagiosa...

©2023 Testo di Claudio Montini
©2015 Immagine di Augusta Belloni

mercoledì 2 agosto 2023

Lavori in corso?... No, in italiano!!


Piccoli lavori, ostinatamente, in corso... Pardòn, in italiano: c'est plùs facìle!!
di Claudio Montini

Ieri sera ho terminato il viaggio in compagnia di Loredana e Beniamino, su al Passo del Brallo (PV): è stato bellissimo entrare nelle loro vite e guardare con i loro occhi, più o meno, quarant'anni di storia patria vissuti ai margini, o se preferite, ai confini della Storia con la esse maiuscola, quella che resterà sui libri perchè già passata sui giornali o sui grandi mezzi di comunicazione. Sì, mi sono fatto gli affari di gente comune, come faccio sempre quando mi viene di scrivere un romanzo breve: gente che ama, che fatica, che scampa a un lager nazista o viene estratta neonata e viva dalle macerie dell'ultimo (inutile) bombardamento alleato su Pavia, che scappa dalla città in cerca della terra promessa, ostinatamente a sud e la trova al Passo Del Brallo (Brallo di Pregola-PV) o a Varzi (PV), grazie alla Luna, a un lupo e una jeep in un campo...
Ora lo lascio riposare, come si usa con i dolci... E intanto "lavoro" su quello successivo che ho già imbastito!!