sabato 21 marzo 2020

Notturno - episodio 6 : Il ritratto della salute

Saggia riflessione

di Claudio Montini


Portami via da questo posto e da questo tempo: sento che la mia vita è altrove e qualcun'altro la sta vivendo.
Dove vorresti andare?
Altrove, non importa dove, mi basta che sia lontano... Persino oltre l'arcobaleno. Mi basterebbe che fosse in un tempo e in uno spazio in cui mancasse la paura che i sogni possano dare da mangiare, da bere e da dormire sotto un tetto che non sia fatto di stelle.
Carta, penna, parole e colori non sono più efficaci e sufficienti a costruirlo, a crearlo, ad averlo tutto per te qui e ora e ogni volta che ti nausea lo spettacolo della vita?
No! La carta brucia e si consuma, nella penna si secca l'inchiostro e i colori svaniscono con lo sgranarsi del rosario dei giorni: inoltre, le parole, se nessuno le scrive, si perdono nel soffio di ogni vento che solleva la cenere e la polvere che annichiliscono inchiostro e colori. Rimangono solo buio e silenzio rotto da frastuono volvente che si avvicina e, in breve, si allontana in cerca di un bar aperto che serva conforto e caffè, bibite e ristoro a chi attraversa la notte per incontrare il mattino o, almeno, per vincere una mano contro il destino.
Invece lo troverà chiuso come tutti gli altri, secondo la legge vigente, per evitare il diffondersi del contagio da virus sconosciuto. La notte, ora, è più calma e il giorno respira meglio.
Sì, lo so. L'ho sentito: l'hanno detto anche in televisione per farci stare calmi e convincerci che non tutti i mali vengono per nuocere. Intanto, però, le persone muoiono a mazzi e s'infettano a mucchi e cataste inimmaginabili, mentre i pochi guariti non saranno mai più come i sani.
Come tutti gli scampati, non saranno certo il ritratto della salute ma avranno ancora in mano altre carte da mettere sul tavolo e fare il proprio gioco: chi muore giace, chi resta si da pace.
Allora non ci sono grosse alternative: possiamo solo spingere la ruota che porta il domani davanti alla nostra finestra. Se c'è ancora una briciola di fortuna in una tasca, io avrò ancora te come specchio alla mia faccia insieme alle mani che frugano in quelle di questo vestito, di carne e di sogni, ogni giorno più vecchio e stropicciato che mai.
Altrimenti?
Saremmo là dove ancora non mi sai portare, nemmeno quando chiudo gli occhi.
Sai perfettamente che non dipende da me...
Rifletti un poco e arriverai dove le strade non hanno nome, dove il tempo non ha più lancette da fare girare, dove il colore è solo luce da contemplare insieme allo spirito di tutte le cose.
Sarebbe una fuga ciò che mi stai proponendo? Questa sarebbe la tua soluzione ultima? Sai bene che ti seguirei perchè sono prigioniero in questo vetro ed esisto solo se tu ti pari davanti a me, ma bada: chi scappa in cerca della vita che crede di meritare, quasi sempre, non la trova e spreca quella che già possiede.

© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night"

Gli episodi precedenti sono stati pubblicati il 16 e il 25 gennaio 2020, 1 e 10 febbraio 2020, 11 marzo 2020

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