domenica 15 marzo 2020

Emergenza Covid-19: ce la faremo!

Riusciremo a caro prezzo
di Claudio Montini

La preoccupazione cresce e si va a sommare a tutte le altre che, quotidianamente, non lasciano la mente mai vuota. Diventa difficile, persino, scrivere per uno come me che ha fatto della composizione letteraria l'arma principale nella lotta alla paura e al panico: infatti si pongono solo due opzioni, per altro antitetiche, al pensiero che si sforzi di elevarsi provano a immaginare scenari e direzioni alternative o, quanto meno, ulteriori rispetto alla contingenza. Ciò che si deve fare per superare il momento critico attuale, aumentando le probabilità di scampare la disgrazia incombente, sono note e ossessivamente ripetute da ogni mezzo di comunicazione; latitano, invece colpevolmente a mio parere, suggerimenti e indicazioni chiare sul da farsi mentre si è impegnati nella difesa passiva, mentre cioè si è dietro la barricata e in trincea; ancora di più non si vedono né si sentono bozze di ragionamento su quali cambiamenti, miglioramenti, evoluzioni e trasformazioni sperimenteremo o subiranno usi e costumi e consuetudini una volta superata la pandemia virale, scelleratamente o fraudolentemente sottovalutata dall'intero villaggio globale. A dispetto di quanti si ostinano a dividere il terzo pianeta orbitante intorno a una nana gialla in settori, distretti, quadranti, stati, aree, regioni e feudi e contadi e califfati o emirati tracciando linee immaginarie o stendendo cortine di ferro e filo spinato, sparando ad altezza d'individuo e a tutto quel che si muove, a dispetto di tutti loro e di coloro che lucrano su questo dato di fatto e su quello dell'aspirazione di ogni essere vivente alla felicità, un essere vivente non senziente (almeno non nell'accezione che gli homo sapiens sapiens attribuiscono al termine) si è fatto beffe di gabbie e controllori e antagonisti vari viaggiando senza clamore alla conquista dei substrati ideali dove proliferare. Un virus, così mi hanno insegnato durante le lezioni di biologia in terza liceo (ma anche in quinta elementare e in terza media), è null'altro se non un involucro proteico complesso (poiché dotato di enzimi e recettori specializzati nella difesa e nella colonizzazione) posto a protezione di materiale genetico facilmente e rapidamente riproducibile (ovvero DNA e RNA pronto a prendere il controllo di cellule ospiti) nel caso in cui esso venga a contatto con "ambienti" o sostanze nutritive adatte. Non ha bisogno di ossigeno: solo di carbonio e di idrogeno e loro composti: esistono da prima delle piante, su questo pianeta, anzi, probabilmente a loro si deve la fecondazione degli oceani primordiali, quando sua la crosta ha iniziato a raffreddarsi. Con una platea di sette miliardi di individui a disposizione, sempre tesi alla frenetica ricerca del benessere e della felicità, scambiata spesso con l'appagamento dei bisogni primari e di quelli secondari ma voluttuari, quindi sempre in movimento lungo la crosta del pianeta, credevate davvero che bastasse chiudere cieli e frontiere o negozi o porte di casa o parchi o spiagge o punti di ristoro per fermare la sua cavalcata trionfale, lasciando morti e infettati sul prato del giardino altrui?  Stiamo pagando l'arroganza di crederci il vertice del creato così come l'ignoranza riguardo all'infinitamente piccolo e all'infinitamente grande: è una partita che siamo destinati a perdere perchè la tecnologia ci ha illusi di essere invincibili, infrangibili e insostituibili. Di più: la razionalità ha ucciso la compassione, la fantasia, la lealtà in nome del profitto. 

© 2020 testo di Claudio Montini 
© 2020 immagine " Biological Hazard" di Orazio Nullo

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