sabato 25 gennaio 2020

Memoria e urne nel Bel Paese non si incontrano mai

Le convergenze parallele

di Claudio Montini


La giornata della memoria dovrebbe essere una prescrizione medica obbligatoria, non solo una ricorrenza di calendario, in un Paese che è stato protagonista degli orrori che questa dovrebbe stigmatizzare. Italiani, brava gente? Ma quando mai… La dimostrazione, l'ennesima non richiesta ma sbandierata ai quattro venti con tutto il corollario di penose polemiche, l'ha data il più ignominioso e inutile ex ministro degli Interni dei primi settantaquattro anni della Repubblica Italiana; per giunta ratificata e testimoniata dalle telecamere del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, ovvero finanziato direttamente e indirettamente dai suoi stessi spettatori. Funzionava così anche i tempi del Duce, ai tempi di Stalin, di Hitler, di Ceausescu, di Honecker, di Tito e di Franco o Pinochet: e, appunto se come popolo italiano non avessimo la memoria di un pesciolino rosso da sagra paesana, avremmo dovuto rabbrividire e indignarci per quel gesto becero e per tutte le nefandezze compiute, almeno a partire da Tangentopoli in poi, da parte di coloro che si sono auto proclamati campioni o esponenti del nuovo che avanza, della famigerata Seconda Repubblica. Invece, noi popolo bue e campioni di mugugno muto, pronti a sorridere al nuovo mezzadro che ci carica e cinge il giogo sulle spalle frustandoci il culo per avviarci alla fatica quotidiana, ci siamo divisi in tifoserie pronte a dar battaglia in nome di paladini che intascano laute prebende e tondi stipendi solo per far sudare la lingua, senza la benché minima preoccupazione per la nostra condizione o per la nostra salute. Non aspettatevi nulla dallo Stato, inteso in tutte le sue espressioni di potere previste dalla Costituzione, vale a dire legislativo e amministrativo e giudiziario: persino Luigi Einaudi, nel momento stesso in cui lo pensava, sapeva bene che il buon senso del buon padre di famiglia non aveva mai nemmeno sfiorato il DNA dei figli di buona donna che, privi di scrupoli ma avidi e ansiosi di rimpinzare il proprio portafogli, non hanno esitato a mietere vite umane e grano che non avevano seminato riducendo a brandelli lo Stivale Italico, il dantesco "Bel Paese dove 'l si suona". Ogni volta che saremo chiamati alle urne, facciamo un favore a noi stessi e alla nostra coscienza: andiamo a mettere quel segno di matita sulla scheda elettorale, magari ogni volta su uno diverso, affinché a nessun buffone possa mai più essere concesso di mettersi a capo di una moltitudine di ignoranti, smemorati e disperati.
© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Shoah memorial day" - Atelier Des Pixels collection

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