mercoledì 29 gennaio 2020

Letti & piaciuti: Marco Buticchi STIRPE DI NAVIGATORI (Longanesi, 2019)

Marco Buticchi STIRPE DI NAVIGATORI
Longanesi - 2019

UN POZZO INESAURIBILE

di Claudio Montini

La storia dell'umanità è un pozzo inesauribile da cui si possono attingere fluidi e lieviti con cui impastare sogni, suggestioni, sensazioni, ipotesi e congetture. Spesso, senza volerlo, si finisce per azzeccare la sequenza esatta dei fatti e delle motivazioni che li hanno causati. Di più: autori e lettori riescono addirittura ad aprire reciprocamente gli occhi su realtà e periodi storici apparentemente distanti da loro, eppure convergenti e speculari e sintonizzati perfettamente con gli avvenimenti mondiali odierni. Questo accade puntualmente con ogni opera prodotta da Marco Buticchi che in STIRPE DI NAVIGATORI (Longanesi, 2019) conferma e convalida e consolida (se mai ce ne fosse ancora bisogno) la sua maestria nel tratteggiare le sfaccettature e gli spigoli dell'animo e della natura umana, tanto quelli positivi quanto quelli negativi, combinando piani narrativi e scenari storici eterogenei a una prima vista superficiale ma saldamente concatenati nella linea logica del tempo, inteso come dimensione fondamentale della narrazione stessa. Attraverso un solido palinsesto drammaturgico, la grande cura nel delineare tanto i personaggi quanto gli ambienti in cui essi si muovono, l'attenzione spasmodica al ritmo e alla scorrevolezza della lingua italiana scevra da ammiccamenti regionali o tecnicismi, così corretta sul piano grammaticale e sintattico e semantico, Buticchi prende per mano il lettore sin dalla prima pagina e lo fa accomodare a bordo del suo vascello magico per condurlo in una crociera lungo il tempo e lo spazio e tutti gli accidenti che una simile navigazione nei destini degli esseri umani, reali o inventati che siano, comporta. Riga dopo riga, pagina dopo pagina la STIRPE DI NAVIGATORI affronterà la tratta degli schiavi razziati dalla madre Africa per lo sfruttamento del Nuovo Mondo mentre in quello Vecchio si enucleavano i primi geni dell'Illuminismo; si perderà nel pantano della guerra del Vietnam e nel saccheggio post coloniale del continente nero durante tutto il XX secolo, non senza gettare uno sguardo sulle macerie di Lisbona sconvolta da un sisma di notevole intensità e dalla successiva mareggiata che spazzò la costa nella metà del secolo XVIII, annientando ciò che il movimento tellurico aveva risparmiato. Il lettore, avvinto dalla scrittura elegante e mai banale e sempre agevolmente fruibile, assisterà, protetto dal vascello di Marco Buticchi, alle vicissitudini di uomini e donne che hanno saputo restare umani e giusti e veri quando tutto intorno a loro crollava, si deteriorava, si ispirava e si uniformava ai peggiori istinti criminali e predatori. STIRPE DI NAVIGATORI (ed. Longanesi, 2019) scritto da Marco Buticchi non è l'ennesimo capitolo della saga sulle avventure di Oswald Breil e della moglie Sara Terracini, intenti e tesi a salvare il mondo dal male e dalla malavita (in questo caso, cinese) con l'equipaggio della loro residenza galleggiante, la nave Williamsburg. Certo non mancano i due personaggi che tanta fortuna hanno dato allo scrittore spezzino, ma i veri protagonisti sono l'amore che lega due fratelli figli del cuore dell'Africa e il continente nero stesso, oggetto per secoli di brame e interessi che hanno considerato gli esseri umani che lo popolano alla stregua di una fastidiosa necessità. Dunque, la lettura di quest'opera che, più d'ogni altra, merita l'appellativo di romanzo, è doverosa e salutare per le specularità e i parallelismi e gli echi che emergono dalla superficie della trama avvincente: sicuramente essi sproneranno ogni lettore, già intrattenuto con elegante e sagace intelligenza, a migliorare la padronanza della lingua italiana e a gettare uno sguardo più attento e disincantato alle radici dei mali correnti ai giorni nostri. Alla fine, lasciatemelo dire: leggere STIRPE DI NAVIGATORI di Marco Buticchi fa bene al cuore, all'anima, alla testa e anche alla lingua nazionale.

© 2020 Testo e fotografia di Claudio Montini

martedì 28 gennaio 2020

Rivedersi dopo sette anni

Una briciola di passato
di Claudio Montini


La fotografia che vedete qui accanto è del 2013 ed è stata realizzata con una delle prime macchine fotografiche elettroniche compatte; era un prototipo, nemmeno molto fortunato, realizzato da Fuji Film e regalato da Esso (Exxon Oil Co. Europe) a coloro che facevano la raccolta punti legata al rifornimento di carburante o al cambio olio al motore, all'incirca un decennio prima della data dello scatto. Quante ne ho passate, in sette anni, e quante ne ho scritte di storie e di parole rendendomi sempre più consapevole che questa, la voglia e la capacità di scrivere, potesse essere la monetina che Colui Che Lassù Risiede mi ha messo in mano prima di spedirmi giù, in questa valle di lacrime. Tanto ai cattolici quanto ai laici, almeno una volta nella vita sarà capitato di sentire entrare nelle orecchie la parabola dei talenti, ovvero, dei soldi che circolavano nel Vicino Oriente (impropriamente oggi chiamato Medio Oriente, nell'uso corrente) o West Bank come l'hanno sempre chiamato i nipoti di sir Winston Churchill; secondo la narrazione dei quattro evangelisti, fatto più unico che raro, un padrone affida agli operai una quota di denaro da impiegare e far fruttare in sua assenza: ci provano tutti tranne uno che la nasconde in una buca nella sabbia, pensando che almeno non avrebbe rischiato di perderla. Sarà l'unico ad essere punito e scacciato con ignominia. Io ho cominciato allora, sette anni fa appunto, a togliere la mia "monetina" dalla buca in cui l'avevo nascosta seppure fossi già consapevole che la strada per il successo sarebbe stata lunghissima e asperrima, priva di soddisfazioni materiali e povera anche di quelle morali: eppure ogni volta che scrivo un post o realizzo un ebook o un cartaceo che autopubblico, dentro, mi sento come se avessi fatto una grande impresa o parte del mio dovere o, addirittura, qualcosa che mi piace e che mi fa bene e mi fa sentire grande. Ogni volta che posso parlare dei miei libri e delle mie storie, anche con un solo amico o con un solo sconosciuto, io mi sento uno scrittore e mi sento in pace e in sintonia con l'universo intero e il suo Creatore.

© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2013 Immagine di Claudio Montini

lunedì 27 gennaio 2020

Finale di partita: pareggio...!

Uno a uno e palla al centro...
di Claudio Montini


Il fiume di parole ad effetto che ci ha travolto mentre eravamo intenti a vivere, alla meno peggio, le nostre disgrazie provando a cavarci d'impaccio non si arresterà quando l'ultima scheda sarà stata scrutinata. Avranno vinto tutti e nessuno avrà colpe per non aver attirato a sé le simpatie dei cittadini: come se bastasse solo quello a risolvere i problemi, le ingiustizie, i difetti congeniti. I guai delle popolazioni chiamate a scegliere i propri amministratori sono ancora tutti lì e stanno erodendo fiducia e vita di chi vive in quelle lande dominate, tra l'altro, tanto al nord quanto al sud, da banditi con la faccia pulita che conoscono benissimo la situazione e i teatri in cui evoluiscono e prosperano, poiché sono in grado di conoscere anche quello che allo Stato è meglio non dire, non far vedere, non fare intuire che tanto non potrebbe capire, che ci aggiustiamo tra noi, che ce l'abbiamo noi la soluzione a tutti i tuoi problemi. Probabilmente finiranno per pareggiare, le due armate Brancaleone, che hanno distribuito ignobili esibizioni di efficienza e moralità in barba, non solo alla legge elettorale vigente, ma anche insultando l'intelligenza dei loro potenziali sostenitori: quelli con le fette di prosciutto sugli occhi, la ghiaia nel cervello e la sabbia nelle scarpe (per non dire di paraocchi e tappi nelle orecchie) ovvero gli asini pronti a ragliare e sventolare bandiere a comando, ruminando sciocchezze e sputandole ai quattro venti come fossero sentenze di Cassazione non si sono minimamente scomposti, sono sempre pronti a suonare fanfare anche e soprattutto quando dovrebbero correre a cercarsi buche nel bosco abbastanza profonde per nascondere la propria vergogna. Si spartiranno la torta a metà, faranno il funerale agli ex alleati ormai smascherati (nella loro pochezza) e decaduti nell'irrilevanza, si aggiusteranno il nodo della cravatta e il fondoschiena sulla poltrona in attesa della prossima consultazione elettorale. Signore e signori, il governo non cade e va avanti: a noi non resta che stringere ancora una volta i denti e spingere il carro lungo il sentiero, sperando che non termini con un burrone.

© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2016 Immagine di Orazio Nullo "Electoral promises" - Atelier Des Pixels

sabato 25 gennaio 2020

Notturno - episodio 2: Le colonne del Terzo Millennio

Le colonne del Terzo Millennio
di Claudio Montini 
Non c'è perdono per chi rivendica ignorando il dolore altrui e per chi dimentica per quieto vivere. Non c'è pace per colui che si ostina a ricordare perchè, chiusi gli occhi, la pelle non può dimenticare.
Non c'è riposo per costui e neppure per colui che ascolta, assetato di verità, e sceglie di trasmettere il sapere ai figli della luce, ignari e ingenui e inermi, affinché le ombre dei figli delle tenebre non possano cinicamente, sadicamente, ferocemente, vilmente annientarli e ridurli a brandelli, dissolvendoli nel fumo di un camino o spargendone le ceneri nel vento e, anonime, nel mondo.
Le colonne su cui poggia quest'ultimo, ora come allora e come domani prossimo venturo, saranno quelle della partita doppia: attivo e passivo, entrate e uscite, fatture e incassi, costi e ricavi, saldo contabile e dividendi, numeri creditori e debitori. 
Gli strumenti e le vie per raggiungere gli obbiettivi commercialmente utili e rilevanti, sono del tutto irrilevanti: così come gli esseri umani che sono e si renderanno necessari al compimento, alla realizzazione, alla glorificazione della ragione e dello scopo sociale dell'azienda.
Non ci sono più giovani e vecchi e sani e malati e donne e bambini; non ci sono mai stati e non saranno più categorie della mente nel terzo millennio che, a poco a poco, sta lasciando cadere la sua maschera o il suo sudario privo di pudore, di ingenuità, di vergogna: gli affari sono affari, gli ideali sono chiacchiere per belve già sazie.

© 2020 testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" - Atelier Des Pixels

Memoria e urne nel Bel Paese non si incontrano mai

Le convergenze parallele

di Claudio Montini


La giornata della memoria dovrebbe essere una prescrizione medica obbligatoria, non solo una ricorrenza di calendario, in un Paese che è stato protagonista degli orrori che questa dovrebbe stigmatizzare. Italiani, brava gente? Ma quando mai… La dimostrazione, l'ennesima non richiesta ma sbandierata ai quattro venti con tutto il corollario di penose polemiche, l'ha data il più ignominioso e inutile ex ministro degli Interni dei primi settantaquattro anni della Repubblica Italiana; per giunta ratificata e testimoniata dalle telecamere del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, ovvero finanziato direttamente e indirettamente dai suoi stessi spettatori. Funzionava così anche i tempi del Duce, ai tempi di Stalin, di Hitler, di Ceausescu, di Honecker, di Tito e di Franco o Pinochet: e, appunto se come popolo italiano non avessimo la memoria di un pesciolino rosso da sagra paesana, avremmo dovuto rabbrividire e indignarci per quel gesto becero e per tutte le nefandezze compiute, almeno a partire da Tangentopoli in poi, da parte di coloro che si sono auto proclamati campioni o esponenti del nuovo che avanza, della famigerata Seconda Repubblica. Invece, noi popolo bue e campioni di mugugno muto, pronti a sorridere al nuovo mezzadro che ci carica e cinge il giogo sulle spalle frustandoci il culo per avviarci alla fatica quotidiana, ci siamo divisi in tifoserie pronte a dar battaglia in nome di paladini che intascano laute prebende e tondi stipendi solo per far sudare la lingua, senza la benché minima preoccupazione per la nostra condizione o per la nostra salute. Non aspettatevi nulla dallo Stato, inteso in tutte le sue espressioni di potere previste dalla Costituzione, vale a dire legislativo e amministrativo e giudiziario: persino Luigi Einaudi, nel momento stesso in cui lo pensava, sapeva bene che il buon senso del buon padre di famiglia non aveva mai nemmeno sfiorato il DNA dei figli di buona donna che, privi di scrupoli ma avidi e ansiosi di rimpinzare il proprio portafogli, non hanno esitato a mietere vite umane e grano che non avevano seminato riducendo a brandelli lo Stivale Italico, il dantesco "Bel Paese dove 'l si suona". Ogni volta che saremo chiamati alle urne, facciamo un favore a noi stessi e alla nostra coscienza: andiamo a mettere quel segno di matita sulla scheda elettorale, magari ogni volta su uno diverso, affinché a nessun buffone possa mai più essere concesso di mettersi a capo di una moltitudine di ignoranti, smemorati e disperati.
© 2020 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Shoah memorial day" - Atelier Des Pixels collection

domenica 19 gennaio 2020

Ridi di cuore


Lascia tutto com'è: prima o poi, ritorno.
Lascia tutto come l'hai visto quel giorno,
Lascia tutto come se aspettassi l'inverno.

Non anima viva condividerà o verrà a consolarti,
Non albe o tramonti s'avvieranno ad angustiarti,
Non altri gesti assaliranno le tue spalle già forti.

Toccherà al silenzio, al contesto, al contorno
Incendiare il vuoto di malinconia e accusarti
D'aver tracciato e lastricato vie per l'inferno.
Allora, amore mio, ridi di cuore: sarò lì a salvarti.

©2020 testo di Claudio Montini
©2019 Immagine di Orazio Nullo "Best days are not ended"



giovedì 16 gennaio 2020

Notturno - episodio 1 : Overture

Overture


di Claudio Montini


Scruto il buio, con occhi spenti, in cerca di un nuovo orizzonte oppure di una prospettiva.
Il vuoto schianta l'anima, l'atterrisce, la strema lasciandola esangue come uno strofinaccio imbrattato di segni, di lividi, di simboli.
Il selciato dei giganti su cui fingo di correre, senza arrivare mai, è sferzato da aliti impetuosi e lacrime di stelle al sentore di salsedine e sabbia e posidonia. 
Secoli vicini e secoli lontani sono ombre sbiadite nella memoria collettiva, troppo angusta per contenerli e poco avvezza ad interrogarli: solo così si spiega la fortuna degli astrologhi e dei loro oroscopi fasulli.
Le stelle hanno ben altro da fare che starci a guardare: devono bruciare e annodare l'universo con i loro campi gravitazionali affinché non si sfilacci, non collassi, non esploda per tornare a contrarsi e liberare nuova luce o nuova vita. 

© 2020 Testo di Claudio Montini 
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night"

sabato 11 gennaio 2020

In lei non v'era più luce

Buio appeso al cielo


Daniela ha gettato la sua croce
e ha smesso di seguirlo, senza voce;
Lui, forse, neppure il tonfo ha sentito:
così non le ha impedito
di appendere sé stessa al cielo,
come un vestito o un vecchio velo.
Daniela stava in mezzo a tanta gente
che non ha visto né sentito niente:
chi più, chi meno, tutti convinti
d’avere scalogne ben più importanti,
lacrime da spendere in propri accidenti,
per passare oltre e tirare avanti.
Daniela è passata davanti allo specchio
ma non ha più trovato la sua parte, l'occhio:
tremano anche i forti davanti a tanto vuoto,
non c’è corazza contro i dardi della sorte,
non c'è rimedio al supplizio del destino.
Daniela già sapeva che c’è alla fine della valle,
ma aveva troppi segni e piaghe sulle spalle;
era stanca di correre contro il vento,
di contentarsi del bacio di un momento,
di sprecare la voce in un deserto vuoto,
di sprofondare incatenata al vivere quieto.
Daniela ha lasciato a noi la sua croce,
il giorno in cui in lei non v'era più luce:
l'ha gettata a noi capaci di dimenticare
ciò che non ci piace abbracciare,
ciò che non riusciamo a vedere,
ciò che non sappiamo perdonare.

©2018  Testo di Claudio Montini (revisionato nel 2020) diritti riservati all'autore 
©2016  Immagine di Orazio Nullo "Life different prospect"

mercoledì 8 gennaio 2020

Rivelazioni per il nuovo anno: buoni propositi - episodio 3

Claudio Montini - Self portrait - 2016

Ecco in cosa credo

di Claudio Montini

Essere nati sotto il segno dei Gemelli implica la coabitazione di due spiriti inquieti nello stesso corpo: essi, per di più, amano dialogare tra di loro...

"Credi al destino o all'oroscopo in fondo al giornale?" 
"Né all'uno, né all'altro: quando parlo, guardo negli occhi di chi mi ascolta; quando leggo uno scritto, siano poesie o aforismi o racconti o romanzi, metto gli occhi nello sguardo di chi scrive e scruto la sua anima più di quanto egli stesso non riesca ad immaginare. Così imparo sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di me che non sapevo di possedere: lo imparo qui sulla terra e non tra le stelle." 
"Allora, è come l'acqua del fiume che cambia il legno e il sasso mentre li porta via…" 
"Sì, ma se li porta al mare… Dove c'è tanto da capire, tanto da imparare, tanto da vedere ed è la culla da cui tutto ricomincia…" 
"Ma certo! Come nel ciclo dell'acqua: si lascia il sale alla sabbia e alla polvere, si sale al cielo a rincorrere le nubi che regaleranno alle cime puntute dei monti il candido manto che, a primavera, ruscellerà per la pianura passando di nuovo sotto i nostri nasi, i nostri obbiettivi fotografici e i nostri ponti."

©2016 -2019 Foto e testo di Claudio Montini

Intorno al nuovo anno: buoni propositi - episodio 2

Orazio Nullo (2017) Peculiar Time Machine

La medicina del silenzio

di Claudio Montini

C'è un tempo per ogni cosa, c'è un tempo che corre e uno che va passo d'uomo, c'è un tempo per parlare e uno per stare ad ascoltare. Ma c'è troppo rumore in giro, qualcuno ha deciso che non esistono più ore vuote e le vuole riempire di fuochi fatui e orizzonti tremolanti: che bello sarebbe poter disporre, a portata di mano, di quel bel silenzio profumato di larice e neve e castagne arrostite alla brace del camino, con lo sguardo che segue il profilo delle valli e la mente distratta dalle bollicine che salgono dal fondo del bicchiere. Un toccasana per chi lo può vivere ma anche per chi lo riesce soltanto a immaginare: ci si sente subito rondini ebbre di primavera che planano sui prati appena risorti e guadagnano il nido sotto il tetto per ammirare il ritorno silenzioso e inesorabile alla vita, dettato dall'arco percorso dall'astro che produce luce e calore.

©2017 Immagine di Orazio Nullo - ©2020 Testo di Claudio Montini


Buoni propositi per il nuovo anno - episodio 1


Autunno in Lomellina (2017) di Claudio Montini

La fortuna e il suo contrario

di Claudio Montini

Alza gli occhi al cielo e sorridi alla vita che ti viene incontro: l'uno e l'altra ti ispireranno il modo giusto per dare il meglio di te e tenere ben saldo il timone della tua barca, anche in mezzo alla burrasca o in una tormenta o in una giornata di nebbia gelata in cui persino il sole si è dato malato. La fortuna e il suo contrario non camminano mai a braccetto, ma sanno compensarsi a vicenda come facce della stessa medaglia: è una lezione che si impara giorno dopo giorno ma senza sforzo trovandoti accanto le persone giuste e amandole con generosità e rispetto. Bisogna aver fede, impegnarsi quanto basta, ragionare con la propria testa e pentirsi soltanto di non aver amato mai una goccia di più: dopo tutto, domani è un altro giorno e i ricordi sono biscotti che, col tempo, virano sempre verso un sapore più dolce.

©2017 - 2020 Fotografia e testo di Claudio Montini - diritti riservati all'autore