domenica 7 gennaio 2024

Benvenuto 2024, seconda puntata!

Saper già galleggiare e nuotare

di Claudio Montini 

- Secondo episodio -


La pietà e la compassione erano morte in culla da troppo tempo e sepolte col favore delle tenebre, in una notte senza luna, nella terra più lontana dagli occhi e dal cuore.
A chi gridava più forte andava la vacca e il vitello che, forse, portava in pancia se non se l'erano già giocato d'azzardo.
I venditori di morte spacciata per vita migliore, a colori, senza problemi e senza pensieri non si curano del sudore, del dolore, della fatica, della paura: non lo facevano allora, non lo fanno adesso e mai lo faranno.
Il denaro non odora di questi afrori: non ha alcuna fragranza, a dirla tutta: fruscia, tintinna, si ammucchia, si conta, si muove e si spende come se non ci fosse un domani perchè, esso stesso, aveva già provveduto ad acquistarlo, accomodarlo, arredarlo e gestirlo per riprodurlo facendo in modo che si perdano le tracce delle sue origini.
Dopo tutto, è un servo gentile che diventa padrone e tiranno più del tempo che si mangia le nostre vite: è la chiave che apre le porte delle stanze dei bottoni, è la corda per issarsi sui colli e gli scranni, infischiandosene dei portatori, dei parassiti e delle pedine minori per godersi la vista e l'altura.
Ma una volta in cima, si può soltanto scendere oppure cadere: non siamo fatti per volare, altrimenti avremmo le ali sul dorso.
Il nonno sognava tre sfere d'acciaio a sud dell'ombelico, invece di quattro ruote sotto il sedere, per potersi vantare all'osteria di essere un flipper instancabile e non soltanto un tram chiamato desiderio, raccontando aneddoti piccanti su improbabili notti di fuoco con inesistenti amanti, in posti inventati e visti mai.
Barba fatta, scarpe lucide, lingua sciolta e a Roma si va: non si era accorto che il tempo aveva stinto le camicie e che la Città Eterna era soltanto un punto nero, come tanti altri, sulla faccia curva del mondo.
Andava così e va ancora allo stesso modo nel regno dei piedi per terra, dei morti tumulati solo se freddi e rigidi, dell'uovo oggi e forse la gallina domani, ma solo se è vecchia così ci si avanza il brodo, buono per il risotto con lo zafferano o la zuppa alla pavese che sfamò, persino, il re francese sconfitto tra il Naviglio Leonardesco e il Ticino cinque secoli fa.
Aspettiamo e mormoriamo, masticando bestemmie e bocconi amari, biascicando preghiere imparate male, che il mondo, se è vero che gira come dicono professori e maestri, prima o poi passi anche qui da noi, a visitare le nostre contrade.
La luce, il telefono, il metano e l'acqua del pozzo comunale lo hanno fatto come la ferrovia e io rubo il burro da sposare al pane con la marmellata di arance, per farmi uno spuntino di mezzanotte senza rimorsi ma che mi faccia tornare bambino, seduto sulla sabbia di mare con secchiello e paletta, intento a cantare alle onde che lambiscono i piedi una supplica inventata, affinché si facciano più basse e meno spumose, si quietino quel tanto che basta a farsi abbracciare e cavalcare da un cucciolo di pianura che crede di saper già galleggiare e nuotare.

- continua... -

© 2024 Testo di Claudio Montini
©2018 Immagine di Orazio Nullo "Bitter goblet" - Atelier des Pixels gallery


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