di Claudio Montini
I morti vanno lasciati riposare in pace: non possono più sbagliare, non possono più fare del male, non possono più tradire ma anche difendersi, giustificarsi, spiegare.
Più che la giustizia o l'onore e il rispetto per i loro resti, farebbe assai più comodo a loro un'affettuoso e indulgente e onesto ricordo di ciò che sono stati piuttosto che lacrime e lamentazioni e interpretazioni da parte dei loro eredi, cronisti, interpreti e filologi delle idee che li animarono mentre attraversavano la medesima valle di lacrime: costoro, piaccia o meno ammetterlo, agiscono soltanto in nome della vanità propria dei viventi e del correlato edonismo narcisista.
La storia è scritta dai vincitori, anche per queste ragioni: quella dei vinti non interessa ad anima viva poiché nessuno tifa per i perdenti, né li consola o li sostiene o si mette nei loro panni dal momento che essi hanno scommesso contro il destino, sfidandolo e peccando di presunzione ritenendo di essere dalla parte giusta contro ogni ragionevole dubbio.
Gli eventi che essa registra e raccoglie non si susseguono ma accadono contemporaneamente, sovente impercettibilmente, ma ineluttabilmente fino a farla somigliare a un bizzarro cimitero descritto come un mosaico e dettagliato nelle sue parti, o tessere, da montagne di documenti e reperti atti a nascondere una discarica di macerie, cadaveri e altri effetti collaterali.
Che sia questo il prezzo da pagare per evitare l'estinzione, l'oblio, la fine?
Intanto il mondo continua a girare, nel cosmo senza fine e in continua espansione, tra amori appena nati e altri già finiti mentre alcuni sono solamente immaginati.
© 2024 Testo di Claudio Montini
© 2015 Immagine di Augusta Belloni
© 2024 Testo di Claudio Montini
© 2015 Immagine di Augusta Belloni
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