Un peculiare e immutabile cerchio della vita
di Claudio Montini
Vivevo
ai margini del bosco, dove gli alti fusti non riuscivano ad
attecchire più perché troppo vicini al cielo, al vento e alle
nuvole.
La
montagna non li voleva lì: essa ammetteva la sola presenza di rocce, muschio, fiori
ed erba di contorno a questi perché tutti loro resistevano meglio alla neve e
al gelo e, se morivano, si rendevano utili come nutrimento per la
terra così come per i sopravvissuti.
Questo
valeva fino alla vetta, alla cima, alla punta più alta: quella dove
ogni lupo, che si rispetti, si deve recare per chiedere consiglio alla luna.
Quella
dove ogni lupo, che abbia un briciolo di orgoglio, conosce e accetta il suo destino.
Quella dove ogni lupo
impara ad annusare l'aria che tira, a distinguere gli afrori e a
commettere il minor numero di errori per campare fino all'alba successiva.
Anche
se, alla fine, l'ultima parola tocca all'istinto oltre che al fato.
Come
è accaduto quando io e Beniamino incrociammo i nostri sguardi.
Gli
umani se lo sono dimenticato, si credono i padroni del mondo perché
si illudono di controllare il fulmine e il fuoco e l'acqua che corre
giù per i fianchi della montagna, ma anche loro sono soltanto di
passaggio sotto alle mie stelle medesime, confinati entro un
peculiare e immutabile cerchio della vita.
©2023 Testo di Claudio Montini
©2016 Immagine di Orazio Nullo "Tomorrow compass"
©2016 Immagine di Orazio Nullo "Tomorrow compass"
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