lunedì 6 settembre 2021

La mia monetina - Terza puntata

L'intervista impossibile di Orazio Nullo: il quaderno del palombaro. 
Terza puntata  

(precedenti episodi: 31 agosto e 03 settembre)

Quel quaderno a quadretti si è rivelato essere l'amico discreto che non si dilegua mai, un'autentica ciambella di salvataggio in mezzo al mare, lo capisco bene perchè ci sono passato anche io da quelle forche caudine: siamo circondati da tante parole di vuota solidarietà unite a facce imbarazzate che, per contrasto, sembrano rimproverarti per il tuo stato. Mia madre non avrebbe perso occasione per sottolineare il suo disappunto, qualunque iniziativa prendessi per svagarmi o per cercare una soluzione al problema, come se la mia inattività le rubasse aria o pane a tradimento. Dovevo sempre inventarmi qualcosa da fare, in giardino o fuori casa per evitare i suoi silenzi pesanti: ma è successo così raramente che sono sopravvissuto e il destino mi ha portato altrove a trovare la mia fortuna. A te, invece come è andata?

Te l'ho detto: io sono un palombaro della vita e sovente vado a fondo, non sempre per mia volontà; sono un piazzato ma mai un vincente e scambio un traguardo tagliato in affanno, stravolto dalla fatica, in ritardo rispetto al gruppo dei migliori, come un buon risultato; ricomincio volentieri da capo per fare meglio e finisco per commettere sempre gli stessi errori, anche quando punto i piedi sul fondo per risalire perchè l'argano si è inceppato ma il compressore non smette di pompare aria nello scafandro: sebbene io tocchi il fondo, non ho mai avuto alcuna intenzione di scavare, né fuori né dentro né intorno. 
Ho letto il contenuto di quel quadernetto come se fosse quello di un estraneo e, dal momento che ho peggiorato di molto la mia calligrafia nel quarto di secolo trascorso dai tempi della scuola e del liceo, ho anche fatto una certa fatica a decifrare i miei “geroglifici” tra cancellature e correzioni varie. 
A quarantasei anni, sei troppo vecchio per il mercato del lavoro e troppo giovane per la pensione. 
Così, nel sottoscala della mia follia, è venuto addensandosi il sogno che ho appena cominciato a vivere, quello di diventare uno scrittore e campare delle mie parole stampate, sfruttando gli strumenti e le potenzialità offerte dalla rete internet. 
Dovevo soltanto riversare in elettronico ciò che avevo creato con carta e penna; sicuramente nuove idee sarebbero scaturite anche da quella operazione: me lo disse anche un autore che avevo conosciuto anni prima, un testo non è mai definitivo ma si presta a revisioni ad ogni lettura, come se sfidasse il suo creatore a far emergere il meglio di sé. La tecnologia avrebbe fatto il resto, per lo meno in termini di visibilità, di notorietà e magari di successo anche economico.

Eri affascinato dall'idea che un passatempo potesse diventare una professione? Oppure c'era qualcosa di più profondo, di più meditato che andava oltre il concetto della sensazione e della intuizione?

L'una e l'altra cosa: il delirio artistico strinse d'assedio il mio subconscio con una missione dal sapore di parabola evangelica, forse una eco dei tempi in cui frequentavo la chiesa cattolica con maggiore assiduità. Hai presente la parabola dei talenti? Quella in cui Gesù narra la vicenda dei servi cui il padrone affida delle monete per vedere cosa ne avrebbero fatto in sua assenza, per saggiare la loro lealtà, in buona sostanza: c'è chi li investe con successo, chi invece perde tutto in buona fede, c'è chi li nasconde per timore di non essere all'altezza del compito e combinare pasticci o guai di cui non aveva nessuna voglia di pagare le conseguenze. 
Mi ero convinto di essere uno di questi ultimi, o meglio di esserlo stato per buona parte della mia vita: finalmente potevo, anzi dovevo cavare fuori la moneta, o le monete, che il padrone della casa e della vigna mi aveva affidato fino al suo ritorno e che io, invece, per paura o per la vergogna del giudizio altrui sul mio operato, avevo nascosto sotto la sabbia. Avevo fatto il bravo ragazzo, avevo fatto il mio dovere, ero stato al mio posto ma ugualmente ero stato scartato: non avevo più nulla da perdere, era tempo di spendere questa passione che mi prendeva bene dentro mentre sfogliavo un libro, lo leggevo e lo facevo mio cercando di imitarlo.

Letteralmente folgorato sulla via di Damasco, per Bacco! Hai visto la luce e hai finalmente trovato carta e penna, perchè prima brancolavi nel buio... La scrittura creativa è la tua missione per conto di Dio, come quella dei Blues Brothers?

No, è una seconda opportunità di fare qualcosa di buono lungo il cammino in questa valle di lacrime.
Io credo che, poco prima di precipitare dal paradiso passando per il ventre materno, ci venga data una piccola moneta. 

Essa sarà in grado di regolare o cambiare la nostra vita perchè contiene tutto ciò che ci riesce di fare con grande naturalezza, con piacere, con gioia. Ma, durante il volo, la moneta ci casca dalle mani e si conficca chissà dove nel terreno: così passiamo la maggior parte del tempo che ci è concesso alla sua ricerca, nel bene e nel male. Poi la vita ci bastona, ci apre gli occhi o ce li chiude a seconda del copione già scritto che ha in mano, anche se crediamo di aver trovato quel che ci serve per essere felici. 
No, amico mio, scrivere è un modo per sopravvivere, resistere e arrivare al giorno successivo; è una missione per conto mio: Dio è lassù che se la ride di tutta questa nostra agitazione e verrà un giorno, se non avrà di meglio da fare, per giudicare i vivi e i morti rifacendo tutto da capo.
Allora ci chiederà conto della monetina e di cosa ne abbiamo mai fatto, dell'amore e del dolore, dei baci e degli schiaffi, dati o ricevuti: finalmente nessuno potrà più barare. 
Goethe scrisse, un giorno, che aveva deciso di fare solo ciò che gli piaceva perchè gli faceva bene: poteva permetterselo, certo, era ricco di famiglia e addirittura nobile... 
Ma io ho deciso di fare altrettanto mettendo nero su bianco le storie che la mia fantasia partorisce, dopo essersi nutrita di altre scritte da altri: che abbia trovato la mia monetina?

- Terza puntata -  continua...    (prima puntata 31/08/2021; seconda 03/09/2021)

© 2021 Testo di Claudio Montini
©2015- 2016 Immagini di Orazio Nullo ("Abstract portrait" and Author Image)

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