Da quella domenica di ottobre, Dio come pioveva, non sono più uscito a passeggio in campagna; dal ventotto ottobre 2018, quando ti ho trovato sotto il tavolo disteso e allungato quasi sorridente ma rigido, non ho più pianto tanto quanto ho fatto mentre preparavo la tua ultima cuccia e ringraziavo il cielo, anche se lo facevo a malincuore, di avermi concesso di incontrare un vero e grande e unico amico come te in questa vita. Se mai, per tutti i miei peccati comprese le volte che l'ho invitato a defecare sulle ortiche senza carta igienica, Lui dovesse condannarmi a rinascere, mi piacerebbe che mi facesse cane che incontra un umano come me, un po' sgangherato e stralunato e sempre in cerca del giusto per tutti, uomini e cani: perchè a noi, basterebbe un'occhiata per riconoscerci anche senza annusarci, per andare lontano e sentire tra mille suoni la voce che chiama il nostro nome e tornare sui nostri passi solo per reciproco piacere. Ciao Leone, zio Claudio.
venerdì 29 gennaio 2021
Ciao, Leone (26 gennaio 2006 - 28 ottobre 2018)!
Da quella domenica di ottobre, Dio come pioveva, non sono più uscito a passeggio in campagna; dal ventotto ottobre 2018, quando ti ho trovato sotto il tavolo disteso e allungato quasi sorridente ma rigido, non ho più pianto tanto quanto ho fatto mentre preparavo la tua ultima cuccia e ringraziavo il cielo, anche se lo facevo a malincuore, di avermi concesso di incontrare un vero e grande e unico amico come te in questa vita. Se mai, per tutti i miei peccati comprese le volte che l'ho invitato a defecare sulle ortiche senza carta igienica, Lui dovesse condannarmi a rinascere, mi piacerebbe che mi facesse cane che incontra un umano come me, un po' sgangherato e stralunato e sempre in cerca del giusto per tutti, uomini e cani: perchè a noi, basterebbe un'occhiata per riconoscerci anche senza annusarci, per andare lontano e sentire tra mille suoni la voce che chiama il nostro nome e tornare sui nostri passi solo per reciproco piacere. Ciao Leone, zio Claudio.
martedì 26 gennaio 2021
Letti & Piaciuti: Vincenzo Maimone "LA DISTANZA PIU' BREVE" - Fratelli Frilli Editore - 2020
Vincenzo Maimone
LA DISTANZA PIU' BREVE
Fratelli Frilli
Editore (2020)
HAI MAI VISTO PIOVERE IN UN GIORNO DI SOLE?
di Claudio Montini
Spesso ammiriamo la capacità, di alcuni reduci e sopravvissuti ad
eventi tragici o catastrofici o luttuosi o variamente criminali, di
lasciarsi alle spalle la brutta esperienza per ricominciare a vivere
senza nemmeno immaginare quanta fatica e sofferenza costi a loro.
Pochi narratori si sono avventurati su un terreno tanto incerto e
scivoloso, poiché ricco di variabili e sfumature nonché luci e
ombre persino per gli specialisti indagatori dell'animo umano, quanto
lo è quello del superamento di un trauma e la relativa ricostruzione
esistenziale.
Vincenzo Maimone, col pretesto del tutto apparente di rispondere alle
istanze suggerite dai risvolti e dagli sviluppi della trama
dell'opera immediatamente precedente (SICILIA TERRA BRUCIATA,
Fratelli Frilli Editore, 2016), in LA DISTANZA PIU' BREVE
(Fratelli Frilli Editore, 2020) prosegue la sua
indagine autoptica sui meandri oscuri e sulle risorse razionali,
istintive e animali degli esseri umani scoprendo che, tanto le une
quanto le altre, si situano e si incontrano e si attivano nello
scorrere implacabile della vita e dei giorni partendo dalla
dimensione metafisica posta tra memoria e sentimento.
Siete capaci di immaginare uno spazio più ristretto e intimo, un
punto del cosmo in cui la materia di cui sono fatti anche i sogni sia
più densa e compatta di quella di un buco nero, una distanza più
breve freneticamente attraversata da lampi ad altissima energia in
grado di stimolare, positivamente o negativamente, la vostra
esistenza?
Certo che lo siete e il professor Maimone, pagina dopo pagina e una
riga dopo l'altra, vi indica e rivela e dimostra quale sia LA
DISTANZA PIU' BREVE, non già dall'alto della cattedra di
professore associato in Filosofia Politica presso l'Università di
Catania, forte della sua laurea in Filosofia, ma dall'interno di
tutti i suoi personaggi che smettono di essere “pupi”
manovrati dall'alto in un teatrino di legno e cartapesta colorata
per diventare figure terrene dotate di un mondo interiore che lui
registra e rende senza sconti o giudizi.
Un omicida seriale gode nell'assistere allo scempio provocato nella
vite dei superstiti, altrettanto quanto si pasce della vista dei
trofei espunti ed estorti alle proprie vittime, in quanto ciò
rientra nel piano della sua vendetta; quando si rende conto di non
aver affatto portato a termine la scellerata missione, annientare la
felicità altrui con incubi e timori, accresce la propria acrimonia
contro i presunti colpevoli del suo stato e si lancia in una impresa
cui soltanto la morte può mettere fine.
Invece, la vita o il destino o il fato hanno un peculiare senso della
giustizia, diverso da quello degli esseri umani: sono ostinati ad
andare avanti e superare i propri limiti in cerca di nuovi stimoli,
nuovi amori, nuove mete che guariscano e chiudano le ferite del
presente e i traumi del passato, senza dimenticare ma tentando
nuovamente di afferrare la felicità.
Così il Bene e il Male chiuderanno i loro conti in sospeso nel solo
modo che conoscano da millenni, mentre i protagonisti chiuderanno il
Finale di partita, cui ammicca il sottotitolo, con nuove
consapevolezze e una salutare presa di distanza, un distacco utile a
farle sedimentare e maturare.
Non è una fuga dal dolore, non c'è consolazione che tenga, nemmeno
l'oblio che si concede troppo spesso a fatti brutti di questa nostra
bella penisola: è la vita che va avanti, non si distrugge né si
perde, ma si trasforma anche per chi crede di disporne a suo
piacimento.
Accompagnandoci lungo LA DISTANZA PIU' BREVE (Fratelli
Frilli Editore, 2020), anche la lingua e lo stile letterario di
Maimone si evolvono e maturano ulteriore verosimiglianza e
scioltezza, fragranza di vivere quotidiano e spessore spirituale solo
dove e quando serve al tessuto narrativo, grazie all'attenzione
quanto mai vigile e rigorosa ma delicata per i particolari più
efficaci a illustrare un quadro intero in una o poche frasi, sebbene
esso sia ricco di dettagli e implicazioni: il resto del lavoro,
automaticamente, lo compie l'immaginazione del lettore proiettando
sequenze e sensazioni proprio in quel teatro di posa situato tra la
memoria e il cuore.
Lì si vedrà la pioggia venire giù in una giornata di sole,
esattamente come guardano al futuro e vedono la vita tutti i
sopravvissuti e i reduci e gli scampati alle tragedie che l'hanno
sconvolta: le vittime vivranno, come sosteneva Cicerone, nella
memoria degli amici e degli amati.
©2021 Testo e immagine di Claudio Montini
venerdì 15 gennaio 2021
Letti & Piaciuti: Massimo Pistoja "POESIE D'AMORE" - Intermedia Edizioni (2020)
POESIE D'AMORE
Intermedia Edizioni (2020)
UN GIARDINO MAGICO IN TASCA
di Claudio Montini
Le poesie sono ciambelle di salvataggio gettate da marinai generosi e
lungimiranti nel vuoto cosmico entro cui turbinano, cozzano ,
rimbalzano le esistenze e le convenzioni degli esseri viventi. I poeti sono cacciatori di lucciole e scintille capaci di illuminare
ogni via d'uscita perchè non smettono, nemmeno un solo istante, di
alimentare il lume della ragione: salgono sulle loro fragili, eteree,
improbabili scialuppe in cerca della bellezza, dello stupore,
dell'amore troppo spesso dato per scontato, frainteso, ingannato e lo
immortalano con le parole di tutti i giorni.
Ecco, questa è la forza di Massimo Pistoja in Poesie d'Amore
(Intermedia Edizioni, 2020), tappa più recente di un
percorso iniziato nel 2014 con I Colori della Vita, ribadito
poi nel 2016 con Il tempo di una carezza e nel 2017 con Il
Bacio che non ti ho mai dato, sempre presso Intermedia Edizioni:
avere ripulito da incrostazioni e residui vari, lasciati da
cioccolatini e melodie di facile presa (quando non sciocche
cacofonie), l'energia che muove la materia tanto dell'universo
macroscopico quanto di quello microscopico vestendola di un parlato
quotidiano che la rende afferrabile, assimilabile, accettabile e
ineluttabile anche agli animi più aridi e distratti, cinici e
superbi, cupi e sordi.
Il poeta vigevanese non è solo in quest'impresa per ardimentosi
sognatori, poiché a segnare le cesure tra un componimento e l'altro
sono i disegni a matita di grafite opera di Paolo Vecchio: si tratta
di immagini monocromatiche realizzate con estrema attenzione ai
dettagli e alle sfumature di luce e ombra, tanto da sembrare
fotografie in bianco e nero, suggestive quanto certi lavori di
Cartier-Bresson o di Helmut Newton negli anni '70 del XX secolo.
Vecchio, titolare e padrone assoluto della tecnica di figurazione in
chiaroscuro, spinge le sue creazioni oltre il limite della
verosimiglianza e, persino, oltre i limiti fisici della ripresa
fotografica dotandole di intensità espressiva ed emozionale tale da
spianare la strada alle parole di Pistoja, dare eco e sostegno alla
loro voce (quella del poeta e delle sue parole) e creare l'ambiente
ideale nel quale loro sprigionano tutta la propria benefica e
taumaturgica essenza, sin dalla copertina.
Così POESIE D'AMORE di Massimo Pistoja (Intermedia
Edizioni, 2020), tra le vostre mani e sotto i vostri occhi,
diventa un giardino magico da portare in tasca e una terapia a basso
costo ma ad altissima efficacia contro i veleni e il logorio della
vita moderna assai più di una scatola del noto cioccolatino con
nocciola, del bicchiere di un noto amaro a base di carciofo, di un
ciclo di sedute dallo strizzacervelli.
Comprare (e leggere) per credere perchè l'amore va a nozze con le
parole dei poeti, perchè tutti si fermano ad ascoltare, perchè
tutti vogliono e cercano un sogno per continuare a sperare: tra
queste pagine lo potreste addirittura trovare...
©2021 Testo e fotografia di Claudio Montini
martedì 5 gennaio 2021
L'anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va...
di Claudio Montini
di quest'anno rotondo
che ha chiuso il suo cerchio
fatto di spigoli nascosti,
spine impreviste e amare sorprese.
Si stende un altro sudario,
guardando al calendario
con occhio non più temerario
ma carico e colmo di attese,
giorno per giorno, mese dopo mese,
per la scienza che ripari le offese
di quest'anno rotondo
fatto di spigoli nascosti,
spine impreviste e amare sorprese.
c'è chi rimane a bocca asciutta,
c'è chi non la racconta giusta,
Ma la commedia è davvero finita,
la maschera finalmente è caduta
la fortuna, ora, vuole essere pagata.
di quest'anno rotondo.
sai che non puoi fare altrimenti
per uscir vivo da simili accidenti.
©2020 Immagine di Orazio Nullo "Vanity fair" - Atelier Des Pixels
domenica 3 gennaio 2021
Notturno: Episodio 16 - La missione umana
di Claudio Montini