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Disponibile solo in formato elettronico.
© 2021 Testi di Claudio Montini
©2021 Immagine di Orazio Nullo per Atelier Des Pixels
Claudio Montini
Claudio Montini
LA MIA MONETINA
l'intervista impossibile di Orazio Nullo
LE SCINTILLE: tracce per sogni elettrici
Volume 1
ebook only (MOBI, ma presto anche epub)
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©2021 Testo di Claudio Montini
©2021 Immagine di Orazio Nullo
Non sono mai io a decidere di scrivere un libro: è la storia stessa o uno dei suoi personaggi che fa il nido nella mia testa, troppo ingombra di pensieri e ricordi e suggestioni, si trova bene, si rifocilla e mi sceglie affinché io sia il mezzo per cui il buio della notte non se la fagociti e la dissolva come l'alba fa con i sogni degli esseri umani. Mi è capitato che un personaggio, affacciatosi nel mio bailamme cerebrale, mi abbia inseguito per giorni soltanto perchè avevo deciso di cancellare la storia in cui era uno dei protagonisti, dal momento che non mi ritenevo all'altezza del compito, quello di mostrare tutta la sua caratura umana e creare un racconto credibile e piacevole da leggere. Ha insistito affinché proseguissi e il resto della "banda" è uscito da sé, come se aspettassero solo un cenno per presentarsi e recitare la loro parte fino in fondo: mi sono limitato a trascrivere con gioia, abnegazione e grande soddisfazione.
©2021 testo di Claudio Montini
©2015 immagine di Orazio Nullo - Atelier Des Pixels
Alessandro Reali
IL QUADERNO DI
GIULIA
Le Mille e Una Pagina Editore (2021)
Vale molto di più di quanto possa pesare sulle vostre tasche ed è
maggiormente illuminante di un saggio di antropologia culturale o di
uno di storia contemporanea, IL QUADERNO DI GIULIA
scritto da Alessandro Reali e pubblicato presso Le Mille e Una
Pagina Editore nel 2021, poiché getta luce e fotografa un
periodo ben preciso della storia d'Italia e dell'angolo di Lombardia
occidentale dimenticata a ridosso del Piemonte.
Gioca in casa, dunque, Reali come Cesare Pavese e Beppe Fenoglio:
chimico come Primo Levi ma di natali e studi pavesi, l'autore in
Lomellina ci è cresciuto e ci vive e ci lavora, l'ha percorsa e
respirata e ascoltata, captando e assorbendo e memorizzando quanto i
vecchi che hanno battuto questa terra di risaie e di boschi, nei rari
momenti di apertura all'aneddoto, hanno raccontato a mezza bocca
perchè i giovani (o altri orecchi indiscreti) non disprezzassero il
passato convinti che il futuro, il loro futuro, sarebbe stato un
presente migliore ed evoluto verso un livello superiore.
Non fatevi fuorviare dal bel disegno di Lorenza Malusà che orna la
prima e la quarta di copertina: esso è perfetto nel dare corpo,
gusto sapore e fascino che non passa inosservato alla donna che
emerge da IL QUADERNO DI GIULIA e, allo stesso tempo,
evidenziare la smarrimento di quella che, nella cornice del racconto,
si trova suo malgrado ad approcciarla o incontrarla o quasi a
conoscerla per la prima volta, nonostante ne sia figlia e abbia
partecipato alle esequie per salvare le apparenze.
Non vi troverete tra le mani, voi che leggete, una serie di
istantanee in monocromia tinta seppia coordinate e cucite insieme a
sequenze da film nouvelle vague o altro neorealismo contemporaneo
europeo: troppo facile e troppo comodo anche per un giallista, o
scrittore di romanzi noir se preferite, collaudato e prolifico quanto
Alessandro Reali che ha all'attivo una nutrita serie di titoli, mai
banali e mai ripetitivi negli schemi e nelle ambientazioni.
Scegliendo un registro linguistico e narrativo sintetico e asciutto,
ma calibrato e bilanciato alla singola molecola come le formule delle
reazioni chimiche con cui ha a che fare professionalmente, tanto da
rendere piacevole e fresca e assai scorrevole la lettura, l'autore di
Sannazzaro de' Burgondi (PV) confeziona una delicata bordatura al
memoriale di Giulia, moglie e poi vedova di un ricco e scaltro quanto
gretto e meschino possidente terriero lomellino, una sorta di
feudatario fuori tempo massimo assai abile nel salto sul carro dei
vincitori e nell'accaparrarsi quanto di bello sia a portata delle sue
mani per esibirlo come un trofeo: moglie e figlia comprese.
Il quaderno in questione sarebbe, nelle intenzioni di Giulia, lo
strumento postumo con cui ristabilire o riequilibrare un rapporto mai
del tutto sbocciato con al figlia Rosella, la quale ha sempre cercato
altrove la soddisfazione di quella particolare fame d'affetto o
d'amore che lega gli esseri umani ai genitori o, almeno, alla terra
natale; in realtà, esso si trasforma nella giustificazione dei suoi
atti e dei suoi atteggiamenti di tutta una vita, quasi una richiesta
di perdono e comprensione, dati gli eventi eccezionali che si è
trovata a vivere nella torrida (in tutti i sensi) estate del 1944 e
che hanno influenzato e modellato il resto dei suoi giorni.
Le schegge o, meglio, le spine dell'estate di quell'anno cruciale per
la maturazione dell'Italia, per l'evoluzione della sua coscienza
democratica e sociale e morale, hanno graffiato a lungo la pelle e
l'anima di Giulia: è una stagione difficile e drammatica e
dirompente come solo l'amore e si suoi accidenti sanno essere, così
slegati dalla volontà e dalle convenzioni che travolgono, con
l'irruenza della gioventù, una giovane donna consapevole del suo
tempo e del suo posto che si consegna a un ergastolo sentimentale per
aver preso dall'amore, o dalla sua idea, solo la passione dei sensi
senza mostrare il coraggio necessario a difenderlo dalla meschinità
di cui sono capaci gli esseri umani.
Inconsciamente, Giulia fa ciò che hanno fatto gli italiani nei
decenni successivi: adattarsi ai nuovi capitani del bastimento e
dimenticare in fretta lasciando i morti là dove giacciono,
seguitando a vivere alla giornata come in tempo di guerra e senza
curarsi minimamente dell'impatto devastante sulle generazioni
successive, come quella di sua figlia Rosella per esempio.
Ecco la sottile genialità e il mestiere imparato bene, attraverso
buone e numerose letture, che Reali mette al servizio di questo lungo
racconto, non scansionato in capitoli ma in paragrafi caratterizzati
da caratteri normali per il “presente” e in corsivo per il
passato contenuto nel quaderno: Alessandro non è l'uomo che entra
nella testa di una donna per portarne fuori le tempeste ideali, i
piani e le rotte tracciate o da tracciare, le ansie da bonaccia o i
porti sicuri in cui riparare vele e scafi, ma è il regista che
raccoglie questo materiale e allestisce il palcoscenico lasciando che
siano le due donne a emergere dal tessuto drammaturgico. Esse sono figlie dei rispettivi tempi, segnate dalle medesime
assenze e dalla stessa identica voglia di tenerezza e di umanità
spicciola, che, pur essendo madre e figlia, reagiscono ai veleni e ai
trabocchetti di un fato cinico e baro in modi apparentemente
differenti.
Giulia si accomoda in una maschera di normalità perbenista, algida e
scialba fin che volete, ma mai del tutto disprezzata; Rosella opta
per la fuga, per l'elisione delle radici onde non assorbire venefici
umori di sospetto, dramma, segreto e malinconia che, immaginiamo impregnare l'ambiente famigliare, per crescere modellando
la propria personalità in sintonia con questi nostri tempi moderni,
guarda caso, assai più attenti all'apparire che all'essere di quanto
non fossero quelli a cavallo della metà del secolo breve, il XX
ultimo scorso.
Una volta tanto, la morte non è la perdita di una vita come nei
romanzi noir che caratterizzano la produzione dello scrittore di
Sannazzaro de Burgondi (PV): ne IL QUDERNO DI GIULIA (Una
storia lomellina) (Le Mille E Una Pagina Editore, 2021),
essa ne diventa il suo postumo riscatto, il rimborso, l'epilogo di
una rivolta contro le trame già scritte che regolano il consorzio
umano; del resto è risaputo che la vittima principale di ogni
rivoluzione sia la verità e ai colpevoli di tale delitto sia
sufficiente un cambio di camicia, per esempio da nera a bianca:
infatti, Alessandro Reali sfila uno ad uno i veli d'oblio e ipocrisia
con cui la generazione precedente la nostra (siamo entrambi del
1966), ha ostinatamente provato a dimenticare l'asprezza della
gestazione dell'odierna repubblica italiana dimostrando che molti dei
suoi mali attuali hanno radici profonde, così come anche i sogni e i
bisogni primari degli esseri umani siano i medesimi in ogni epoca
storica nonostante guerre, malattie, ideologie contrapposte e
convenzioni sociali.
© 2021 Testo e fotografia di Claudio Montini
(Episodi precedenti: il 31 agosto, 03 settembre e 06 settembre)
La speranza è davvero l'ultima a morire: te la racconti spesso questa bella favoletta, prima di posare il capo sul cuscino e tirarti coperta e lenzuolo sulle spalle, chiudendo gli occhi al buio e sperando di riaprirli al giorno successivo? Oppure te la sei inventata per tapparmi la bocca con un bel giro di parole?
Se è per questo, la pensano così anche autori che conosco e si ritengono superiori definendosi scrittori perchè affidano le loro produzioni alle cure “amorevoli” di un casa editrice: negano a quelli come me persino il titolo di narratore in forma scritta. Vorrei proprio vedere se facessero la stessa cosa con uno scultore o un pittore: questi li invierebbero a defecare sulle ortiche senza troppi complimenti e senza carta igienica...
Io sono uno che racconta storie, un po' vere e un po' inventate, per chi non ha voglia di lambiccarsi il cervello ma gli vuole concedere un po' di riposo; non ho la verità in tasca o regole per superare le difficoltà della vita: offro una pausa a buon mercato, senza effetti collaterali nocivi, a chiunque abbia del tempo da riempire senza sprecarlo. Queste storie hanno l'ambizione di volersi fare ascoltare e apprezzare da chiunque sia in grado comprendere la lingua italiana, come se fossero amici venuti da lontano in visita e che narrano episodi vissuti e dialoghi ascoltati per puro e semplice piacere di stare insieme per qualche tempo, senza ricorrere alla solita conta dei morti e dei vivi, dei figli o dei nipoti e così via.
In effetti, si finisce sempre lì... Soprattutto con gli amici che non vedi da tempo. Ma un libro non è una persona: al limite, è qualcosa di bello che sta lì e che non fa male, come un altare di sabbia in riva al mare, o no?
- Quarta e ultima puntata - ... G R A Z I E per l'attenzione! ...
(episodi precedenti: prima puntata 31/08/21; seconda puntata 03/09/21; terza puntata 06/09/21)
© 2021 Testo di Claudio Montini
©2015- 2016 Immagini di Orazio Nullo ("Abstract portrait" and Author Image)
(precedenti episodi: 31 agosto e 03 settembre)
Eri affascinato dall'idea che un passatempo potesse diventare una professione? Oppure c'era qualcosa di più profondo, di più meditato che andava oltre il concetto della sensazione e della intuizione?
L'una e
l'altra cosa: il delirio artistico strinse d'assedio il mio
subconscio con una missione dal sapore di parabola evangelica, forse
una eco dei tempi in cui frequentavo la chiesa cattolica con maggiore
assiduità. Hai presente
la parabola dei talenti? Quella in cui Gesù narra la vicenda dei
servi cui il padrone affida delle monete per vedere cosa ne avrebbero
fatto in sua assenza, per saggiare la loro lealtà, in buona sostanza: c'è
chi li investe con successo, chi invece perde tutto in buona fede,
c'è chi li nasconde per timore di non essere all'altezza del compito
e combinare pasticci o guai di cui non aveva nessuna voglia di pagare
le conseguenze.
Mi ero
convinto di essere uno di questi ultimi, o meglio di esserlo stato
per buona parte della mia vita: finalmente potevo, anzi dovevo cavare
fuori la moneta, o le monete, che il padrone della casa e della vigna
mi aveva affidato fino al suo ritorno e che io, invece, per paura o
per la vergogna del giudizio altrui sul mio operato, avevo nascosto
sotto la sabbia. Avevo fatto
il bravo ragazzo, avevo fatto il mio dovere, ero stato al mio posto
ma ugualmente ero stato scartato: non avevo più nulla da perdere,
era tempo di spendere questa passione che mi prendeva bene dentro
mentre sfogliavo un libro, lo leggevo e lo facevo mio cercando di
imitarlo.
Letteralmente folgorato sulla via di Damasco, per Bacco! Hai visto la luce e hai finalmente trovato carta e penna, perchè prima brancolavi nel buio... La scrittura creativa è la tua missione per conto di Dio, come quella dei Blues Brothers?
No, è una
seconda opportunità di fare qualcosa di buono lungo il cammino in
questa valle di lacrime.
Io credo che, poco prima di precipitare dal
paradiso passando per il ventre materno, ci venga data una piccola
moneta.
- Terza puntata - continua... (prima puntata 31/08/2021; seconda 03/09/2021)
© 2021 Testo di Claudio Montini
L'intervista impossibile di Orazio Nullo: il cassetto dei sogni.
Devo fare una premessa: io vengo da una cultura in cui gli artisti o gli sportivi professionali, fondamentalmente, sono persone poco serie, dei giocherelloni retribuiti per fare cose improduttive o inconcepibili o di puro divertimento, dunque effimere e vuote come uova di cioccolata. Le “cose serie” sono studiare fino al diploma, trovare un impiego operativo o amministrativo, fabbrica o ufficio poco importa, per mettere via soldi per la casa, per la sposa, per i figli: l'estro artistico o culturale o intellettuale è roba da tempo libero, al limite, se ce n'è e se ne rimane ma non potrà mai darti il pane per campare. Aspettative legittime, non dico il contrario: addirittura, per buona parte della mia vita mi ci sono adeguato e ho ripiegato su di esse quando ho capito che non sarei mai riuscito a cavare un ragno dal buco con gli studi universitari. Probabilmente è un problema psicologico e metodologico che si è sviluppato e innestato in una serie di contingenze tali per cui ho lasciato perdere velleità accademiche e sono rientrato nella massa operaia, quella che si asciuga la fronte di fatica e spera di vivere una bella storia d'amore per mettere su casa e fare bambini su cui riversare le medesime speranze di riscatto.
Scusami se ti interrompo, ma mi sembra di capire che ti sei arreso al fato cinico e baro con una certa fretta, che ti sei rapidamente rassegnato...
Ho fatto scelte non del tutto convinte, va bene? O assai poco consapevoli, se preferisci, perchè dettate dalla necessità di appagare sogni e desideri altrui: in generale, vivo meglio se sono circondato da persone sazie e contente, anche a costo di rimetterci in serenità ed equilibrio. Almeno, mi lasciano in pace molto più a lungo di quanto non farebbero se mi ostinassi apertamente a seguire il mio istinto, anarchico ma non troppo, che mi porta spesso a navigare in direzioni insolite rispetto al comune sentire.
D'accordo, fino a qui la premessa e va bene: ma non hai risposto affatto alle mie domande...
Speravo proprio di non doverlo fare: in fondo, cosa importa a chi mai leggerà queste, o altre mie parole, sapere di quando si sia accesa la lampadina della scrittura e quando la sua luce si sia fatta così intensa e calda da spingermi a proiettarla fuori di me, nonostante fossi circondato e sommerso da una moltitudine di altre ben più fulgide? Credo di non avere nulla di speciale se non il piacere, la capacità e l'ostinazione di parlare chiaro e gradevole e diretto, insieme a quello di giocare con i suoni e i significati per fare qualcosa di bello per gli altri.
Invece lo dovresti fare proprio per quel motivo lì: siamo parte di un meccanismo infinitamente più grande e complesso di quanto mente umana possa immaginare, in cui il perfetto funzionamento di ogni minuscola rotella contribuisce al suo regolare moto perpetuo. Anche parlando di sé, si fa qualcosa di bello per gli altri...
Tutto sommato, ho avuto tanta fortuna e fatto altrettanta fatica, ho conosciuto un bel numero di belle persone e uno esiguo di soggetti da lasciare perdere; ma ho pure scoperto che la mia dolce metà amava la lettura e i libri quanto me: così abbiamo iniziato ad acquistarli, leggerli e regalarli. Dopo anni dalla scuola, ho ritrovato il gusto e il piacere della lettura, ho migliorato il mio lessico e la sintassi e anche la grammatica, ho scoperto quanta libertà ci fosse tra le righe, così a portata di mano e senza effetti collaterali. Le parole erano le stesse della vita di tutti i giorni ma si mettevano in fila da sole e tanto bene e tanto ordinate che la voglia di creare qualcosa di originale, di personale, di unico e di nuovo è risorta da sè. L'anonimato operaio mi andava stretto, ma c'era una casa e una famiglia da mandare avanti e i sogni, così come le velleità, si mettono in secondo piano e si tira avanti; oppure si comincia a prendere appunti e a scrivere note e scarabocchi sulle pagine di un quaderno a quadretti vinto a una pesca di beneficenza tanti anni prima: mi piaceva la copertina con tutti i suoi ghirigori di figure geometriche colorate, era come avere una fotografia di quello che si agitava nella mia testa e di ciò che sarebbe accaduto, in seguito, alla mia vita. Infatti, mi sono ritrovato senza lavoro perchè anche l'azienda da cui dipendevo era rimasta senza contratto e senza incarico, in un periodo di vera e propria recessione economica sebbene non conclamata ma del tutto evidente. Per alcuni mesi, ho tentato di ritornare in pista contando sulle amicizie e sul mercato, ma mi sono via via sentito come un pinguino all'equatore, alla deriva sull'ultimo pezzo d'iceberg e senza alcun tipo di conforto, nemmeno dalla mia compagna. Poi, toccato il fondo della depressione strisciante che prende tutti i disoccupati, mi sono reso conto di avere un'occasione unica: avevo il tempo di rileggere ciò che avevo scritto e accantonato nel celeberrimo cassetto dei sogni mostruosamente proibiti; di ristrutturarlo nella trama e nella lingua o semplicemente ritoccarlo qua e là; magari emozionandomi e piacevolmente sorprendendomi di aver confezionato pezzi scorrevoli, semplici ma non banali e in una lingua italiana rispettata al millimetro.
- Seconda puntata - continua.... (31/08/2021 primo episodio)
© 2021 Testo di Claudio Montini
©2015- 2016 Immagini di Orazio Nullo ("Abstract portrait" and Author Image)
Come descriveresti il significato, o uno dei possibili significati, della parola “raccontare”?
Raccontare è come spogliarsi davanti allo specchio, frugando nelle tasche della vita e in quelle del vestito che è invecchiato insieme a noi, chiamando rughe e ricordi col loro nome: anche quando fingiamo di non essere gli attori principali, anche quando fingiamo di essere registi, manovratori di fili o altre divinità superiori.Questo aiuta, in qualche modo, a superare le asperità e i dissapori della vita quotidiana?
Certamente! Ti salva dalla follia o dalla disperazione che, insieme, ti porterebbero a nefaste conclusioni.
Se il mondo
che ti circonda è vuoto o noioso o ti tiene prigioniero in una
bolla, riempilo con la tua fantasia e coloralo coi ricordi mescolati
alle parole che i libri, i giornali, la radio, la televisione, il
cinema, i dischi e le canzoni ti hanno insegnato; nessuno può venire
a vedere nella tua testa quale film stai girando, quale sogno stai
cavalcando, quale canzone stai componendo o suonando: possono solo
vedere gli scarabocchi che fai sul foglio, sempre che tu abbia voglia
di mostrarli. Chi non ha
questa dote o sensibilità o inclinazione d'animo, in un battito di
ciglia si burla di te e ti prende per i fondelli, finendo per
etichettarti e bollarti come matto svitato.
Accade, più o meno, la medesima cosa a chi ha sempre il naso sui libri e magari ride o si commuove per ciò che legge o scopre...
Sì, è così: sebbene un tale, pentito per aver preferito la fabbrica alla scuola, tempo fa mi disse di non smettere di leggere e studiare perchè "le cose" bisogna saperle, altrimenti gli altri ci mettono nel sacco, ci fregano soldi e ci prendono per poveri tapini sciocchi; un altro, mi ammonì che la testa non serve solo a portare il cappello, anche se tutti intorno a te lo fanno.
Tutto sommato, a te è andata bene...
Per fortuna, accade che incontri altri come te in giro per il mondo oppure altri che, pur avendo opinioni diverse, sanno apprezzare il buono che c'è in ciò che li circonda: il comune sentire aiuta a condividere il piacere immateriale delle belle arti e del buon vivere superando differenze e diffidenze con coraggio e prudenza e, talvolta, sana incoscienza. Ti ritrovi, prima o poi ad essere parte di una cerchia, di un club, di un gruppo di affini che ti offrono la sensazione di emergere dalla massa, di essere speciale.
Un po' più dell'amicizia e un po' meno dell'amore?
Né l'uno, né l'altra: è una sensazione più duratura di entrambe le cose ed è capace di maturare con l'età e l'esperienza, mentre con loro due accade comunque di prendere grosse cantonate e di non affinare mai né tecnica e né pratica, nel senso greco classico dei due termini. Diventa, col tempo, la consapevolezza di un dono da fare fruttare.
- Prima puntata - continua....
© 2021 Testo di Claudio Montini
©2015- 2016 Immagini di Orazio Nullo ("Abstract portrait" and Author Image)