sabato 26 dicembre 2020

Letti & piaciuti: Vincenzo Maimone "SICILIA TERRA BRUCIATA" - Fratelli Frilli Editori (2016)

Vincenzo Maimone

SICILIA TERRA BRUCIATA

Fratelli Frilli Editori  (2016)

SFUMATURE DI TINTA FOSCA

di Claudio Montini

 I titoli dei libri, a volte, sono fuorvianti sebbene sia noto all'orbe terracqueo che essi siano il biglietto da visita degli stessi. Ne possono addirittura determinare la fortuna: del resto, insieme all'immagine di copertina, sono la cosa che rimane impressa in modo indelebile nella memoria del pubblico, sia che si tratti di osservatori distratti che di lettori appassionati, accaniti e acuti. Come con le arance e le arancine o gli arancini, il vero spettacolo, il tesoro, il miracolo buono e gustoso sta sotto la scorza, sotto la superficie esterna e coinvolge tutti i cinque sensi, o meglio, l'anima intera o lo spirito o l'indole o la psiche del consumatore: così è anche SICILIA TERRA BRUCIATA di Vincenzo Maimone pubblicato da Fratelli Frilli Editore nel 2016! 
Già il titolo va letto senza pausa e senza virgola, come se fosse una sfumatura di colore o una tinta particolare e peculiare di un'opera pittorica: ma la “polpa” che si addenta sin dalle prime righe (che rimandano la mente all'esordio di METAMORFOSI di Franz Kafka) annuncia che non andremo incontro all'ennesimo, malinconico e rassegnato atto d'accusa circa i mali dell'isola più grande del Mediterraneo bensì alla constatazione del degrado dell'Italia intera e odierna, andato in scena negli ultimi quarant'anni con le medesime modalità da Courmayeur a Lampedusa o da Gorizia a Cagliari. 
Vincenzo Maimone, filosofo laureato a Messina e professore associato in Filosofia Politica presso l'Università di Catania, descrive una parte che conosce bene, Acireale (CT) poiché lì sono le sue radici, per tracciare un quadro di tutto lo Stivale Italico e dell'atteggiamento mentale degli abitanti del medesimo adoperando quella tinta così ben evidenziata dal titolo del romanzo. 
Come se fosse un medico legale dello spirito e del pensiero, attraverso i suoi personaggi, incide e seziona la realtà aprendo gli occhi al lettore meno distratto e rivelando agli altri quale sia la motivazione del persistere di una cattiva opinione in coloro che osservano l'Italia da fuori, da lontano, dall'estero. Nell'esordio del tredicesimo capitolo (troppo lungo da citare il passo, vi invito a fare vostro il libro e leggerlo: c'est plus facìle!), c'è la prova di quanto vado affermando, ovvero, c'è la chiave sociologica con cui aprire una delle porte possibili per accedere al giardino magico e gustare lo splendore della lingua italiana, la profondità della riflessione e della speculazione, il grande senso della misura nel descrivere l'animo umano tanto nelle sue vette quanto nei suoi abissi. 
SICILIA TERRA BRUCIATA non è soltanto la rappresentazione dell'atavica lotta tra bene e male o tra giustizia e prepotenza o vita e morte che muove dal precedente LA VARIABILE COSTANTE (2014, Fratelli Frilli Editori); non è soltanto la caccia all'omicida seriale che giustifica la sua brutalità col pretesto di una vendetta contro coloro che ritiene colpevoli della propria inettitudine e del proprio fallimento come persona; non è soltanto un romanzo giallo in cui la paura, il dolore, la cattiveria striano la storia di ombre inquietanti e graffi neri col solo scopo di assicurare evasione a buon mercato ai lettori dai relativi travagli quotidiani. 
Esso rappresenta, a mio modesto parere, un salto di qualità verso l'alto della letteratura gialla o poliziesca o noir che dir si voglia: un salto fuori dagli steccati del passatempo intelligente fin che si vuole, ma di scarso valore, tipico dell'ossessione classificatrice ed etichettatrice dei nostri tempi. 
SICILIA TERRA BRUCIATA di Vincenzo Maimone è vita vissuta da galleria di tipi umani in una cittadina che si chiama Acireale, ma potrebbe essere Vigàta di Camilleri o Racalmuto di Sciascia; è vita vissuta che si fa romanzo per meglio operare una critica schietta alla nostra intera società (alla moda più di Voltaire, penso a CANDIDE, che di Kant prediletto dal professore catanese) dove l'incapacità, tanto abusivamente chiamata in causa da troppe bocche per non destar sospetto, non regge più come alibi alla prova del tempo e alla persistenza del danno. Infatti, la strategia della provocazione di disastri collettivi per incrementare il profitto individuale, sfruttando i labirinti della burocrazia, ha portato al progressivo crollo dei valori di civile convivenza: vale l'apparenza e non la sostanza, meno che mai competenza ed esperienza, il nome o il titolo altisonante, le illazioni e gli slogan come quello per cui la colpa dei nostri guai è imputabile ad altri fuorché a noi. 
Così si alimenta la cattiveria dei pavidi, degli invidiosi e degli inetti che, purtroppo, viene pagata da vittime innocenti, casuali, comunque estranee alle vicende che portano alla scellerata deflagrazione della serenità e del futuro. 
Per questo motivo, c'è bisogno più che mai di romanzi che non si limitino a fare leva su desideri e ansie represse, portandoci in mondi lontanissimi dalla realtà di tutti i giorni, soffocandoci di parole che mostrano soltanto l'edonismo e l'egoismo culturale dei loro autori; abbiamo bisogno di narratori come Vincenzo Maimone e di romanzi come SICILIA TERRA BRUCIATA e di editori coraggiosi e caparbi come i fratelli Frilli da Genova: perchè leggere è un piacere sottile e leggero che non addolcisce la realtà ma aiuta a viverla meglio, aiuta a tenere il cervello sempre ben inserito e attivo, aiuta ad essere persone e cittadini e uomini e donne più consapevoli dei nostri mezzi.

©2020 testo e immagine di Claudio Montini

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