L'occhio e la sua parte
racconto inedito in regalo ai lettori del blog
di Claudio Montini
Anche l'occhio vuole la sua parte: e se la prende tutta! Non smette di seguire il profilo dei capelli e del viso; scivola dalle spalle al petto e dai fianchi, lungo le gambe dritte come l'autostrada del sole in Emilia, arriva fino ai piedi. Di nuovo, risale immaginando tornanti torniti e torridi tormenti, forse si lascia andare a inconfessabili piccanti commenti, studiando ogni moto e ogni posa, immaginando chissà che cosa: l'istinto animale maligno dei lussuriosi o la frustrata libidine ancestrale dei timidi e degli onesti, o tutte e due le cose, scaldavano il sangue e la fantasia del titolare di quell'occhio. Tuttavia non erano soli, ma degli altri occhi non è pervenuta notizia di reazioni di sorta.
Nulla sapevano l'uno dell'altra, se non che erano stati invitati dal sindaco e da uno stimato critico letterario locale, già assessore con delega alla cultura nella precedente giunta, insieme ad altri cronisti e intellettuali. La condivisione di una comune passione creò una atmosfera di solidarietà tra sconosciuti tale per cui, se le sedie predisposte per il pubblico fossero anche rimaste vacanti, almeno si sarebbe spesa in una chiacchierata tra quasi amici, tra persone che danno alla grammatica e all'intelligenza e al garbo ancora il giusto peso. Eppure, celata dietro riservatezza e sorrisi gratuiti per non sembrare spaesati musoni in terra straniera, l'attrazione tra l'occhio e la sua parte era ampiamente in corso, evidente ma discreta come si conviene a un gentiluomo di campagna, palese per il numero di sguardi rubati come in un copione scritto dalle stelle e imbarazzante soltanto per invidiosi, ruffiani e benpensanti. Presero posto, al tavolo della conferenza, in posti differenti e distanti: lui al limite di un lato quasi di fronte alla platea, tutt'altro che scarna e composta di gente che conosceva da ragazzo; lei, invece, si accomodò al limite opposto circondata e protetta dal moderatore e dal padrone di casa. Per poterla ammirare, si sarebbe dovuto sporgere e non era affatto una cosa elegante: si sarebbe accontentato di ascoltarne la voce dar corpo ai pensieri.
Meno male che abbiamo due occhi: uno guarda alla Madonna e viene rapito dall'estasi per la bellezza umana così semplice da sembrare cosa divina, l'altro guarda a San Giovanni che ammonisce la fantasia di non pigliare la rincorsa per uno dei soliti voli ad esito doloroso per le terga. Infatti, quest'ultimo rammentò allo spirito che quella era una serata in trasferta, alla quale aveva avuto fino all'ultimo più di un dubbio se partecipare, dove poteva della passione per la lettura di libri, giornali, bugiardini delle medicine, istruzioni per l'uso, enciclopedie ed etichette delle bibite andando a cercare sul dizionario le parole sconosciute o altisonanti o insolite da sfoderare contro ignoranti e prepotenti. Come se fossero armi segrete e micidiali, tipo quelle dei robot dei cartoni animati giapponesi: anche se sapeva benissimo che, come quelle, non avrebbero mai fatto paura a nessuno perchè erano di carta come le pagine che divorava e materializzava nella mente, proprio grazie a entrambi gli occhi. Il piacere e la passione, coltivate negli anni, erano divenute tanto intense e forti da sfociare nella produzione propria di testi e di liriche: bastava un pezzo di carta intonso e una matita con una punta a media morbidezza. La serata divenne così un tessuto di sguardi incrociati tra anime simili che si ritrovavano, un intreccio di espressioni di poetiche e velleità artistiche, una miscela di temperamento e stile umano che, grazie al moderatore e alla elegante introduzione del sindaco primo attento spettatore, caricò gli animi di tutti presenti con ottimo propellente utile a elevarsi e volare via dalle mura della sala.
Il miracolo, non detto ma inconsciamente atteso, si andava compiendo: l'attenzione era viva e la noia era fuggita via.
La serata, dunque, era riuscita nell'intento dei suoi organizzatori ovvero di fare qualcosa di bello per gli altri, qualcosa che dimostrasse che il paese ai confini della Lomellina non era nè morto nè moribondo ma era curioso, aperto alla conoscenza e affatto allergico alla cultura se questa veniva offerta con semplicità e chiarezza, senza atteggiamenti altezzosi o leziosi. Massimo aveva avuto una bella idea e Andrea, contando anche parecchio sul suo mestiere di insegnante oltre che sull'amore per la letteratura italiana, l'aveva messa in scena con grande intelligenza, garbo e misura: aveva dato spazio a tutti gli "artisti" con due sole domande, lasciando che loro aprissero, dapprima timidamente e poi con crescente sicurezza, i loro cuori mostrando le corde che la fantasia personale amava pizzicare per creare qualcosa di bello per gli altri, oltre che per sé stessi. Ma lui non pensava a tutto ciò: adorava persino la voce di lei che levava altri anni ad un'età che, in ogni caso, non avrebbe saputo definire o attribuirle. L'estetica gli aveva consegnato l'immagine di una donna adulta, matura nel senso migliore del termine, definita in ogni dettaglio e consapevole di sé, eppure pronta a vivere tutti i colori della vita concedendo, con ragionevole eleganza e apparente noncuranza, solo l'indispensabile al tempo che passa sulla sua pelle. Avrebbe voluto che, dopo i saluti finali del sindaco, il mondo intorno a loro sparisse d'incanto per poterla avvicinare, corteggiare, amare con tutta la forza che il cuore stava pompando via dalla sua testa verso periferie meno nobili. D'altra parte, che cos'è la vita? E' una questione di molecole ed enzimi, di fotoni e di elettroni, di desideri animali e buona educazione, di ottime idee e pessime valutazioni, di grandi aspettative e cocenti delusioni. E' anche uno sguardo, uno soltanto, notato tra un battito di ciglia e l'altro, che rimette i piedi a terra e apre gli occhi dopo il più dolce dei sogni lasciando la dea lassù, tra l'Olimpo e il cielo Empireo a muovere il Sole e le altre stelle.
"Non c'è spazio né tempo per noi: però, è stato bello pensare che cielo e terra possano toccarsi tra le righe o tra le pagine di ogni libro che leggerai o scriverai."
Lui si perse nei suoi laghi di carbone e, nello smagliante sorriso, rivisse l'addio di Rossana e di Valentina, che ritornarono padrone delle proprie vite con le medesime parole.
Così comprese che, per rendere indimenticabile quella serata, ne doveva fare letteratura così che la bellezza non si potesse mai più dissipare o disperdere.
... e vissero tutti, di nuovo, ciascuno a casa propria!
©2020 Claudio Montini - testo inedito - diritti riservati all'autore
©Immagini di Orazio Nullo in ordine di apparizione:
©2018 "Destiny is merciless lover"
©2018 "Lonely star club label"
©2018 "Sail Flight"
©2018"Wishful thinking"
© Atelier Des Pixels Collection
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