Quello che non ho è quello che non mi manca: comando ancora una volta alla mia mano stanca di mettere in moto l'utopia.
Siamo tutti atomi o elettroni di periferia, attratti o trattenuti da nuclei misteriosi, lontani e meschini: elargiscono promesse e stemmi, magliette e divise, stivali lucidi e bastoni, lame e proiettili in cambio della nostra paura.
Siamo ospiti parassiti di un ecosistema in cui abbiamo usurpato il vertice della piramide alimentare: stiamo semplicemente pagando il prezzo della nostra superbia e della nostra miopia.
Abbiamo barato al gioco della catena alimentare, cominciando a divorare gli anelli che ci precedevano e avvelenando quelli che ci seguivano: quando abbiamo eliminato i concorrenti o abbiamo ridotto all'impotenza gli altri pretendenti, credendo di aver capito tutto e di avere svelato il codice sorgente, ci siamo dedicati a manipolare le regole del gioco a nostro uso e consumo.
E siamo stati messi in ginocchio.
E siamo stati battuti.
E siamo stati eliminati.
Una goccia ci ha creati e una gocciolina ci ha annientati, ci ha rigettati nella polvere da cui siamo venuti o nella cenere in cui l'ignavia ci ridotti.
Il pianeta azzurro di idrogeno e azoto e ossigeno e carbonio non ha bisogno di noi che non sappiamo rispettare una regola che sia una, che turbiamo equilibri e armonie per non faticare, che nemmeno ci fermiamo a pensare.
Nulla è andato bene, nulla tornerà mai come prima: è cominciata una nuova era, tranne per i venditori di fumo e di spazi pubblicitari.
Chi vuol esser lieto, sia: del doman non v'è certezza!
Il nostro porto di attracco non da segno di sé: sull'orizzonte ottico non c'è.
©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" - Atelier Des Pixels collection
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" - Atelier Des Pixels collection
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