di Claudio Montini
Genova è stata tradita un'altra volta, colpita alle spalle e sbeffeggiata a filo di legge, nel silenzio più imbarazzante e totale che si potesse immaginare. Quanto sudore, quante lacrime, quanta fatica, quanta pena e quanto ingegno andati sprecati da pagliacci ignoranti che si sono ingozzati alla greppia dello Stato e si sono gonfiati il petto senza fare lo sforzo, minimo, di leggere le norme che già c'erano e saltare sulla sedia vedendo la clamorosa beffa che si andava stagliando all'orizzonte. Siete lesti a denunciare chi non la pensa come voi e lo manifesta, siete lesti a tagliare risorse a chi non si piega ai vostri beceri diktat da fascistelli in giacca e cravatta o tailleur, siete lesti a spartirvi la torta che ancora deve arrivare da Bruxelles (elargita solo per porre rimedio ai danni di cervellotiche e idiote riforme del servizio sanitario), siete lesti a dimenticarvi dei soldi indebitamente percepiti e che la Corte dei Conti vi ha imposto di restituire (pur concedendovi una rateizzazione che qualsiasi altro privato cittadino si potrebbe soltanto sognare), ma non avete avuto il coraggio di scrivere una legge di una sola riga, di un solo articolo di un solo comma che chiudesse l'esperienza infelice della cessione alla gestione privata di un bene pubblico, non solo, di una parte non piccola della nostra Patria. Gettate la maschera, una volta per tutte: non vi importa nulla di questo maledetto Paese di pecore e capre ignoranti, che muoiano soffocati nelle auto in coda o in una corsia d'ospedale per i polmoni bruciati dall'ossigeno puro che dovrebbe uccidere il virus o che vivano cercando di mettere insieme il pranzo con la cena (o almeno di non saltare l'una o l'altra o tutt'e due), che aspettino una visita o un'ambulanza bloccata nel traffico. Tanto per voi ci saranno auto blu e sbirri a spalancarvi la strada o, nell'ombra dei loro covi dorati, "mammasantissima" che faranno altrettanto foraggiandovi di denari di cui vi guarderete bene dall'indagarne la provenienza. Tanto a voi basterà avere una folla plaudente di asintomatici presunti e presunti immuni al virus del terzo millennio, con le pezze al culo e le scarpe rotte ma la bandiera nuova fiammante, a farvi sentire i nuovi messia inviati dal cielo a salvare gli eletti che rifaranno Roma e l'Italia "più bella e più grande che prìa" ("Bravo!" "Grazie!"... come il Nerone di Ettore Petrolini, nel 1937). Tanto per voi, anche per voi che leggete e ascoltate e state zitti convinti che tutto rimane sempre uguale, l'importante è andare a votare al più presto solo per riprendersi lo scranno perduto (e il relativo emolumento) e farvi beffe negli inutili salotti televisivi di chi ha perso così come di chi vi ha votato turandosi il naso, gli occhi, le orecchie e se lo ritrova di nuovo in quel posto dove non batte il sole (a meno che non si frequenti una spiaggia di nudisti). Nessuno degli schieramenti ha uno straccio di idea decente per uscire da questo mare di guano e il caso Genova dimostra che l'Italia Reale e l'Italia Legale non sono più avvicinabili nè collegabili da alcun ponte: nel mezzo, la malavita prospererà e la farà da padrone avendo imparato assai bene a destreggiarsi nei meandri del diritto e della burocrazia.
©2019 Immagine di Orazio Nullo "Genoa stabbed in the back"
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