sabato 8 febbraio 2020

Buon carnevale, Italia...

… al mercoledì delle Ceneri mancano ancora due settimane!
di Claudio Montini

La funzione religiosa più laica e più effimera del Vecchio Continente, sintesi del vuoto mediatico e della estinzione della vergogna nonché del rispetto per l'eleganza dell'arte, ovvero il Festival di Sanremo, sta volgendo al termine mietendo e raccogliendo risultati eccellenti in termini di ascolto televisivo. Il gradimento degli spettatori, volontari o meno, è un dettaglio che prudentemente viene ignorato dai rilevatori statistici non per la soggettività intrinseca del giudizio, quanto per l'ampio spettro di epiteti (anche coloriti e truci) si troverebbero a registrare riguardo alle prove, canore ed estetiche, dei guitti che evoluiscono sul palcoscenico rutilante e altamente tecnologico di uno stabile nel cuore della municipalità ligure più nota, nel resto del mondo, per la produzione florovivaistica e per l'arrivo di una corsa ciclistica per professionisti del pedale. Da decenni i fiori di Sanremo, provincia di Imperia, Riviera Ligure di Ponente, abbelliscono la Sala Dorata del Musikverein  in Vienna (Austria) durante il concerto di Capodanno eseguito da Wiener Philarmoniker, teletrasmesso in Eurovisione e Mondovisione, mentre la stagione ciclistica professionistica annovera la Milano-Sanremo a ridosso di primavera (un tempo si correva il 19 Marzo, quando in Italia era ancora giorno festivo; per il 2020 sarà disputata il giorno 21) tra le corse classiche più prestigiose in Europa e in Italia in particolare: una di quelle che hanno fatto la storia di questo sport che coniuga fatica umana e scienze applicate, o se preferite dire tecnologia, in una maniera romantica quant'altri mai poiché alla fine è sempre la figura umana a prevalere sull'attrezzo o sui sotterfugi farmacologici o biologici. La strada e il tempo, così come il palcoscenico e il pubblico pagante insieme al tempo, sono giudici implacabili come la natura che, pur sopportando da millenni le diavolerie messe in campo dal genere umano per piegarla ai propri porci comodi, implacabilmente e puntualmente presenta il conto e senza pietà alcuna riscuote e gusta la propria vendetta, fredda al punto giusto, come si conviene e come è giusto che sia. Accadrà anche per il Festival di Sanremo, nato negli anni '50 del XX secolo per ravvivare quella che era considerata la stagione morta di una stazione balneare di villeggiatura con annesso casinò, e che è lievitato fino ad assumere il ruolo di cartolina promozionale dell'italico ingegno estetico nell'intrattenimento: come sanno bene alpinisti e scalatori in genere, raggiunta la vetta non si può fare altro che scendere sebbene io sia convinto che sopravvivrà anche a questo, anche a quelli che sbandierano la loro repellenza a tal genere di spettacolo e non si indignano minimamente per quello che quotidianamente mettono in scena i propri dirigenti, capi banda e parolai privi di senso pratico ma praticamente incollati alle poltrone che riempiono le tasche senza chiedere alcuna goccia di sudore in cambio. Buon carnevale, Italia: alle Ceneri mancano ancora due settimane.

©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Wood Puppet" da Atelier Des Pixels collection

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