La ballata del Gepi
di Claudio Montini
Ai nostri paesi ce ne son delle più belle:
ci sono coperchi per tutte le padelle,
spilliamo vino dalle botti nelle scodelle,
soltanto per gli amici e le loro sorelle,
per il caldo ci basta l'acqua delle fontanelle,
quand'è freddo ci copriamo di lana la pelle.
Si trasmette e viene da lontano,
sa di polvere e di fumo strano,
come il tempo trascorso invano
aspettando un eroe o una mano
che vinca da solo o inventi un piano
per sollevarci il mento dal guano.
Eppure ne abbiamo visti così tanti,
pavoni vestiti a festa e ignoranti,
galletti carichi di promesse roboanti
buone solo a scaldare animi incoscienti
addebitando colpe inventate e inesistenti
a chi non ha pane, né fortuna, né denti.
Ma tacciono ancora quelli onesti e bravi
sebbene stanchi dei cattivi d'esser schiavi
della memoria dei tempi cari ai loro avi:
quelli del purgatorio scampato se pagavi,
se delle urla dal filo spinato non ti curavi,
se di ripetere litanie solo ti preoccupavi.
Ai nostri paesi ce ne son delle più belle:
ci sono coperchi per tutte le padelle,
spilliamo vino dalle botti nelle scodelle,
soltanto per gli amici e le loro sorelle,
per il caldo ci basta l'acqua delle fontanelle,
quand'è freddo ci copriamo di lana la pelle.
Tutti vogliono la mucca e il vitello,
non si spezza un sogno sul più bello,
ma a fine mese è vuoto il borsello.
Giriamo il mondo a volo d'uccello
contorcendo i pollici sullo sgabello:
Sul palcoscenico c'è il nuovo modello.
Da capitano, punta il dito all'orizzonte
proprio là dove non si vede niente:
solo una linea, né oceano, né continente.
Promette nuove stelle da oriente,
mentre si avvelena e muore l'occidente
girando la testa altrove, indifferente.
Ecco per voi il sovrano della paura:
l'amore esiste ma, a lungo, non dura;
la cultura è noiosa e non fattura;
che l'errore sia altrui, è cosa sicura;
confidiamo anche nella magistratura,
per liberarci dell'opposta sozzura.
Ai nostri paesi ce ne son delle più belle:
ci sono coperchi per tutte le padelle,
spilliamo vino dalle botti nelle scodelle,
soltanto per gli amici e le loro sorelle,
per il caldo ci basta l'acqua delle fontanelle,
quand'è freddo ci copriamo di lana la pelle.
Si alza l'onda con troppi tuffi a bomba,
occhi e orecchi aperti a ogni tromba,
ascolta ogni campana che rimbomba
e augura buon volo alla bianca colomba:
il cuore non avverte quanto incomba
la paura di cascare dentro una tomba.
Eccoci, di nuovo, dentro fino al collo
con la testa sola fuori dall'ammollo.
Non è gioco, non è festa, francobollo
a celebrare l'andata e il ritorno d'Apollo:
l'orgoglio di Caino non sarà mai satollo,
se l'aquila non smette di credersi pollo.
Ai nostri paesi ce ne son delle più belle:
ci sono coperchi per tutte le padelle,
spilliamo vino dalle botti nelle scodelle,
soltanto per gli amici e le loro sorelle,
per il caldo ci basta l'acqua delle fontanelle,
quand'è freddo ci copriamo di lana la pelle.
©2023 Testo di Claudio Montini - all rights reserved
©2020 Immagine di Orazio Nullo "Vanity fair" per Atelier Des Pixels
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