di Claudio Montini
La fortuna è cieca e poco appariscente: te ne accorgi di averla avuta intorno, o tra i piedi, solo quando l'hai perduta e lei ha comunque preso un'altra direzione.
La crema, mi disse una vecchia saggia, la crema viene a galla nel latte appena munto appena dopo la panna, ma arriva sempre: la panna, invece, qualche volta sì e qualche volta no.
Svanisce rapidamente perchè le bolle d'aria, che la gonfiano, scoppiano facilmente e frettolosamente.
Bisogna mescolare con calma e costanza, facendo tutti i gesti e passi dovuti, senza arrendersi alla fatica o allo scoramento indotto dagli invidiosi, dai malintenzionati e dai rompiscatole di ogni genere.
Bisogna avere pazienza e fare il proprio mestiere meglio che si può, né tanto né poco ma il giusto e il necessario: dell'eccesso nessuno, in realtà, sa che farsene e, spesso, nemmeno lo considera cosa buona.
Lì per lì, l'ascoltai per cortesia e rispetto, per la reverenza che ancora tributo agli anni sulle spalle e ai capelli più bianchi dei miei: posso dire che mi trovavo ancora i piedi della montagna e la vetta era avvolta dalle nuvole, dunque, lontanissima.
Mi è tornato in mente il suo sermone più volte lungo le asperità della salita: ora che ho iniziato la discesa sul versante opposto, quello finale, ancora mi domando perchè non sia mai riuscito a farlo mio.
Ho cercato la risposta nelle macerie che mi sono lasciato alle spalle, nei bilanci che non ho quadrato mai, nei lampi riflessi dagli specchietti per le allodole: alla fine ho guardato anche dentro di me e ho scoperto di custodire la risposta sbagliata, di scegliere sempre la strada sbagliata, di sostenere la tesi meno aggiornata.
Senza saltare sul carro dei vincitori, senza rincorrerlo (non avrei fiato a sufficienza, del resto...), andando dietro all'onda e facendo il passo lungo, magari un po' meno, come la gamba.
©2023 Testo di Claudio Montini
©2015 Immagine di Augusta Belloni
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