lunedì 12 giugno 2023

Arrivederci, Berlusconi dott. Silvio... (1936-2023)

L'anima del commercio

di Claudio Montini


 Non piangerò per Silvio Berlusconi: ci sono già altri deputati a questo compito e dotati di ben più alti e meritori, nonché meritati, titoli per farlo rispetto a me, legittimamente o dinasticamente o politicamente.
Del resto, anche a lui è toccato il passaggio cui sono tenute tutte le creature di questa parte di universo: da millenni, si nasce e si cresce e si muore, ognuno all'ora sua e qualunque sia la rotta tracciata dal destino. 
Se si ha fortuna, si riesce ad essere ricordati da un paio di generazioni o forse tre oppure quattro: poi tutto sbiadisce, si smargina, si fa polvere esattamente come accade a coloro i quali non godono di tanta fortuna.
Nel caso specifico, quello di Sua Emittenza, il Cav. non più cav., il satrapo di Arcore, il Presidente allenatore (di A.C. Milan), il Biscione pigliatutto che si credeva statista, a voler essere almeno una volta onesti con sé stessi e con la personale coscienza (ammesso e non concesso di disporne, ovviamente), bisogna riconoscere che il segmento finale e discendente della sua intera parabola esistenziale lo aveva ridotto a una icona di sé stesso, una figurina patetica da album dei ricordi per nostalgici suoi coetanei.
Sebbene fosse capace di affascinare ancora qualche giovane mente senza retroterra storico, o dalla memoria corta (male diffusissimo in tutto lo Stivale Italico), così come di attrarre arrivisti senza arte né parte di ogni estrazione sociale e sesso, agli occhi di chi era stato risvegliato dagli schiaffoni di Monti, della Fornero e Draghi, rimaneva una pessima imitazione dell'imprenditore spregiudicato e fortunato che credeva di avere in tasca la ricetta per curare l'Italia e farla "...più bella e più grande che prìa" (Per dirla col famoso sberleffo di Petrolini, nel 1935, alla faccia di Mussolini).
Rimaneva, Silvio Berlusconi, un'attore superato dai tempi e ostinatamente attaccato alla ribalta mediatica ma poco consapevole della fine della spinta propulsiva che, tuttavia, proprio lui aveva imposto alla vita pubblica italiana tanto economica quanto politica.
La resa del suo organismo alle patologie con cui conviveva da tempo, avvenuta oggi dodici giugno, lo ha riportato sul piano dei mortali ma il suo spirito, il suo esempio (nel bene e nel male), non sono affatto morti con lui: ha creato dei precedenti e dei modus operandi le cui conseguenze possiamo soltanto immaginare ma che stiamo già pagando a caro prezzo noi che siamo degli "zeri", dei consumatori, degli spettatori da turlupinare e rimbambire di desideri inesistenti, impossibili e inarrivabili.
Ha fatto molto, per sé e per la sua famiglia allargatissima, ha dato pane e visibilità a un sacco di gente, ha persino provato a stare un po' di qua e un po' di là dalla legge, riuscendo a salvarsi o a non farsi troppo male perchè ha saputo scegliere con cura i propri collaboratori, a motivarli e a fidelizzarli, comprandoci tutti con un sorriso da imbonitore e promesse di benessere universale.
Ma un padrone, rimane un padrone e pensa prima alla sua di tasca, sia che questa si trovi tra la coscia e l'inguine oppure copra le natiche: non gli importa della morte poiché, se riesce ad accordarsi sul prezzo, magari dopo tre giorni è pure capace di resuscitare e ricominciare da capo.
Rigorosamente dopo i consigli per gli acquisti: lo sponsor è l'anima del commercio.

©2023 Testo di Claudio Montini
©2019 Immagine di Orazio Nullo "Chief of the last railway station" 
             Atelier Des Pixels collection

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