domenica 12 giugno 2022

Letti & piaciuti: Enrico Pandiani "LONTANO DA CASA" - Adriano Salani Editore (2021)

 

Enrico Pandiani

LONTANO DA CASA

collana Le Stanze

Adriano Salani Editore (2021)


IL MOTO FRENETICO DEL MONDO

di Claudio Montini

Cosa fanno i grandi narratori per essere tali? Osservano, studiano e assorbono l'intera realtà senza sconti e senza remore; elaborano le informazioni, anche quelle sgradevoli, filtrandole attraverso la logica e la fantasia e l'immaginazione affinchè tutti possano vedere, rendersi conto, conoscere ciò che si nasconde dietro le medaglie, le ricche vetrine e le rutilanti cartoline con cui l'occidente ostenta la propria civiltà democratica. 
I narratori, i creatori di storie di finzione e dei personaggi immaginari che le animano, sono le sentinelle della nostra coscienza drogata e stordita dal fracasso dei mezzi d'informazione perchè, attraverso le parole con cui compongono le storie che producono, pur divertendoci e distraendoci, ci costringono a vedere quanto male ci sia intorno a noi e quanta fatica faccia il bene a farsi strada per affermarsi e restituire dignità agli esseri umani. 
Enrico Pandiani appartiene a questa schiera e lo dimostra, una volta di più, con LONTANO DA CASA (Salani Editore, collana LE STANZE, 2021) in cui ci propone una storia di periferia torinese che non termina quando si esaurisce la scorta di proiettili ma, come in una tragedia greca o una shakespeariana, viene ristabilito l'equilibrio tra giustizia e destino con la sconfitta dei malvagi e l'onore postumo alle vittime che, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito della vicenda e alla salvezza dell'involontario eroe o protagonista o perno e motore degli eventi. 
L'ex capitale italiana dell'industria pesante e dell'automobile in particolare svela, attraverso le parole misurate e semplici ed eleganti di Pandiani, il magma umano che si muove e si arrangia e si ostina a cercare la propria fortuna o, al più, un francobollo di terra dove piantare radici, che sopravvive lontano da piazza Statuto o la Gran Madre o la Mole, cioè nella periferia post industriale e dismessa della Barriera, coacervo di etnie e culture e lingue e disperazioni e varie altre povertà. 
In questo teatro, va in scena una storia da cronaca nera che più nera non si può ma che fin dagli esordi non lascia indifferenti perchè incide la soglia dell'orrore e reclama, istintivamente, giustizia per la vittima mandando a quel paese ogni stereotipo e ogni preconcetto ideologico: un uomo di colore, certamente africano e quasi sicuramente immigrato, viene rinvenuto privo di vita e di vestiti e martoriato di ferite quanto San Sebastiano; a riconoscerlo viene chiamata una giovane di origini iraniane che insegna italiano agli immigrati e il resto della giornata lo spende a favore di chiunque abbia bisogno, anche solo di una parola di conforto. 
Quella è la punta dell'iceberg che sconvolgerà la sua esistenza e porterà il lettore a scoprire un mondo che telecamere e microfoni e riflettori difficilmente e rarissimamente intercettano: Pandiani è magistrale a puntare lo sguardo asciutto, apparentemente distaccato perchè spietato, chirurgico nella sua precisione e nella scelta di concedersi caratterizzazioni linguistiche da cinema neorealista che non scadono mai nella macchietta ma completano la caratura dei personaggi, sull'intera vicenda ottenendo una felice scorrevolezza narrativa. 
Non c'è una parola fuori posto, non una di troppo, non una ripetizione: che lo si legga tutto d'un fiato o che ne si centellini la fruizione, compatibilmente coi propri impegni e le proprie forze, ad ogni ripresa si è immediatamente nel cuore dell'azione e tutto il quadro torna perfettamente a fuoco, volando da un capitolo all'altro come Tarzan faceva nella jungla atterrando sempre nel punto giusto. 
Riecheggia, in LONTANO DA CASA di Enrico Pandiani per i tipi di Salani Editore (collana LE STANZE, 2021), la medesima domanda cui Primo Levi ha cercato risposta per i sommersi e per i salvati ponendola a noi, posteri contemporanei dalla memoria corta: come si fa a rendere giustizia a qualcuno che per la società non esiste? 
Ovverosia, quanto è difficile nella nostra società contemporanea chiedere e ottenere rispetto, avere diritto ad un'opportunità o, persino, riuscire a farsi ascoltare per dare luogo a un dialogo tra esseri senzienti e alleviare la solitudine specialmente quando si è lontani, non solo da casa, ma da tutta quella rete di affetti e relazioni che rendono la vita un bene da non sprecare? 
Non è una questione di tolleranza o di integrazione o di elemosina: è una questione di umanità, di tornare ad essere umani, sebbene sia difficile riuscire a immaginare quanto in basso possano arrivare i nostri simili; invece di tendere una mano, la si serra intorno a un arma, a un sasso, a pugno per avventarsi e urlare contro qualcuno, finendo per costruire muri e sancire alleanze con cui battere e umiliare il nemico, isolandolo fino alla fine dei sui giorni o cacciandolo come selvaggina. 
Questa è la domanda, il messaggio, il pungolo alle nostre coscienze che Enrico Pandiani pone nel cuore di LONTANO DA CASA edito nel 2021 da Salani nella collana Le Stanze
La risposta è lì, sotto gli occhi di chi avrà la gioia e la fortuna di leggere per intero quest'opera d'arte in cui lo scrittore torinese lascia in panchina i suoi personaggi storici ( Pierre Mordenti, con Les Italiens, o Zara Bosdaves con il suo tulipano nero, un po' amante e un po' angelo custode). 
Essa è più vicina al nichilismo di Hemingway che al razionalismo di Kant; vale a dire che, un dio buono e giusto potrebbe spazzare via tutto il male e chi lo pratica, ma poi anche l'esistenza del bene non avrebbe più alcun senso: dunque, ammesso e non concesso che esista, Dio rimanga pure dov'è ad osservare il moto frenetico di questo mondo.

©2022 Testo e immagini di Claudio Montini 

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