Ci rimetteremo in marcia
di Claudio Montini
Non sono i sani ad aver bisogno del medico, ma i malati.
Questi ultimi, in quanto tali, non si aspettano tanto un miracolo
quanto una parola di conforto, anche una vicinanza silenziosa o una
stretta di mano o una carezza su una spalla da cui hanno spostato la
croce che stanno trascinando, per riposarsi solo un momento, per non
farsi vedere stravolti e curvi e domi, per guardare negli occhi
l'altro venuto disarmato da lontano a fare qualche passo nei tuoi
mocassini nei tuoi panni.
Non c'è niente da capire: era già tutto scritto, da duemila anni, e
lo aveva dimostrato quel giovane maestro che aveva invitato a
scagliare la prima pietra colui che fosse senza peccato.
Lo ha ripetuto parlando da una montagna e ha mandato il suo
successore a dirlo al mondo che si credeva civilizzato; di là, dal
confine del mondo, costui è tornato all'origine, alla radice, alla
fonte, al punto di partenza di questo rapporto ultra millenario
sfidando la paura della morte e della guerra.
Se ancora vi state domandando il motivo per cui abbia voluto chiudere
questo cerchio, allora toglietevi quella pietra che c'è in mezzo al
vostro petto e, insieme alla ghiaia che c'è nella vostra testa,
usatela come zavorra da legarvi al collo per gettarvi nel pozzo
dell'oblio.
Due millenni di elucubrazioni e sofismi, abusi di libero arbitrio e
deliri di onnipotenza, egoismo e ingordigia hanno reso sorde le
orecchie del mondo: c'è voluto un uomo vestito di bianco per
dimostrare che il Creatore del cielo e della terra ci sta ancora
parlando, indipendentemente dal nostro inutile cicaleccio che ci
ostiniamo a spacciare per libertà di opinione e di espressione,
dalle smancerie melliflue e subdole che mettiamo in atto per
catturare un effimero applauso, dal baccano mortifero dei cannoni o
dei missili o dei proiettili che ingrassano mani e tasche sempre più
lorde di sangue innocente.
Dio, o qualunque altro nome gli vogliate attribuire, parla tutti i
giorni come parlò ad Abramo di Ur in Mesopotamia coi fatti e coi
gesti; ci ripete che il copione è già scritto e va letto e riletto,
non dato per scontato come una poesia imparata contro voglia a
memoria: poi, va vissuto amando sé stessi e gli altri per quel che
si è lasciando l'errore altrui là dove si trova.
La via d'uscita, la soluzione, la verità si presenterà da sola
mentre siamo seduti in riva la fiume ad aspettare il transito del
cadavere del nostro nemico: addirittura potrebbe essere l'essere
vecchio e ricco di pessime abitudini che è in noi.
Allora, ci alzeremo e ci rimetteremo in marcia verso la Terra
Promessa secondo virtù, conoscenza e fratellanza.
©2021 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" - Atelier Des Pixels collection
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