Vorrei stare seduto su un sasso piatto alla fine di un prato, davanti a una baita di legno, ad aspettare che finisca di cuocere il pane e il suo profumo si spanda nell'aria. L'estate degli alpeggi è più breve e netta di quella che conosce la pianura. Il minestrone è già pronto, devo solo riscaldarlo; poi, mi verserò un bicchiere di vino e finirò quel libro che ozia sul comodino.
Vorrei soltanto un pizzico di fortuna in più anche se, tutto sommato, ne ho avuta già parecchia: sono sempre caduto in piedi e sono riuscito a raccontarlo. Questa è la mia fortuna, possibile che sia così?
Vorrei avere tutte le risposte a portata di mano per non essere colto di sorpresa troppo spesso. Come nel Manuale delle Giovani Marmotte o nelle tasche di Eta Beta o nella vasca di Archimede pitagorico.
Vorrei essere capace di fare tutta da me, senza disturbare o essere un peso per alcuno dei miei simili o dei miei compagni di cammino: così lascerei fare tutto il resto al destino.
Vorrei un momento di dolce far niente, sentendo il sangue che batte nelle tempie, il sole che bussa alle palpebre e l'aria che sa di sale e di erba, di miele e di fiori, di pane e salame, di vino appena sboccato e birra giovane appena spillata, di frutta staccata dal ramo o dal rovo riempirmi i polmoni.
Vorrei che la fantasia non smettesse mai di farmi compagnia, come ha fatto nei momenti bui: alle parole ci penserò io, come sempre.
©2020 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" Atelier Des Pixels Collection
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