venerdì 24 ottobre 2025

In ricordo di un poeta amico...

Dedicato a Massimo Pistoja (1958-2022)
di Claudio Montini


In questi giorni, la data non me la ricordo mai perché mi fa male, tre anni fa circa, veniva a mancare una persona a me molto cara sebbene non ci fossimo mai incontrati di persona. Avevamo stima l'uno dell'altro ed eravamo dei sognatori incalliti, apprezzavamo i pittori impressionisti e gli artisti puri, ovvero quelli che facevano qualcosa di bello per gli altri e per sé stessi senza porsi il problema di una remunerazione. Lui amava la poesia perché era il modo più diretto per mostrare e organizzare le proprie emozioni, io mi sentivo più a mio agio con la prosa, con la narrativa perché volevo creare un mondo almeno giusto, se non perfetto, in cui scappare quando questo attuale diventava brutto e cattivo.
Mi affidò un sogno, il suo sogno, chiedendomi di coltivarlo e svilupparlo e farlo crescere e maturare e di mettere tutte le parole che servivano per farne un romanzo, il suo romanzo.
Lui aveva poco tempo, forse lo sapeva già ma aveva deciso di lottare fino all'ultimo chilometro e di regalarsi quella soddisfazione: un poeta che diventa narratore e trasfigura la sua vita, la nasconde tra le righe nello stesso odo in cui lo ha fatto con versi e strofe.
Accettai senza perdere un'istante e iniziai un viaggio con dei personaggi e delle trame non del tutto mie le quali, tuttavia, modificarono e migliorarono (almeno credo che sia così) il mio stile e il mio approccio a una qualsiasi storia che bussi all'uscio della mia fantasia.
Per quanto mi sia sforzato e abbia prodotto in grande quantità, non sono arrivato in tempo cioè prima che l'ospite indesiderato si prendesse la sua coscienza e il suo ultimo respiro.
Forse quel giorno, per qualche misterioso motivo, mi venne fuori dalle dita e dalla matita la poesia che segue. Buona lettura a voi e arrivederci a Massimo Pistoja (1958-2022): ovunque tu sia, spero che tu possa perdonarmi e aiutarmi a trovare la strada giusta.

Scrivi sopra un sasso di pietra dura
queste parole a specchio della mia paura
non è facile salire sulle spalle della cultura
ma fare senza rende la vita una sterile pianura.

Non cercatemi né qui né altrove.
Non pensatemi, né oggi né domani.
Non biasimatemi mai più di ieri:
ho davvero finito d'offender Dio.
Ho sprecato più di quel che abbia ricevuto
e ho smesso di chiedere perdono e aiuto.

Scrivi sopra un sasso di pietra dura
queste parole a specchio della mia paura:
non è facile salire sulle spalle della cultura,
ma fare senza rende la vita una sterile pianura.

Avevo tutto il necessario apparentemente
per condurre una mano ricca e vincente,
ormai neppure ho gli occhi per piangere:
infatti, in un istante, li ho chiusi per sempre.
Era ora, era scritto, era tempo che finisse.

Scrivi sopra un sasso di pietra dura
queste parole a specchio della mia paura:
non è facile salire sulle spalle della cultura
ma fare senza rende la vita una sterile pianura.

Sono l'eco di cento canzoni dimenticate
dalla punta delle falangi del suonatore
che pigia ogni volta gli stessi pulsanti
per raccogliere effimeri complimenti:
appunto è tanta, troppa fatica per nulla!

©23/10/2022 (poesia) -24/10/2025 (prosa)  Claudio Montini

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