di Claudio Montini
Sono l'artefice dei miei ricordi, non il loro custode: svaniranno da soli e smetteranno, una buona volta, di lacerarmi la schiena o punzecchiarmi le natiche.
Fatela finita con la sagra della nostalgia e i relativi lamenti.
Piantatela lì con gli sterili piagnistei: nemmeno il significato della parola “fatica” sapreste declamare.
Smettetela di alimentare false paure con proclami altisonanti: i pulpiti sono palcoscenici per egoisti e falsi profeti.
L'inganno, così, è più feroce della cattiveria perpetrata per soddisfare egoismo e superbia, ingordigia e lussuria, ignavia e protervia scambiando libertà per trasgressione, libero arbitrio per sfrontatezza, pessimo gusto per eleganza.
Immaginare il male e la sua punizione, che sia il più esemplare possibile, mi raccomando.
Additare il nemico e la colpa urlando fuori dal coro, ignorando le macerie e la povertà tutta intorno, per accaparrarsi primati e visibilità.
Incassare il premio non dovuto e anticipato da chi ha guardato la luna e non le mani, che frugavano una volta di più nelle tasche a portare via anche gli spiccioli e la polvere, mentre il dito, sapete benissimo di quale sto parlando, si infilava dietro le spalle dove non dico.
Ecco: tutto questo è l'inganno che va in scena ogni giorno e ne sono spettatore, ma è persino peggiore rispetto a fare del bene e pretendere una ricompensa a breve termine.
Sento che non sappiamo più prefigurarci il futuro: dunque, ci interessiamo, morbosamente, alle vicende del nostro passato interrogandolo, investigandolo, perforandolo trasversalmente in cerca di nuove storie, illazioni, congetture che riempiano le ore insipide e buie e orfane dei riti meccanici, consumistici e laici dettati dai vertici occulti del villaggio globale.
© 2021 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" Atelier des Pixels collection
© 2021 Testo di Claudio Montini
© 2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" Atelier des Pixels collection
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