La Storia siamo noi
di Claudio Montini
La storia, con la “esse” maiuscola, dunque: ovvero gli uomini e le armi e gli amori e i fatti, forse le idee.
La Storia è scritta soltanto dai vincitori, a bocce ferme, a sedie occupate, a voci moleste e contrarie zittite.
La Storia si ripete, qualche volta uguale e altre no, ma si ripete per colpa di chi non sa o non vuole ricordare.
La Storia si dimentica in fretta appena arriva l'estate e la voglia di correre e scappare, sbocciata a primavera, si fa più urgente nelle vene e nella carne: è la vita che lotta per sopravvivere a sé stessa e alle proprie illusioni.
La Storia siamo noi, nessuno si senta escluso e nemmeno scelto o benedetto: tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.
La Storia non si fa: è già fatta di tante minuscole cose, legate le une alle altre, gesti o voci o sapori o persone o situazioni, che modificano il presente per consegnarlo al passato mentre il futuro è ancora nebbia tra le dita.
La Storia non giudica, non assolve, non condanna; non concede risarcimenti, non ammonisce, non cura e non resuscita.
La Storia non è mai una sola e perciò, talvolta, consola colui che va in cerca di giustificazioni alla coscienza sporca.
La Storia passa sopra, passa oltre, passa via e tira dritto per la sua strada infischiandosene di fondali e quinte, scene e scenari, costumi e maestranze varie, comparse comprese.
La Storia rincorre primedonne e capocomici, mistici estatici e predicatori roboanti, carismatici imbonitori e folli carnefici.
La Storia vuole mostri da prima pagina, monumenti da fissare o testimoni esemplari del proprio tempo che producano carte e documenti e prove: in tutto questo trova la sua definizione e la sua ragione di esistere.
La Storia non si cura dei dettagli, dei dubbi, delle supposizioni perchè non si preoccupa delle generazioni, dei popoli e delle genti comuni: delle comparse per le scene di massa non le importa affatto, le dà per scontate, nemmeno le nota.
Eppure dovrebbe farlo, un volta o l'altra...
Senza i loro sogni, i loro desideri, le loro intuizioni ovvero la loro pervicace ricerca della felicità lei, la Storia, non avrebbe ragion d'essere raccontata, raccolta, studiata.
Senza quelle facce un po' così, quelle espressioni un po' così, quelle storie con la “esse” minuscola che si contentano di mettere insieme il pranzo con la cena, di aggiungere giorni ai giorni, di accantonare qualcosa per il tempo del riposo, i suoi attori e imbonitori e pensatori non avrebbero alcun pubblico da intrattenere, stupire o turlupinare.
Nemmeno quelli come me, che si illudono d'essere tanto abili nel manipolare la materia di cui sono fatti sogni e parole, poi, avrebbero molto da fare.
Gli toccherebbe d'andare davvero a lavorare in campagna.
Gli toccherebbe di lasciare liberi i grilli che hanno per la testa, affinché se ne tornino là nei campi a far baccano con le cicale.
Gli toccherebbe di andare a letto presto, restituendo alla notte quel bel tacer che non fu mai scritto.
©2021 Testo di Claudio Montini
©2021 Testo di Claudio Montini
©2017 Immagine di Orazio Nullo "Bonfire burns through the night" - Atelier Des Pixels Collection
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