Orazio Nullo e il self-publisher Claudio Montini: una intervista impossibile!
Come descriveresti il significato, o uno dei possibili significati, della parola “raccontare”?
Raccontare è come spogliarsi davanti allo specchio, frugando nelle tasche della vita e in quelle del vestito che è invecchiato insieme a noi, chiamando rughe e ricordi col loro nome: anche quando fingiamo di non essere gli attori principali, anche quando fingiamo di essere registi, manovratori di fili o altre divinità superiori.Questo aiuta, in qualche modo, a superare le asperità e i dissapori della vita quotidiana?
Certamente! Ti salva dalla follia o dalla disperazione che, insieme, ti porterebbero a nefaste conclusioni.
Se il mondo
che ti circonda è vuoto o noioso o ti tiene prigioniero in una
bolla, riempilo con la tua fantasia e coloralo coi ricordi mescolati
alle parole che i libri, i giornali, la radio, la televisione, il
cinema, i dischi e le canzoni ti hanno insegnato; nessuno può venire
a vedere nella tua testa quale film stai girando, quale sogno stai
cavalcando, quale canzone stai componendo o suonando: possono solo
vedere gli scarabocchi che fai sul foglio, sempre che tu abbia voglia
di mostrarli. Chi non ha
questa dote o sensibilità o inclinazione d'animo, in un battito di
ciglia si burla di te e ti prende per i fondelli, finendo per
etichettarti e bollarti come matto svitato.
Accade, più o meno, la medesima cosa a chi ha sempre il naso sui libri e magari ride o si commuove per ciò che legge o scopre...
Sì, è così: sebbene un tale, pentito per aver preferito la fabbrica alla scuola, tempo fa mi disse di non smettere di leggere e studiare perchè "le cose" bisogna saperle, altrimenti gli altri ci mettono nel sacco, ci fregano soldi e ci prendono per poveri tapini sciocchi; un altro, mi ammonì che la testa non serve solo a portare il cappello, anche se tutti intorno a te lo fanno.
Tutto sommato, a te è andata bene...
Per fortuna, accade che incontri altri come te in giro per il mondo oppure altri che, pur avendo opinioni diverse, sanno apprezzare il buono che c'è in ciò che li circonda: il comune sentire aiuta a condividere il piacere immateriale delle belle arti e del buon vivere superando differenze e diffidenze con coraggio e prudenza e, talvolta, sana incoscienza. Ti ritrovi, prima o poi ad essere parte di una cerchia, di un club, di un gruppo di affini che ti offrono la sensazione di emergere dalla massa, di essere speciale.
Un po' più dell'amicizia e un po' meno dell'amore?
Né l'uno, né l'altra: è una sensazione più duratura di entrambe le cose ed è capace di maturare con l'età e l'esperienza, mentre con loro due accade comunque di prendere grosse cantonate e di non affinare mai né tecnica e né pratica, nel senso greco classico dei due termini. Diventa, col tempo, la consapevolezza di un dono da fare fruttare.
- Prima puntata - continua....
© 2021 Testo di Claudio Montini
©2015- 2016 Immagini di Orazio Nullo ("Abstract portrait" and Author Image)